Assieme a sua moglie Savannah, la star NBA è riuscita a crearsi una vita da padre attivo e coinvolto, nonostante la celebrità e il fatto di essere cresciuto senza un padre.

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Questo contenuto è tratto da un articolo di Justin Tinsley per Andscape, tradotto in italiano da Davide Angelo Corna per Around the Game.


Mio figlio Huey è nato poco prima delle 22.30 del 30 dicembre 2022. Quando ho incrociato il suo sguardo per la prima, il mio mondo è completamente cambiato. Occuparmi di lui e fare in modo che trovi il suo posto nel mondo è diventato l’obiettivo più importante e impegnativo della mia vita.


La paternità e, più nello specifico, la figura del padre afroamericano, è stato un pensiero presente perennemente da quando ho memoria. Pochi stereotipi nella storia americana sono stati più distruttivi di quello del classico padre nero assente nella vita dei figli. Eppure, per me, la realtà è stata quella. I miei genitori divorziarono quando avevo 2 anni, portando via madre a trasferirsi con me dal North Carolina alla Virginia, per vivere con mia nonna. Ho visto il mio padre biologico una sola volta, a 27 anni. E da allora non siamo mai stati in contatto, con l’eccezione di una lettera che gli ho scritto diversi anni fa dopo aver saputo che era malato. Mio zio John, l’uomo a cui ho volute più bene nella mia vita e colui che considero la cosa più simile a una figura paterna, è morto nel 1999 per un cancro al colon.

Ho riportato questa parte di storia personale perché influenza il modo in cui vedo LeBron James, anche lui cresciuto come figlio di una madre single senza avere alcun rapporto con il padre biologico. James e io abbiamo un anno di differenza e lui ha appena finito la sua ventesima stagione NBA. Seguirlo è stato straordinario e ha avuto un impatto sulla mia vita. Una parte significativa di questa influenza è dovuta al modo in cui James ha creato, con sua moglie Savannah, una vita da padre coinvolto nonostante il suo status di superstar.

Pur essendo una delle persone più famose al mondo, riesce a fare una delle cose più importanti per un padre: semplicemente essere presente, consolando il figlio Bryce dopo una partita difficile, cucinando con sua figlia Zhuri, o assistere con Savannah alle partite di Bronny alla high school.

Nella cultura popolare americana, le famiglie afroamericane più conosciute sono i Carter (Beyonce e Jay Z), Michelle e Barack Obama, Dwayne Wade e Gabrielle Union, e i James. Nonostante abbia ovviamente mantenuto le dinamiche interne alla famiglia lontano dagli occhi del pubblico, l’intera paternità di LeBron, come per questi altri personaggi, si è tradotta nel cercare di prendere le decisioni giuste mentre il mondo osserva.

Io ho iniziato questo viaggio solamente da sei mesi, ma ho imparato dal primo giorno che si tratta di provare e imparare dai propri errori. Richiede di pianificare le spese, gestire le aspettative dei famigliari e, ovviamente, cambiare pannolini. Aggiungere a tutto questo la pressione di essere uno degli atleti più famosi al mondo mi sembra insostenibile.

“Se non fosse qualcosa di autentico, lo si noterebbe, ma sembra tutto molto naturale per lui. LeBron ha più problemi quando sbaglia nel citare il verso di una canzone sui social media”, ha dichiarato Joshua DuBois, CEO di Values Partnerships, una società di consulenza nell’ambito del sociale che ha lavorato anche per l’amministrazione Obama. “Quando è se stesso nel suo essere padre, sembra quasi dimostrare che non gli interessa di ciò che pensa il pubblico, che si tratti della carriera del primogenito, di supportare gli sforzi di Bryce o di passare del tempo con la figlia”.

Nel libro “The Souls of Black Folk”, DuBois ha dettagliato il concetto di “doppia coscienza”, spiegando che i neri devono costantemente soppesare chi credono di essere veramente, con come la società bianca tenta di stabilire come dovrebbero comportarsi nei loro spazi privati. Tutti i neri hanno a che fare con questo, in un modo e nell’altro, incluso James.

“Dobbiamo complimentarci con LeBron James e con il suo modo di essere padre, perché dobbiamo costantemente batterci con le narrative stereotipate che sono sempre presenti”, ha riferito Christina L. Myers, professoressa alla Michigan State University che si occupa di esaminare il modo in cui i media parlano degli afromericani.

“Abbiamo bisogno di queste cose per abbattere una per una le percezioni razziste di chi siamo come persone. Quindi, più condividiamo le nostre storie, più vediamo LeBron James nella sua essenza come padre e come marito, e più riusciamo a demolire le idee e le percezioni di chi siamo come persone”.

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Qualunque conversazione relativa alla paternità deve tenere in conto come la famiglia nera è stata storicamente bersagliata da sistemi economici e azioni legislative che hanno attivamente cercato di smantellarla.

Nel suo libro uscito nel 2022, “Black in White Space: The Enduring Impact of Color in Everyday Life, Elijah Anderson ha esplorato il concetto di “ghetto iconico”. In questo caso, il ghetto non è più uno spazio fisico definito, ma è diventato un compendio di immagini che hanno contribuito a far pesare l’onere degli stereotipi sugli afroamericani.

“È questo il fardello dei neri in uno ‘spazio bianco’, e lo spazio bianco è ovunque”, ha detto Anderson, professore di sociologia e studi afroamericani a Yale. “E per essere trattato bene, devi lavorare contro gli stereotipi. Il che non significa che non ci si possa riuscire, ma vuol dire che devi lavorare per screditare le idee negative che la gente è pronta ad avere su di te, perché presume che tu venga dal ghetto”.

Il commercio interno dei schiavi ha separato circa metà di tutti gli schiavi dai loro sposi, dai genitori e dalle famiglie. L’impatto della schiavitù e di quelle separazioni sulle famiglie afroamericane è stato apportato da una struttura di potere bianco che ha lavorato incessantemente per rafforzare l’immaginario negativo relativo alla comunità nera. Film popolari come “Birth of a Nation” di di D.W. Griffith hanno diffuso l’ideologia dei neri come ignoranti, pigri e irascibili. Queste connotazioni negative hanno esacerbato la percezione della società nei confronti dei neri.

“Il mito più diffuso sostiene che i padri neri siano fantasmi che spariscono improvvisamente dalle vite dei propri figli, per poi riapparire solo una o due volte, senza mai essere una presenza finisca tangibile”, ha detto DuBois. “Uno stereotipo collegato sostiene che, anche quando il padre è presente, il rapporto con il figlio è sempre teso e pieno di contrasti, o comunque tutto tranne che amorevole e rassicurante… per la maggior parte, questi stereotipi sono completamente falsi”.

Mark Anthony Neal, professore di studi africani e afroamericani a Duke, ha descritto come “molte ricerche suggeriscono quando la madre e il padre non stanno assieme, i padri neri sono più presenti rispetto ai bianchi. Tuttavia, non esistono stereotipi relative all’assenza dei padri bianchi. Parte del motivo è che la società americana non comprende il modo che molti padri afroamericani divorziati hanno per essere presenti. Il solo fatto che non siano fisicamente in casa non significa che non siano presenti per i propri figli”.

Sono molti i motivi per cui lo stereotipo del padre nero assente è stato così pervasivo. In tutti gli stati ad eccezione delle Hawaii, ad esempio, la proporzione dei neri sulla popolazione totale è sempre superato dalla percentuale dei neri sul totale delle persone incarcerate. In Maryland, ad esempio, gli afroamericani rappresentano il 31% della popolazione, ma costituiscono il 52% della popolazione in prigione per reati minori o in attesa di processi, e il 70% dei carcerati per reati più gravi.

I dati del Census Bureau mostra anche che la maggior parte dei bambini bianchi e ispanici sono cresciuti con due genitori in casa (75,6% e 67,5%, rispettivamente), rispetto al 43% dei bambini neri.

Questi numeri non si sono verificati per caso. “Bisogna osservare ciò che io credo sia stato l’impatto delle politiche sociali a seguito del riconoscimento dei diritti civili, che hanno reso vantaggioso economicamente allontanarsi da casa per gli uomini afroamericani”, ha fatto notare Karen McRae, presidente e CEO della National Organization of Concerned Black Men, prima donna a ricoprire questo ruolo nei 48 anni di storia dell’associazione.

“Studiando, si vede che la famiglia nera è stata sotto attacco sin dal 1619. Frammentati, venduti, separati o divisi… è così che sono sparite molte comunità afroamericane. Questa è forse una delle cose più preziose che il signor James dimostra con la sua famiglia. Una famiglia nera non solo è possibile, ma esiste e con più normalità di quanto si potesse pensare”.

Uno studio del 2013 del National Center for Health Statistics ha verificato che i padri neri sono stati spesso più attivi nella vita dei figli rispetto ai padri bianchi, relativamente al fatto di portare o andare a riprendere i figli nell’ambito delle loro attività quotidiane, oppure vestirli o cambiare i pannolini. Un altro studio del Centers for Disease Control and Prevention ha riportato che circa il 60% dei padrini vive con almeno uno dei propri figli, e quasi tre quarti dei padri neri sono coinvolti attivamente nelle vite dei propri figli, che vivano con loro oppure no. Tutto questo aggiunge contesto a una conversazione che, storicamente, è stata manipolata per corroborare l’idea del “padre nero assente”.

“Ci sono padri neri che non stanno con le proprie mogli che si occupano di portare i figli a scuola, aiutarli con i compiti, e cercando di essere presenti in ogni modo”, ha detto Neal. “E credo che questo accada anche perché quasi tutti i padri neri in America sono cresciuti con lo stereotipo secondo cui sarebbero diventati dei padri assenti. Potrebbero essere cattivi mariti o cattivi partner. Accetterebbero di far male qualunque altra cosa, ma non possono permettersi di essere dei cattivi padri proprio per contrastare lo stereotipo di cui abbiamo parlato.

Il modo in cui le famiglie di colore, e specialmente il padre, vengono visti dall’opinione pubblica è ovviamente plasmato dai media. Una volta si trattava di giornali e riviste, poi sono arrivati TV e film. E ora si tratta soprattutto dei social media. James, che tramite la sua SpringHill Company si occupa di mass media, è ben conscio di questo e di come si può cambiare il pensiero comune.

Nel momento in cui Bronny ha aperto il suo profilo Instagram, LeBron ha scritto “Te l’avevo detto 3 anni fa, nell’estate del 2019, che ti avrei permesso di aprirlo. Maledizione, il tempo vola! Comunque, dacci dentro, Bronny! P.S. voi haters state lontani dalla sua sezione commenti, altrimenti ce ne andiamo!!!”

Bronny oggi ha 18 anni e l’anno prossimo sarà freshman a USC. Suo fratello Bryce ha 2 anni in meno, e inizierà il suo junior year a Campbell Hall, una scuola episcopale privata a Los Angeles, dopo essersi trasferito lì da Sierra Canyon, dove giocava con il fratello. Zhuri, come conferma anche sua madre, è la tifosa di basket più fanatica in famiglia.

Più di dieci anni fa, Samsung coinvolse James in una pubblicità per il suo Galaxy Note II. Le prime immagini dello spot mostravano LeBron intento a versare i cereali per la colazione e a parlare con i figli e la futura moglie, Savannah (la figlia Zhuri sarebbe nata poco dopo, nel 2014). Lo spot mostrava come la famiglia fosse la cosa più importante per James.

E questo è parte di un messaggio più ampio: le famiglie di colore in America si sono dovute affidare a rapporti meno tradizionali per questioni economiche e di sopravvivenza sociale, come quando la madre di LeBron, Gloria, lo mandò a vivere dal suo coach di basket Dru Joyce, per un certo periodo delle superiori. James sa che il bisogno di padri si estendi ben oltre la sua famiglia, e ha incorporato questo sentore nelle sue opere da filantropo, soprattutto a Akron, in Ohio, dove è cresciuto.

“Il potere e la funzione dei mass media attraverso queste rappresentazioni delle persone, delle famiglie e dei padri di colore definiscono ciò che la società si aspetta da queste figure”, ha commentato Myers, professore a Michigan State. “Questo si traduce nella tendenza a non considera la realtà perché è comodo per l’opinione pubblica catalogare gli uomini neri entro un certo stereotipo. Ed è qui che individui come LeBron James, consapevoli o meno, stanno iniziando a demolire quel tipo di idee”.

“In termini di aspettative relative ai padri, ci si attende che provvedano alle necessità economiche e strumentali, che siano dei protettori e degli educatori. LeBron sta facendo tutto questo in un ambito molto vasto”, ha detto Waldo E. Johnson Jr. professore alla Crown Family School of Social Work, Policy and Pratice presso l’università di Chicago. “Potrebbe non riuscire a fare sempre tutto questa nella sua vita privata, ma i suoi investimenti in termini di risorse e tempo sono importanti sia in ambito personale che sul piano pubblico. Sotto molti aspetti, il suo impatto in quest’ambito non ha paragoni, almeno fra gli sportivi professionisti”.

Un giorno, il mese scorso, Huey e io eravamo impegnati in una delle nostre attività preferite: scoprire nuovi video su YouTube. In quell’occasione ho mostrato a mio figlio in un’intervista a Nipsey Hussle per fargli conoscere un artista che ha avuto un grosso impatto sulla vita di suo padre.

In una delle ultime interviste della sua vita, Nipsey ha dichiarato: “L’ho imparato quand’ero più giovane: non potete sovrapporre le vostre aspettative su di me e il me reale. Io sono me stesso”.

Qualche giorno dopo, mi sono imbattuto in queste parole di Savannah James che parlava dei suoi figli durante un’intervista a The Cut: “Ascolta, non voglio nulla per loro a parte che siano felici. Tutto qui. Qualunque cosa decidano di fare, io sarò lì a supportarli e a fare il tifo per loro. Sono sempre la loro tifosa più appassionata. Che cerchino di andare NBA oppure facciano qualunque altra cosa, io sarò lì per loro”.

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Ogni giorno che passa imparo sempre i più che essere padri riguarda guidare i propri figli a diventare le persone che loro vogliono essere, non quelle che noi vogliamo che siano. Il fatto che hai dato loro la vita non  ti dà il diritto di controllare completamente le loro vite. Devono poter crescere e diventare gli adulti onorevoli, dinamici e rispettosi che gli hai insegnato ad essere.

Qualche settimana fa, James ha dato merito al suo primogenito per averlo aiutato a superare le sue paure nell’essere un padre. Tranne per la fama e i soldi, LeBron e Savannah sono come me e mia moglie: genitori neri di figli neri, che vivono in paese che cerca costantemente di cancellare la loro storia; una realtà che James ha definito “spaventosa”.

“È molto potente vederlo preoccuparsi di ciò che significa essere genitori di figli neri in questo Paese”, ha commentato Brittnay Proctor-Habil, ricercatrice in ambito di razze e media alla New School. “E a cosa può fare per assicurarsi che i suo figli, e forse anche i bambini afroamericani in generale, abbiano le opportunità e le risorse che lui non ha avuto da giovane”.

Ovviamente, non si può parlare dell’impatto della figura di LeBron come padre senza riconoscere l’importanza del ruolo di Savannah: “ Questo dimostra la consapevolezza da parte di LeBron, considerando anche la sua carriera e dove l’ha portato, che non è importante solo essere presenti, ma anche aiutare il proprio partner”, ha detto Neal. “Penso che non diamo abbastanza credito perché non sappiamo esattamente come possono crescere i giovani neri in questa società”.

“LeBron, Savanah e la loro famiglia stanno contribuendo a cambiare, almeno per alcuni di noi, l’idea di cosa possa essere la normalità per una famiglia nera, e di come possa essere la paternità”, ha commentato la critica Naima Cochrane. “Non riguardo solo il marito… Vediamo anche fidanzati e compagni che riconoscono sempre la presenza delle proprie meglio. Anche quando Savannah non parlava in pubblico, non è mai stata invisibile.

Non è che non ho mai voluto avere figli… mi godevo la libertà del non avere figli e non ero sicuro che sarei arrivato a un momento nella mia vita in cui saresti stato a mio agio nel prendermi cura di una vita che ho contribuito a creare. Parte di questa logica, come ho imparato in terapia, era dovuto al mio rapporto, o all’assenza di un rapporto, con il mio padre biologico, caratterizzato da rabbia, abbandono, di nuovo rabbia fino alla fase “non mi importa un c**** di lui”. Ero arrabbiato per come aveva trattato mia ma madre, mettendola in imbarazzo in privato e pubblicamente. Ero davvero arrabbiato con Dio per essersi preso mio zio John e avermi costretto a imparare a essere un uomo da autodidatta, un processo che è stato molto più duro di quanto si possa pensare.

Crescere senza un padre, secondo me almeno, è un esercizio per la rimozione del disprezzo verso se stessi. Ancora oggi, faccio fatica con questo. Non mi concedo il lusso di fare errori e la spirale che ne segue non fa bene a nessuno; soprattutto non fa bene a me e a mia moglie.

Un figlio però cambia tutto.

Ci sono tante cose che vorrei che Huey acquisisse da me: la mia capacità di entrare in qualunque stanza senza essere impaurito; il modo in cui tratto la gente con lo stesso rispetto con cui vorrei essere trattato… Ma una cosa che prego non prenda sono gli effetti che il fatto di crescere senza un padre ha avuto su di me.

Ed è qui che l’esempio di James entra in gioco per me, in quanto padre nero e cronista di storie di vita degli afroamericani. Sì, James è uno dei migliori cestisti di sempre. È un imprenditore di successo, un generoso filantropo ed è molto attivo nel sociale. Tuttavia, è la sua figura di padre e marito quella in cui mi rispecchio di più.

“LeBron verrà ricordato come qualcuno che si è mostrato nel modo giusto entro gli spazi in cui ci aspettava che apparisse”, ha detto DuBois. “Che sia a casa con i figli e la moglie, in pubblico, in un’arena politica, o che si stia impegnando per la sua comunità… lo sta facendo nel modo giusto”.