Siakam, e i fan dei Raptors, meritano di meglio.

FOTO: Lakeland Today

Questo contenuto è tratto da un articolo di Louis Zatzman per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


“Dov’è il Kyle e dov’è il Lowry? Dov’è il corno che suonava? Sono passati come la pioggia sulle montagne, come il vento nei prati. I giorni sono calati a Nord dietro le colline, nell’ombra. Come siamo giunti a questo?”


Ottima domanda, coach Theoden, ma conosciamo già la risposta. Io stesso ne ho scritto molte molte molte volte. Molte, davvero. Ma adesso, ne sto scrivendo perlopiù perché i Raptors hanno perso la loro ultima partita contro i Utah Jazz per nessun altro motivo al mondo se non una esecrabile incapacità difensiva di navigare sui blocchi e incomprensibili scelte offensive, oltre che per questioni di comunicazione. A dire il vero, forse anche per altre ragioni, ma non porterebbe a nulla indagare sul perché Toronto sia così disastrata. La domanda è cosa si possa fare. Forse, il solo modo di uscire da questa situazione è scambiare Pascal Siakam.

Si tratta di una cosa terribile, trattandosi di uno dei volti scolpiti sul Mount Rushmore di questa franchigia, fra i primi cinque per punti, rimbalzi e assist, partito titolare in una squadra da titolo. Ma per Toronto non sembra esserci un modo migliore di progredire. Questa squadra, per come stanno le cose, non è costruita per vincere, che sia adesso o in futuro. Onestamente, non ci va neppure vicina, e il front office non può continuare a convincersi del contrario. Ma scambiare Siakam può dare ai Raptors una possibilità di fare un salto fuori da questa traiettoria. Possono resettare tutto, risolvere la questione finanziaria con il Camerunense, OG Anunoby e Gary Trent Jr., tutti prossimi free agent, e riempire lo scrigno del talento con alcuni giovani o Draft pick che possano prima o poi aprire una finestra per il titolo in futuro.

Ci sono svariate ragioni per cui preferire uno scambio di Siakam rispetto a uno di Anunoby. La prima, è che probabilmente riceverebbe offerte più laute in eventuali trattative. Dopotutto, è il miglior giocatore a roster e quello con più traguardi raggiunti in carriera. La seconda, OG sta meglio accanto a Scottie Barnes: è il miglior difensore e tiratore, e Barnes è diventato così bravo a iniziare l’azione che le abilità del camerunense sono meno significative rispetto ai vantaggi che porta Anunoby. Questo lo dimostrano i numeri: sebbene Siakam abbia il migliore on/off di squadra, il net rating di Toronto con OG accanto a Barnes è migliore di quello con Spicy P.

Blake Murphy di Sportsnet di recente ha scritto su come si identifichi una futura stella già presente nella Lega, supportato dalle opinioni di Samson Folk. Oklahoma City Thunder e Indiana Pacers sono in una buona posizione in ottica futura perché hanno riconosciuto il potenziale da superstar di Shai Gilgeous-Alexander e Tyrese Haliburton prima che diventassero giocatori di calibro All-NBA. Entrambe le squadra hanno dovuto fare sacrifici di stelle già affermate (Paul George e Domantas Sabonis) per arrivare a questi giovani, ma nessuna delle due se ne pente al momento.

Siakam è nella stessa posizione di George e Sabonis, è una star affermata, ma i Raptors devono assicurarsi di non pentirsi della sua cessione. Se Toronto dovesse scambiarlo, dovrebbe farlo per una futura stella e per qualche prima; qualora dovesse tenerlo, si tratterebbe di un percorso molto più lungo verso un qualche progresso. Di nuovo: fa male, ma ci sono i segni premonitori, dal punto di vista della franchigia. Ci sono presagi di successo senza Siakam: il trio composto da Scottie Barnes, OG Anunoby e Gary Trent jr. ha un net rating di +15, seppur in soli 130 minuti, campione criminalmente piccolo. Non un vanto per Darko Rajakovic (nonostante stiano giocando più insieme ultimamente), dato che si tratta del miglior trio di Toronto con almeno 100 minuti in campo. E il bello è che ha 500 minuti in meno del gruppo più usato, sebbene si tratti di tre dei sei giocatori maggiormente rilevanti. Non è chiara questa esitazione di Rajakovic, ma non perdiamoci in chiacchiere: l’idea è che la squadra abbia lineup di maggior successo quando Siakam è fuori – il trio ha giocato metà dei suoi minuti totali senza di lui e ha comunque un net rating di +11.

E non parliamo di qualcosa di difficile da prevedere. Mettere attorno a Barnes tiratori, taglianti e muovere la palla è sempre stata la luce della via verso il futuro. Siakam è talentuoso – il miglior creator a roster – e la sua produzione dà un contributo enorme per l successo, come detto ha il miglior on/off di squadra. Ma i Raptors possono costruire un contesto vincente anche senza di lui. Barnes è il futuro e la sola ragione per cui questa stagione non sia del tutto dolorosa, lo dimostra anche la prestazione nella sconfitta contro i Jazz da 32 punti, 14 rimbalzi e 7 assist, con 4 triple segnate. E questo al netto di un secondo tempo tranquillo. La qualità del suo gioco è così alta che Toronto non può perdere tempo, deve creare una squadra più complementare per lui anziché, sapete, inibirne le doti o il successo.

Inoltre, ci sono squadre che hanno bisogno di ali forti, che vogliono rinforzarsi per i Playoffs e che grondano di giovane talento. Sacramento Kings (Keegan Murray), Indiana Pacers (Andrew Nembhard), New Orleans Pelicans (Trey Murphy III), Oklahoma City Thunder (Jalen Williams) e Atlanta Hawks (AJ Griffin) sono le prime a venire in mente. Murray, Williams e Murphy sono off-limits, sono già troppo forti ma, se i Raptors potessero arrivare a uno di questi, in aggiunta a una o due first-round pick, sarebbe un colpaccio. I Detroit Pistons non rientrano nella categoria di squadre desiderose di aggiungere una stella secondaria ma, se Jaden Ivey fosse disponibile, sarebbe un nome in cui credere. In ogni caso, qualunque delle trade sopracitate cambierebbe l’aspetto di Toronto, dove c’è bisogno di nuova aria. Perché i sei giocatori citati sono giovani e non hanno contratti mostruosi, perciò il cap di squadra verrebbe influenzato in positivo da un eventuale scambio. E questa trasformazione sarebbe necessaria per tornare a competere. Prendiamo i Pacers come esempio.

Fingiamo che i Raptors scambino Siakam per Nembhard e Buddy Hield – non credo che i Pacers lo farebbero, ma poniamo per assurdo – e altro per far tornare i conti, diciamo Obi Toppin. Il secondo sarà free agent, perciò non risolverebbe i problemi finanziari, trattandosi di uno dei migliori cinque tiratori dell’ultima decade che Toronto non lascerebbe andare via a zero in free agency. Ma, se decidessero di farlo, i Raptors libererebbero molto spazio salariale per l’estate prossima, quando i giocatori previsti ancora sotto contratto saranno Jakob Poeltl, Dennis Schroder, Chris Boucher, Barnes, Gradey Dick, Jalen McDaniels e Christian Koloko. Rinunciando a restricted free agent come Precious Achiuwa e Malachi Flynn, ri-firmando solo uno dei prossimi unrestricted free agent (diciamo Anunoby), Toronto potrebbe potenzialmente avere spazio per un max contract. Non sarà una free agency stellare, probabilmente Hield sarebbe l’opzione migliore e la più realistica sul mercato, perciò fingiamo di tenerlo in un altro scenario del tutto ipotetico. Tenendo Nembhard e Hield, rifirmando Anunoby e Trent, non ci sarebbe spazio salariale e questa squadra non sarebbe migliore in termini assoluti, di puro talento (Siakam è davvero eccellente), ma almeno si potrebbe evitare la luxury tax con qualche mossa collaterale. Oltre a questo, se Nembhard si sviluppasse come qualcosa di vicino a una stella, i Raptors diventerebbero in futuro meglio di adesso. Un quintetto con Nembhard, Anunoby, Hield, Barnes e Poeltls avrebbe giocatori nei loro ruolo preferiti e discreti tiratori, il meglio che Toronto possa attualmente chiedere.

A questo punto, ci sarebbe da fare una complessa analisi sulla mancanza di fiducia di questa squadra. Questa è certamente pseudoscienza e quasi impossibile da conoscere a meno che non si sia dentro la squadra, ma la sconfitta con i Jazz è stata un bel campanello d’allarme, uno dei tanti di questa era. Barnes ha salvato i Raptors da quella che sarebbe stata la peggior sconfitta del periodo post-Lowry contro i Charlotte Hornets un paio di notti fa, perciò sì, non è un bel momento per il basket canadese. La parte peggiore è che la sconfitta di Toronto contro Utah non è nulla di che, non per questa squadra, ce ne sono state altre come quella prima. I Raptors stanno fallendo in parti del gioco che, visto il talento a roster, dovrebbero risultare facili: difesa, rimbalzi, ancora difesa. Non si chiede molto, almeno di parlare l’uno con l’altro per sapere quale tipo di copertura si stia usando.

Ecco come siamo finiti a scrivere di scambi. Non è come le cose dovevano andare, ma è come vanno a volte. I Raptors possono essere aggiustati ma, sempre di più, sembra che questi Raptors non possano. Perciò, la sola risposta è il cambiamento.