Da diversi anni ormai i tifosi dei New York Knicks stanno aspettando – spesso e volentieri, caldeggiando – una trade per una stella. Anche quest’estate, peró, sebbene non manchino i rumors (e quando mai), il front office guidato da Leon Rose sembra orientato a un approccio piuttosto conservativo, salvo importanti occasioni di mercato.

Ieri Fred Katz (The Athletic) ha fatto una panoramica dei nomi in orbita Knicks sul trade market, sottolineando a più riprese un assunto fondamentale: la pazienza. Se New York ha costruito l’attuale progetto intorno all’obiettivo di scambiare per una stella (disponendo di parecchi asset: tutte le proprio prime scelte al Draft, una manciata in arrivo da altre squadre, giovani interessanti come Barrett, Quickley e Grimes, e un possibile salary-filler in scadenza come Fournier), dunque non di firmarla in free agency, l’approccio della dirigenza è quello di aspettare che l’All-Star giusto (sotto vari aspetti: fit con il roster e in primis con Brunson, anagrafica, prezzo richiesto…) si renda disponibile.

Ormai è appurato che non sarà Lillard, per cui NY era fuori dai giochi anche prima che il giocatore facesse terra bruciata intorno all’unica destinazione gradita, Miami. Ci sono peró altre tre piste su cui Fred Katz si è soffermato, ovvero quelle che porterebbero a Zach LaVine, Karl-Anthony Towns e Joel Embiid.


La possibile partenza di LaVine da Chicago non è una novità, e una discussione in merito tra Knicks e Bulls ha avuto luogo nelle scorse settimane. Il prezzo richiesto dal front office di Chicago, peró, era “gigantesco“, come ha riferito a Katz una fonte vicina all’organizzazione, e le due parti “non sono mai state vicine a trovare un accordo”.

Sul fronte KAT, la storia è abbastanza simile. I Timberwolves hanno fissato, sempre secondo fonti interne alla lega, uno “sky-high price” per Towns, che ha portato New York a rinunciare ad imbastire una trattativa per il dominicano.

Rimane sullo sfondo l’MVP in carica, Embiid, il cui commitment con Philadelphia sembra più fragile che mai dopo le sue esternazioni di insofferenza negli ultimi giorni. In questo caso una trattativa potrebbe scattare solo nel caso in cui fosse il giocatore stesso a rompere con i Sixers e chiedere di essere ceduto. Accadrà? Forse, chissà, prima o poi. E New York vuole farsi trovare pronta, eventualmente, quando sarà il momento.

Insomma, la direzione al Madison Square Garden rimane la stessa da quando Leon Rose è diventato President of Basketball Operations, nel 2020. “Non stanno asepttando che si liberi una stella, ma che si liberi la stella giusta per loro”, scrive Fred Katz.

Tempo al tempo, dunque. Anche se la pazienza, come noto, non è certo la virtù più comune tra i tifosi.