Punti nel pitturato e rimbalzi: così i Timberwolves hanno sfruttato le debolezze dei Lakers in Gara 3

La più grande incognita in casa Los Angeles Lakers dopo la trade Doncic era la mancanza di personale nel reparto lunghi. L’arrivo sfumato di Mark Williams ha lasciato JJ Redick alle prese con una rosa con un solo lungo di ruolo: Jaxson Hayes. Inizialmente i gialloviola sono riusciti a non far pesare il problema, ma i Playoff sono il luogo in cui nascondere i difetti diventa impossibile.

Stanotte i Lakers hanno perso una Gara 3 molto importante. E hanno perso principalmente proprio per la mancanza di un lungo.

Jaxson Hayes ha giocato solamente 9 minuti, divisi tra inizio primo quarto e inizio terzo quarto, registrando un -13 di plus/minus piuttosto indicativo. Pur essendosi dimostrato un giocatore utile durante la stagione regolare, non è pronto al livello che richiede la post-season. Per 39 lunghi minuti i Lakers hanno giocato con quintetti “small”, una soluzione obbligata che non ha pagato i dividendi previsti.

Sarebbe sbagliato dire che i Lakers sono “piccoli”. Non lo sono affatto. Hanno tante ali alte, grosse e fisiche come Hachimura, Finney-Smith, Vanderbilt e, ovviamente, LeBron James. E la loro Point Guard titolare, Luka Doncic, è sovradimensionata rispetto ai suoi pari ruolo. È più o meno la formula che hanno utilizzato gli Warriors per anni.

Ma quando giochi senza centro tutti e cinque i giocatori in campo devono fare uno sforzo in più, sia nelle rotazioni difensive che a rimbalzo. Non c’è più Anthony Davis, non c’è un protettore del ferro tradizionale, non c’è margine di errore: il risultato di ogni piccola distrazione è un canestro semplice nel pitturato o un rimbalzo offensivo.

Stanotte i Timberwolves hanno segnato 56 dei 116 punti nel pitturato, 30 in più rispetto agli avversari. Un’enormità. Hanno inoltre catturato 9 rimbalzi offensivi, di cui ben 5, pesanti, nel secondo tempo.

Nelle situazioni di difesa schierata, l’impatto della mancanza di un’ancora difensiva nel pitturato è accentuato dal piano partita dei Lakers. Quando Anthony Edwards ha la palla sulla punta, i due difensori in ala sono chiamati a fare il cosiddetto “stunt”, stringendo per evitare la penetrazione facile. Questo fa sì che Jaden McDaniels possa ricevere e attaccare dal palleggio una difesa già mossa.

La sua prestazione monstre da 30 punti, di cui 24 segnati nel pitturato, non è un caso. È la risposta alle scelte dei Lakers, che ora saranno chiamati a fare un ulteriore aggiustamento.

E non sarà facile, perché la costruzione del roster rende la coperta piuttosto corta. L’attacco richiede la presenza contemporanea di Doncic e Reaves, ma la difesa è chiamata a proteggerli, e la protezione su loro due libera spazi per l’attacco degli avversari.

Gara 4 tra soli due giorni sarà già decisiva.