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Questo contenuto è tratto da un articolo di Connor Moreno per The Lead Sports Media, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


I Lakers vedranno mai la luce in fondo al tunnel nell’immediato futuro? Dopo la cocente sconfitta contro i Miami Heat, nel corso della quale Anthony Davis è uscito per infortunio (nulla di che, per fortuna, come chiarito QUI) e D’Angelo Russell si è fatto espellere, è giusto chiarire che – nonostante un avvio difficoltoso – non ci sia ancora stato modo di misurare il potenziale di questa squadra. Non ancora.


Tra alti e bassi di queste prime otto partite stagionali, i Lakers sono ancora sul 3-5 di record – non proprio una cattiva posizione, considerando i problemi di integrità e i momenti altalenanti del roster. Non è stato bello, certo, ma ci sono evidenti fattori su cui fare affidamento.

Due parole: Anthony Davis

Prima che si tornasse a parlare dei problemi di salute a causa dell’infortunio subito lunedì notte contro i Miami Heat, Davis ha avuto una produzione iniziale di livello MVP. AD è il collante per la difesa dei Lakers e una forza offensiva indispensabile. Da subito l’infortunio non è apparso brutto, perciò non resta che sperare che non influenzi le sue prossime gare e che il suo impatto resti tale anche al rientro.

Fiducia in LeBron

Non dovrebbe nemmeno esserci bisogno di dire qualcosa sul conto di LeBron James. Sta ridefinendo i limiti dell’umano per quello che riguarda il gioco della pallacanestro e, restrizione del minutaggio o meno, è stato davvero consistente. Prendendo come esempio la gara con gli Heat, nonostante la perdita di Davis e Russell, con i Lakers limitati a soli sei effettivi per l’occasione (togliendo i two-way), James è stato capace di prendersi ancora una volta la squadra sulle spalle e di tenere viva la partita. Per questo, e per il suo ottimo inizio di stagione, è giusto esagerare con le reazioni. Escludendo infortuni, questa produzione di James nel corso della stagione sarà più che sufficiente, i rinforzi sono in arrivo.

Reaves sta tornando

Dopo un faticoso inizio di stagione, Austin Reaves sta pian piano iniziando ad assomigliare all’ambito free agent che è stato in estate (analizzato QUI). L’avvio lento è stato argomento di discussione. Dovrebbe però essere notato come la sua estate sia stata un continui susseguirsi di pallacanestro. Dai Playoffs alla FIBA World Cup e poi immediatamente nel training camp. Era prevedibile che arrivasse appesantito a queste prime gare, ma ci si aspetta un salto, si intravede all’orizzonte – come si può dedurre dalla sua recentissima striscia, molto incoraggiante, prima del crollo generale contro i Rockets.

Salute, salute, salute.

Se però c’è una corsa da chiarire in qualunque discorso riguardi i Lakers in questo avvio di stagione è che siano stati qualunque cosa tranne che sani. Abbiamo parlato QUI dei problemi di Jarred Vanderbilt, che deve ancora fare il suo debutto, mentre Rui Hachimura ha saltato quattro gare consecutive prima del ritorno con i Rockets. Discorso simile per Gabe Vincent e Jaxson Hayes.

Insomma, non si è ancora nemmeno intravisto il potenziale di questo roster dei Lakers. Soprattutto le abilità difensive di Vanderbilt rappresentano un tratto significativo dell’identità di questo gruppo, e l’assenza di uno dei difensori più energici in assoluto della squadra – e della Lega – ha naturalmente influito sullo scarso rendimento difensivo. Allo stesso modo, Hachimura è il backup diretto di LeBron, il vero motivo per cui James ha avuto un minutaggio inusuale.

I Lakers non hanno avuto a disposizione molte opzione, e non è da escludere che sia così anche nei prossimi tempi. Ciononostante, una cosa è certa: quando i gialloviola sono stati capaci di controllare il controllabile, sono stati un’ottima squadra di pallacanestro. Ma, fino a quando l’incontrollabile sarà un fattore, sarà difficile giudicare nel complesso questi Lakers.