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Questo contenuto è tratto da un articolo di Titan Frey per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


I Utah Jazz sono una squadra molto popolare in NBA, e lo erano ancor di più negli anni ’90, quando la squadra era guidata da sue superstar come John Stockton e Karl Malone. I due portarono un sacco di entusiasmo per la pallacanestro a Salt Lake City, regalando quasi un titolo alla città, dopo aver condotto la franchigia alle Finals del 1997 e 1998 in back-to-back, arrendendosi solo ai Chicago Bulls di Michael Jordan in entrambi i casi.


Sebbene i Jazz non abbiano mai vinto un titolo, sono rimasti competitivi per la maggior parte delle stagioni dopo che Stockton e Malone hanno lasciato la franchigia. L’unica cosa che fa storcere il naso riguardo all’organizzazione è il nome…

La musica Jazz si è sviluppata nelle comunità afroamericane nel corso del 19esimo secolo, fiorendo a New Orleans, in Louisiana. Ora, lo Utah è uno stato a predominanza bianca oggi, così come lo era quando i Jazz furono fondati, e nessuno conosce Salt Lake City per quel genere di musica. Per niente. Quindi perché scegliere quel nome?

Le ragioni sono da ritrovare nell’origine della franchigia, che affonda le radici a New Orleans, con fondazione nel 1974, e che a New Orleans ha giocato fino all’8 giugno 1979, prima della relocation. Eccoci arrivati al topic di questa discussione: perché i New Orleans Jazz si sono trasferiti nello Utah?

La fondazione è avvenuta per mano dei businessmen Fred Rosenfeld e Sam Battistone, che spesero ben $6.15 milioni per la franchigia. One dei primi movimenti da parte dei proprietari dei New Orleans Jazz fu l’accordo per arrivare a Pete Maravich degli Atlanta Hakws.

I Jazz giocheranno 5 stagioni a New Orleans, non prendendo mai parte ai Playoffs, ottenendo come miglior record un non entusiasmante 39-43 nel 1977/78. Nonostante i pessimi risultati, l’affluenza non era affatto male, ma c’erano problemi legati all’arena dove la franchigia giocava le partite inizialmente: Loyola University Fieldhouse, con una capienza di soli 6,500 spettatori.

Inoltre, c’erano anche problemi di sicurezza legati al parquet, rialzato rispetto ai posti a sedere, generando il rischio che i giocatori cadessero letteralmente giù dal campo. L’NBA alla fine obbligò i Jazz a mettere una rete a bordocampo per prevenire le cadute dei giocatori e gli infortuni.

I Jazz allora si mossero al Louisiana Superdome, che poteva ospitare 73,432 spettatori alla volta, essendo stato inizialmente costruito per il football. Nonostante questa capacità, la franchigia percepiva una differenza di trattamento rispetto alla squadra di NFL, i New Orleans Saints. Questa sensazione diventò realtà, dal momento che i profitti dei New Orleans Jazz furono inesistenti, questione aggravata dall’11% di tassa sull’intrattenimento da pagare allo stato della Louisiana.

Questi motivi spinsero il proprietario Sam Battistone a cercare una nuova casa per la franchigia, e così si optò per Salt Lake City, nello Utah, casa degli Stars (ABA) dal 1970 al 1976, che accolse con entusiasmo una nuova franchigia, questa volta NBA. Il Board of Governors approvò il trasferimento a giugno 1979, dando vita a quelli che tutt’oggi conosciamo come Utah Jazz.