FOTO: Dallas Morning News

Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


La carriera di Kyrie Irving nel febbraio del 2023 era in crisi. Per lui era arrivato il momento di lasciare i Brooklyn Nets al termine di un’esperienza fatta di picchi clamorosi, ma anche di momenti meno belli come la sospensione arrivata a ottobre 2021 oppure l’infortunio rimediato nella serie contro i Bucks. Ad avergli dato la possibilità di un nuovo inizio sono stati i Dallas Mavericks, i quali pochi giorni prima della trade deadline della scorsa stagione hanno spedito Dinwiddie, Finney-Smith, due prime scelte e una seconda a Brooklyn per avere in cambio Irving e Markieff Morris. Proprio qui in Texas Kyrie ha ritrovato anche una coppia di volti familiari: il coach Jason Kidd e il general manager Nico Harrison. Ora, più di un anno dopo, la nuvola di dubbi che copriva Irving ed il suo attivo a Dallas è sparito e si parla solo dei Playoffs e del suo basket, con i Mavs sul 2 a 2 nella serie di secondo turno contro gli Oklahoma City Thunder.


”Sono stati sempre vicino ai più grandi di sempre, Kidd ha allenato e giocato con molti di loro. Da giovane avrei proprio voluto persone di questo calibro accanto, quindi sì, sono grato di avere coach Kidd e Nico nella mia vita. Ora sono un uomo, ho una moglie e dei figli, ho una relazione con Dio e ho relazioni genuine con le persone che mi stanno intorno e che non sono costruite per il fatto che sono un giocatore. Apprezzo di avere quella maturità che volevo e di poter vivere il sogno che avevo da quando ero bambino: avere delle brave persone accanto ed essere uno dei più grandi di sempre.”

Kyrie Irving ad Andscape
FOTO: Andscape

I legami fra Kyrie e Nico risalgono invece ai tempi della high school, dove l’attuale GM dei Mavericks l’ha visto per la prima volta in azione mentre giocava nella Nike Élite Young Basketball. Nell’agosto del 2009 Irving era un liceale in ascesa quando guidò gli USA East alla vittoria della Nike Global Challenge, vincendo anche il titolo di MVP con medie di 21.3 punti e 4.3 assist. L’All-American della Parade First-Team del 2010 ha giocato anche al Nike Hoop Summit e al Jordan Classic del 2010, grazie alla quali ha potuto conoscere meglio i dirigenti Nike.

”L’EYBL e i nostri scout ripetevano di guardare giocare quel ragazzo di nome Kyrie perché era fantastico. Quando vado a vedere quelle cose guardo solo i migliori giocatori, eravamo andati a vederlo giocare e non aveva deluso. Lo conosciamo da allora e tutto il team aveva dei buoni rapporti con lui.”

Nico Harrison

”Ero con Nike e con Jordan già quando avevo 16-17 anni, mi hanno preso sotto la loro ala protettiva e mi hanno aiutato a crescere.”

Kyrie Irving

Il 28 giugno del 2021 i Mavericks cambiarono faccia. Salutarono lo storico coach Rick Carlisle e il general manager Donnie Nelson per sostituirli rispettivamente con Jason Kidd e Nico Harrison. Kidd aveva già avuto esperienza head coach con i Brooklyn Nets ed i Milwaukee Bucks e tornava a Dallas, proprio dove nel 2011 aveva vinto l’anello al fianco di Dirk Nowitzki. Per Harrison, invece, fu una sorpresa e lasciò il suo ruolo di Vice-President of Basketball Operations dell’America del Nord per Nike dopo quasi due decenni nei quali ha lavorato a stretto contatto con tantissime star, come ad esempio Kobe Bryant. Nel 2012 Irving venne selezionato in una rappresentativa dei migliori giovani dell’NBA contro la quale si sarebbe dovuto allenare il roster statunitense che sarebbe volato a Londra per i Giochi Olimpici. Qui Kyrie e Kobe strinsero un importante legame dopo che il primo lo sfidò a un uno-contro-uno che diventò ben presto virale. La leggenda dei Lakers imparò a rispettarlo dopo che capì che avevano un’etica del lavoro simile e che Irving voleva essere uno dei più grandi. Prima del tragico incidente in quel 26 gennaio 2020, quando Kobe perse la vita a Calabasas in California insieme alla figlia Gianna di 13 anni e ad altre sette persone, non c’erano tante persone vicine a lui quanto Nico Harrison, il quale sapeva benissimo della relazione fraterna tra Kobe e Kyrie.

“Avevano un ottimo rapporto, tutto era iniziato con uno scambio di battute come quelle che ora si vedono sui social, ma Kyrie era uno che ragionava, voleva essere il migliore, credo che avrebbe scelto di avere il suo cervello. Lo stesso Kobe aveva molto rispetto per lui, il loro rapporto è iniziato come mentore-allievo e poi si è sviluppato come un vero legame.”

Nico Harrison

Kidd nella sua carriera è stato nominato All-Star per ben 10 volte, è secondo per assist effettuati nella storia della lega ed è riconosciuto ampiamente come una delle point guard migliori di sempre. Irving ha detto che da giovane era suo fan, che ha seguito tutta la carriera di Kidd e che è sempre stato ammiratore del suo QI cestistico. Kidd, invece, ha affermato di aver preso confidenza con Kyrie quando giocava nel circuito di preparazione della Nike. Nel 2019 hanno cenato insieme quando Irving giocava per i Boston Celtics e da lì cominciò a chiamarlo “Big Bro”, quella sera scoprirono di aver avuto lo stesso coach di tenuta fisica e anche di condividere il giorno del compleanno.

”Ho sempre sentito delle storie su di lui dal mio coach che mi raccontava delle nostre somiglianze e delle nostre differenze, se mai avessi avuto la possibilità di giocare per lui sarebbe stata la prima persona per la quale avrei voluto dare il massimo. Prima dei Mavs avevamo avuto qualche conversazione semplice, erano parole tra fratello maggiore e fratello minore.”

Kyrie Irving

”Mi chiama Big Bro, è un gesto rispettoso, credo che abbiamo molte cose in comune”

Jason Kidd

Irving aveva firmato con i Brooklyn Nets, franchigia della città nella quale è cresciuto, nel 2019 con molte aspirazioni di anello insieme a Kevin Durant e successivamente anche James Harden. La prima stagione del Big Three fu sfortunatissima e sia Irving che Harden s’infortunarono durante i Playoffs. Nella stagione 2021/22, invece, Irving venne sospeso dalla squadra quando rifiutò il vaccino per il Covid e in quella successiva venne squalificato per otto partite a causa di un documentario che pubblicò sui social che venne descritto come antisemita. Infine, ha perso il contratto con Nike. Kyrie ha giocato 143 partite con i Nets, di cui solo 74 con Durant e il 5 febbraio è stato scambiato ai Mavericks in cambio di Dinwiddie, Finney-Smith e scelte future. Guardando al passato, Kyrie sostiene che avrebbe voluto studiare il modello di business che c’è all’interno della lega.

“Quando venni draftato dai Cavaliers con la prima scelta assoluta non sapevo cosa significava essere un professionista, nessuno te lo insegna. Quando sono entrato nella lega non ero interessato a conoscere il mio general manager a livello personale o la sua carriera, così come lui con me. A Cleveland ci fu prima Chris Grant e poi David Griffin, a Boston incontrai tanti proprietari, il general manager e Danny Ainge, che era stato un campione NBA, e infine a Brooklyn c’era Sean Marks. Ci sono tanti ragazzi che occupano posti dirigenziali, ma attualmente do più importanza al lato umano che ai grandi contratti.”

Kyrie Irving

Nonostante il tumulto ed i dubbi che vi erano intorno all’arrivo di Irving a Dallas, sia Harrison che Kidd erano ansiosi di vederlo al fianco di Doncic. Entrambi avevano fiducia sul fit tra i due in quanto Kyrie aveva già vinto un titolo con accanto un giocatore d’élite come LeBron e inoltre entrambi lo conoscevano bene e sapevano che avrebbero potuto ottenere il meglio da lui sia dentro che fuori dal campo.

”Stavamo cercando da tempo di capire come mettere un’altra stella accanto a Luka e quando Kyrie è diventato disponibile a essere scambiato ci siamo affrettati subito. Lo conoscevo e quando conosci veramente qualcuno conosci il suo cuore, il suo carattere, la sua etica del lavoro e questo ti dà la sicurezza necessaria per fare una mossa del genere.”

Nico Harrison

”Ero assolutamente d’accordo semplicemente conoscendo le sue capacità e la persona che è. Pensavo che potesse aiutarci e così sta facendo.”

Jason Kidd

In 58 partite di Regular Season Irving ha segnato di media 25.6 punti, con il 41% da tre punti e il 50% dal campo, oltre ad aver fornito 5.2 assist; nei Playoffs sta viaggiando a medie di 21.9 punti con il 43% dall’arco e quasi il 50% dal campo. Kyrie ha affermato che Kidd lo conosce bene e che sa perfettamente come tirare fuori il meglio da lui.

”È bravissimo, è un ragazzo intelligente che sa parlare di molte cose, non solo di pallacanestro.”

Jason Kidd

Harrison ha detto di essere ancora entusiasta della trade per Irving sia dentro che fuori dal campo. Ha aggiunto che il segreto del loro lavoro è essere sempre chiari e onesti e che non ha mai avuto alcun dubbio che lui e Doncic potessero coesistere.

”Sono grato per la decisione presa e penso che lo siano tutti all’interno dell’organizzazione. È fantastico già solo vederlo essere sé stesso e, se parli con chiunque dei suoi compagni di squadra, ti dirà che è sorpreso che ci sia stata della negatività intorno a Kyrie dato che è una persona sempre positiva, sorridente e felice.”

Nico Harrison

Irving ha detto che la rappresentanza afroamericana a Dallas è molto importante per lui e per la franchigia: i Mavericks hanno probabilmente la più forte presenza afroamericana nella leadership con Nico Harrison, Kidd, il vice general manager Michael Finley e Cynthia Marshall, la prima donna CEO di colore. Irving ha anche un agente di colore, la sua matrigna Shetellia Riley Irving. Kidd ha anche aggiunto che per Kyrie è molto importante la rappresentanza afroamericana al fine di mostrare e ispirare la generazione futura ad occupare posizioni di livello.

”Pensa sempre agli altri e non solo a sé stesso, penso che stia davvero cercando di aiutare altre persone a perseguire percorsi o carriere diverse in questo settore. Penso che sia straordinario vedere quanto lui ami tutto ciò.”

Jason Kidd

Irving ha firmato un contratto triennale da 126 milioni di dollari complessivi nella scorsa offseason da free agent, il livello di comfort e la fiducia di Harrison e Kidd hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua scelta di rimanere a Dallas.

”Questo è probabilmente il motivo per cui ho firmato questo contratto che ci dà anche flessibilità come squadra. In più sto con persone che conosco e che amano il gioco quanto me in modo che io possa continuare a crescere come uomo e come giocatore.”

Kyrie Irving