Diamo un’occhiata ai giocatori più clutch in stagione.

FOTO: NBA.com

Chi siamo? Da dove veniamo? Perché l’idea di clutch time ci esalta così tanto? Tutti interrogativi che difficilmente troveranno risposta, ma che meritano almeno di essere approfonditi. Soprattutto l’ultimo, dopo che l’NBA ha istituito il nuovissimo Clutch Player of the Year Award, dedicandolo a Jerry West, e assegnandolo in questa prima edizione a De’Aaron Fox. Di seguito vi lasciamo intanto un’analisi sul clutch time, mentre in fondo all’articolo troverete la classifica dei giocatori più “freddi” in stagione, in base ai numeri.

Intanto, la vera difficoltà sta nel definire se ciò che chiamiamo “clutch” esista, o meno, e questo è un discorso lungo e complesso, che merita sicuramente un noiosissimo approfondimento a parte. Sintetizzando, ci sono svariate correnti di pensiero, tutte legittime: da un lato, ogni canestro è assolutamente importante, e creare un enorme divario a inizio partita aumenta senza dubbio le chance di vittoria; dall’altro, un canestro segnato allo scadere è ovviamente qualcosa di irreversibile, e ha dunque un impatto sulle probabilità di vittoria molto maggiore rispetto a uno realizzato nel garbage time; infine, esiste anche una componente psico-fisica, che però è sottoposta a variabili dipendenti dalla persona, dal contesto, dalla fatica provata nei minuti precedenti, tutte cose analiticamente non valutabili e che, possono influire sulla valutazione della “clutchness” di un individuo.

Non vi annoieremo oltre con tutti questi discorsi, dei quali potete trovare un’ottima versione su Inpredictable.com, sito sul quale è stato effettuato uno studio riguardo al clutch time, e dal quale vi riportiamo un estratto significativo:


“Un tiro preso all’ultimo minuto con la propria squadra sopra di 5 non è tanto ‘clutch’ quanto una tripla segnata negli ultimi 10 secondi con la propria squadra sotto di 2. Per fortuna, possiamo usare la ‘win probability’ per creare una definizione più sfumata di ‘clutch’, una che sia più in linea con quello che ci si aspetta da una situazione ‘clutch’.

Un tiro ‘clutch’ è uno per cui il risultato del tiro abbia un impatto, quando cioè esiste una differenza evidente tra segnare o sbagliare. La differenza in ‘win probability’ tra i due possibili esiti, lo ‘swing factor’, ci dice quanto importante sia il tiro. Un tiro allo scadere con la squadra sotto di 1 darà come esito una win probability del 100% se segnato, dello 0% se sbagliato – un’oscillazione massima del 100%.”

Per anticipare ogni critica: quello su cui lo studio si basa è l’aumento di chance di vittoria (‘win probability’, calcolate in termini statistici) date alla squadra soltanto basandosi SOLO sui tiri segnati da un determinato giocatore, non considerando assist, difesa etc. Una pura curiosità approfondita per svago, che non ne riduce in alcun modo il valore, essendo la pallacanestro stessa uno… svago.

Detto ciò, potete trovare tutti i parametri accurati all’articolo in questione, e dei quali forniamo la tabella riassuntiva:

Come si può notare, la divisione in base al tempo sul cronometro e al divario tra le due squadre si articola secondo tiri presi in garbage time, in normali situazioni di gioco, in momenti clutch e, infine, in momenti double clutch: tutti quelli, cioè, che aumentano la ‘win probability’ di molto, nello specifico di oltre il 18% se da 2 punti, oltre il 32% se da tre punti (ovviamente, variando in base a tempo rimasto e divario nel punteggio).

Fatta questa doverosa premessa, il sito ha creato una tabella interattiva che riassume percentuali e frequenza per tutti i giocatori NBA negli anni, che vi lasciamo QUI, se voleste divertirvi. Da parte nostra, invece, se non aveste tempo da perdere, ecco la classifica di questo inizio di stagione secondo i soliti tiri double clutch (minimo 5 tiri tentati), con un commento finale.

Breve guida:

Nome: confidiamo nel lettore per non avere bisogno di spiegazioni

FGA: quanti tiri double clutch il giocatore ha tentato in totale

Freq%: quanti tiri sul totale di quelli di squadra sono double clutch

eFG%: efficienza al tiro, adattando il valore di una tripla a confronto con un tiro da due punti

NomeFGAFreq%eFG%
D. DeRozan354745.7
D. Fox335256.1
Trae Young284239.3
J. Butler263855.8
L. James223931.8
D. Mitchell225129.5
L. Doncic223231.8
SGA213942.9
J. Clarkson202735.0
S. Curry193363.2
B. Beal194360.5
J. Brunson193842.1
J. Embiid183150.0
L. Markkanen182438.9
K. Leonard184033.3
J. Tatum173126.5
T. Haliburton173541.2
Z. LaVine172344.1
T. Herro172567.6
K. Thompson162828.1
CJ McCollum163534.4
T. Rozier163037.5
J. Murray163328.1
J. Brown152753.3

Commento:

  • De’Aaron Fox e DeMar DeRozan si confermano una certezza come quantità coordinata alla qualità, sebbene la point guard dei Kings viaggi a percentuali folli prendendosi più della metà dei tiri clutch di squadra;
  • a tal proposito, solo Fox e Donovan Mitchell superano il 50% di frequenza sul totale di squadra ma, anche qui, l’efficienza non è minimamente paragonabile;
  • infatti, Fox fa parte della categoria “over 50%” in termini di eFG%, della quale fanno parte solo pochi nomi, quali: Jaylen Brown, Tyler Herro (CLAMOROSO 67.6 eFG%!), Joel Embiid, Bradley Beal, Stephen Curry, Jimmy Butler e la già citata star di Sacramento.

In poche parole, il premio si conferma meritatissimo, essendo De’Aaron Fox: 2° per tentativi, 1° per frequenza e 4° per efficienza. Un dominio assoluto, che vale la pena di rivivere, possesso dopo possesso: