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I Los Angeles Lakers sono stati in corsa per Kyrie Irving dall’estate scorsa fino al momento della trade tra Nets e Mavs, senza però riuscire a trovare un accordo per portare l’ex Cavs e Celtics in California, ricomponendo il duo con LeBron James protagonista nelle NBA Finals 2016. Il motivo, secondo quanto emerso nei giorni successivi al gong di mercato, risiede nelle sproporzionate richieste avanzate da Sean Marks in sede di trattativa.

Come avevamo riportato qui, il proprietario dei Nets, Joe Tsai, in seguito alla richiesta di trade di Irving aveva espresso alla dirigenza la sua ferrea volontà che il giocatore non fosse spedito ai giallo-viola. E così, il front office di Brooklyn ha risposto alla proposta di Rob Pelinka con una contro-offerta che si può definire, senza esagerare, fuori scala.

Stando a quanto raccontato dall’insider Marc Stein, il package pervenuto da LA era composto da Russell Westbrook e due prime scelte al Draft (2027, 2029). La risposta di Marks e soci:


“Basandomi su quello che mi è stato detto della trattativa, i Nets hanno chiesto ai Lakers molto più di quanto hanno chiesto a tutte le altre squadre interessate, inclusi i Mavs con cui hanno chiuso l’affare. Westbrook e le due scelte al Draft non ano abbastanza: volevano che fossero inclusi anche Reaves, Christie e Hachimura. In pratica, tutti gli asset in possesso dei Lakers…”

– Marc Stein

E così, per volere di Joe Tsai, il matrimonio annunciato tra Irving e i Lakers non è mai avvenuto. Per ora, almeno.