Con l’offseason alle porte, è ora di pensare seriamente a quello che vorranno fare i giallo-viola nel loro immediato futuro.

FOTO: LOSANGELESTIMES.com

I Los Angeles Lakers necessitano di un cambiamento, se già non si fosse capito al termine della stagione scorsa. La tragica eliminazione dalla corsa al Play-In – e quindi ai Playoffs – è costata il posto a Frank Vogel, sostituito in questi giorni con Darvin Ham (del quale abbiamo parlato QUI).

Se sostituire un Head Coach è compito abbastanza semplice, quello di migliorare il livello di squadra con i pochi mezzi a disposizioni sarà invece molto complicato. L’immobilismo della passata trade deadline di febbraio è stato deludente, senza dubbio, per tutti i rumors che coinvolgevano i giallo-viola, iniziando quasi a diffondersi caoticamente per partenogenesi nelle poche ore precedenti.

La realtà dei fatti, però, è che il “temporeggiamento” di Rob Pelinka, se così si può chiamare, era a dir poco forzato dalla mancanza totale di asset a disposizione. Asset che, a differenza delle migliaia dei voci che coinvolgeranno i Lakers, non sono affatto cambiati.


Dopo la Draft lottery, è adesso certo che a Los Angeles – a meno di trade – non si potrà scegliere all’NBA Draft 2022. Con soli 8 giocatori a roster, lo spazio salariale stimato eccede già la Luxury Tax di un paio di milioni, posto che Russell Westbrook accetti la player option da $47 milioni a disposizione.

Nonostante i rumors, Brodiesecondo le ultime voci – sembra destinato (per il momento) a rimanere a LA, a meno che i Lakers non decidano, visto il valore del giocatore sceso in negativo rispetto al peso contrattuale, di includere in qualche scambio anche Draft asset. Merce rara, in questo momento, in quel di LA.

La prima First Round pick scambiabile è quella del 2027, e difficilmente verrà impiegata per cercare di aumentare il valore di un giocatore per cui, comunque, arriverebbe un investimento a perdere. Con Westbrook probabilmente ancora a roster entrando nell’offseason 2022, con il 29 giugno che sarà la deadline per le varie opzioni contrattuali, le opzioni in mano a Los Angeles sono varie.

Posto che l’ex-OKC e Rockets resti, si dovrà trovare un impiego diverso da quello dello scorso anno, facendo in modo di essere duttili mentalmente da ambo le parti (giocatore e coaching staff) e riconoscendo i limiti, certamente pesanti per un giocatore con quel contratto, ma esistenti e difficilmente arginabili:

“Il mio ruolo, quello che dovevo fare in campo, cambiava ogni singola notte. Sto cercando di capire quale sia il miglior modo di giocare così da essere capace di beneficiarne e, allo stesso tempo, aiutare la mia squadra.”

– Russell Westbrook

Se queste cose riguarderanno prettamente l’aspetto tattico, diverso è il criterio gestionale che potrebbe applicare la dirigenza. Come fatto notare da Bobby Marks, di ESPN, un’opzione sarebbe quella di tagliare Russ e spalmare il suo salario negli anni, con un cap hit di circa $15.7 milioni per tre anni. Certo, la coperta è corta. Da un lato, questa scelta permetterebbe nell’immediato ai Lakers di risparmiare più di $30 milioni da reinvestire, scendendo sotto la soglia della Luxury e dando accesso a Biannual exception e alla Full Midlevel exception da più di $10 milioni per il 2022/23; dall’altro, otturerebbe ulteriormente il salry cap per le stagioni a seguire.

Altrimenti, per concludere, la buona vecchia trade, per cui i nomi da guardare – sempre secondo Marks – sarebbero quelli di John Wall, per situazioni affini e per i rumors già diffusi, e squadra che vogliano dare indietro più giocatori, come i New York Knicks con Kemba Walker, Evan Fournier e Alec Burks già sul piatto da vari mesi.

Se Westbrook non dovesse muoversi, le opzioni a disposizione con un minimo di valore rimasto per un’eventuale trade sembrano essere rappresentate da Kendrick Nunn e Talen Horton-Tucker, secondo le recenti voci riportate su Heavy.com. Il primo accetterà probabilmente la sua Player Option da circa $5 milioni e, secondo vari executive, nonostante la passata stagione fantasma, sarebbe ancora ritenuto un buon giocatore da rotazione in relazione al contratto.

THT, invece, nonostante la fatica enorme della passata stagione, sarebbe il pezzo forte del pacchetto, principalmente per la giovane età che, secondo un coach anonimo della Western Conference, nasconderebbe del buon potenziale limitato dal contesto:

“Ha 21 anni. Gioca per i Lakers, e lì non c’è un grande progetto di sviluppo. Ogni stagione nella Lega, c’è sempre stato qualcosa a limitarlo, fra COVID e affini, ma credo che molti di noi lo vorrebbero in squadra senza pensarci. Può palleggiare nonostante sia molto lungo e grosso, può dare il via all’azione e potrebbe anche essere un difensore migliore. Ha un certo valore.”

– Western Conference Head Coach, via Heavy.com

Un simile pacchetto non servirebbe certo ad arrivare ad una superstar, ma potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza per obiettivi di mercato (già dichiarati QUI) come Duncan Robinson, Malik Beasley e Christian Wood.

Quello che dovrà fare la dirigenza sarà cercare il più possibile di valorizzare gli scarsi mezzi a disposizione per provare a rilanciare per un’ultima volta questo nucleo, arrivato ormai all’ultimo anno della LeBron James era, con i Los Angeles Lakers che non avranno probabilmente tempo di pensare ad altro se non al presente – con tutte le conseguenze che ne derivino, e deriveranno.