FOTO: NBC Sports

“Gli Charlotte Hornets e il restricted free agent Miles Bridges stanno facendo passi avanti per un nuovo accordo e c’è ottimismo che si possa raggiungere un punto di incontro nel prossimo futuro. Prima le parti raggiungeranno un accordo, prima Bridges potrà affrontare la sospensione per la sua posizione in un caso di violenza domestica. A novembre, Bridges “non si è opposto” alle accuse.”

Queste le parole twittate da Adrian Wojnarowski, e inserite nel suo report per ESPN, riguardo alla situazione Miles Bridges, da cui deriverebbero dunque aggiornamenti inaspettati, con gli Charlotte Hornets apparentemente aperti a un reintegro. Ricordiamo che Bridges è stato arrestato, per poi andare a processo con 3 accuse di violenza domestica, subito dopo aver firmato la qualifying offer da $7.92 milioni prevista da contratto.

In caso di reintegro, dunque, seguirà una sospensione da parte della NBA, con le seguenti procedure secondo il Collective Bargaining Agreement:


Articolo 5, Sezione 7, violenza al di fuori della legge: “Quando un giocatore è condannato (inclusi “plea of guilty”, “no contest” o “nolo contendere”- il caso di Bridges) per accuse di violenza, dovrà immediatamente essere sospeso per un minimo di dieci (10) gare.”

Seguiranno poi le procedure previste dal CBA, secondo la Joint NBA/NBPA Policy on Domestic Violence, Sexual Assault and Child Abuse, con la creazione di un comitato e un programma educativo e valutativo per il diretto interessato.

Prima ancora di questo, però, è necessario chiarire come l’epiteto di “giocatore” sia attualmente l’ultimo da prendere in considerazione per Miles Bridges. Quest’ultimo è stato sottoposto a 3 accuse da parte della moglie, Mychelle Johnson, la quale ha condiviso anche foto disturbanti del proprio volto danneggiato: un’accusa per aver provocato danni al genitore di un minore e due per abuso di minore in circostanze che potessero provocare gravi infortuni o la morte.

Dopo una serie di processi posticipati, Miles Bridges si è appellato al “no-contest plea” per il primo capo d’accusa: in parole povere, non si è dichiarato formalmente colpevole, ma ha accettato di non contestare l’esito del processo. Secondo le condizioni stabilite dal plea agreement, le altre due accuse sono decadute.

Secondo quanto stabilito dalla sentenza, Miles Bridges, dunque, affronterà 3 anni di libertà vigilata, 52 settimane di consulenza per violenza domestica e altre 52 di corsi per genitori, svolgerà 100 ore di servizi socialmente utili e verrà sottoposto a test narcotici ogni settimana. Ma non andrà in galera.

Quel che fa strano è in che modo si possa pensare, al momento, al reintegro di Miles Bridges come “giocatore” o al suo contratto con gli Hornets, prima ancora che a tutto il resto, stante la situazione attuale. Alla NBA, comunque, la decisione finale.