Haslem, Iguodala, Carmelo, DeMarcus, Griffin, Howard: chi farà un altro giro sulla giostra?

Come ogni estate, la free agency si popola di veterani dell’NBA alla ricerca di contratti al minimo salariale in una contender, per prolungare ancora di un anno la propria esperienza nella lega e provare ad arricchire la propria bacheca personale (molte volte con quello che sarebbe il primo anello in carriera). Alcuni di loro cercano la destinazione ideale per poter ancora dare un apporto tangibile sul campo, altri invece sono ricercati per le loro doti di leadership soprattutto nello spogliatoio, in un ruolo quasi ibrido tra campo e panchina.

Nella seconda delle circostanze, il caso più “eclatante” riguarda il connubio tra Udonis Haslem e i Miami Heat. Ogni estate Udonis estende di un anno la sua infinita esperienza agli Heat. Pilastro della squadra dai tempi di D-Wade e Shaq, tre anelli al dito, Haslem incarna lo spirito della Heat Culture e, anche se figura ufficialmente a roster, il suo è diventato un ruolo di mentore per il resto della squadra e di propaggine del coaching staff nello spogliatoio. Heat or nothing per Udonis, il cui prossimo anno sarebbe il suo ventesimo anno nella Lega, tutti in maglia Miami.

Nonostante abbia suggerito spesso l’idea di un possibile ritiro, invece, non ci sono ancora notizie certe sul futuro prossimo di Andre Iguodala. A 38 anni e al quarto titolo vinto, dopo una stagione personale complicata a causa dei tanti problemi fisici, Andre ha assunto un ruolo di mentore per i giovani Warriors. La versione Warriors di Haslem, insomma. Il suo futuro, però, è ancora incerto. “Sento dire che vuole giocare, poi sento dire che non vuole”, ha recentemente commentato il GM degli Warriors, Bob Myers. “Non so se voglia continuare. Qui, comunque, è stato eccezionale. Lo so che è già stato detto e scritto ovunque, ma il suo valore e apporto fuori dal campo è stato incredibile”


Un ritorno da coach in tuta per Iguodala è probabilmente l’opzione più quotata, e Steve Kerr ne sarebbe estremamente felice: “È una decisione molto importante per lui, se dovesse tornare ne saremmo grati”.

Arrivato nella Lega un anno prima di Iggy, Carmelo Anthony si è ritagliato nelle ultime tre stagioni un ruolo in uscita dalla panchina, viaggiando a 14 punti di media tra le esperienze ai Lakers e ai Blazers, e tirando con alte percentuali dalla lunga distanza. A differenza di Iguodala, però, Melo è ancora alla ricerca di un progetto che lo veda come parte delle rotazioni. Si è parlato di un possibile, romantico ritorno ai New York Knicks, dopo l’addio turbolento nel 2017.

Anche DeMarcus Cousins cerca una squadra che gli possa dare dei minuti dalla panchina. Nella seconda metà della passata stagione – alla corte di coach Malone, che lo allenò ai tempi dei Kings, nel pieno del suo prime – DMC è approdato a Denver dove si è dimostrato un buon backup di Jokic. Il 31enne nelle cinque partite del primo turno contro Golden State ha messo insieme 10.6 punti, 3.4 rimbalzi e 1.2 assist a partita.

Dopo l’infortunio al tendine d’Achille nel gennaio 2018, DeMarcus non ha più raggiunto i livelli altissimi del suo prime, e da lì ha iniziato un lungo girovagare per la lega che lo ha visto indossare, dopo le canotte di Kings e Pelicans, quelle di Warriors, Clippers, Bucks e Nuggets. Dopo che questi ultimi hanno deciso di firmare un altro veterano, ovvero DeAndre Jordan, per lo spot che Boogie ha ricoperto negli ultimi mesi, Denver ha smesso di rientrare nel novero delle possibili destinazioni del quattro volte All-Star. Qualche giorno fa, è stato visto allenarsi con Draymond Green, ex compagno durante la sua (breve) esperienza a Golden State. Che sia un indizio di mercato?

Nonostante il perentorio 4-0 con cui i Celtics hanno sweeppato i Brooklyn Nets, da quella serie Blake Griffin ne è uscito meglio di come ci è entrato. Arrivava dalla sua peggiore stagione in NBA, con appena 17 minuti d’impiego medio, 6.4 punti e 4.1 rimbalzi. Tuttavia, le sue prestazioni contro i Celtics hanno attirato attenzioni in giro per la Lega, come confermato da un dirigente della Eastern Conference a Sean Deveney (Heavy.com):

Ha lasciato un’ottima impressione per il modo in cui ha giocato contro Boston, anche se si è trattato di appena due partite. Ha giocato con grande intensità e spirito di sacrificio, mettendoci il corpo, prendendo sfondamenti e lottando su tutte le 50/50 balls. Molte squadre hanno preso nota. Si tratta di un ex All-Star e candidato MVP che si sacrifica in questo modo… Come decimo a roster, al minimo salariale, non ci pensi un attimo e te lo porti a casa. Aumenta il livello di tutti.

Secondo la stessa fonte, Bulls, Lakers e Heat sarebbero le destinazioni più papabili.

Ex Dunk Contest champ come Griffin, anche Dwight Howard è alla ricerca di un nuovo contratto la prossima stagione. La sua esperienza ai Lakers, infatti, dovrebbe essere alla fine, per la terza volta. Per Superman non si parla ancora di nulla di concreto, ma circola qualche indiscrezione su un suo ritorno agli Orlando Magic e di un interesse dei Golden State Warriors.

Esauriti, o quasi, i migliori free agents di questa offseason, ora sono i super-veterani ad aspettare una telefonata.