FOTO: Golden State Of Mind

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nebai Esaias per The Lead Sports Media, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Il rating offensivo dei Golden State Warriors, pari a 111.3, si colloca al 20° posto in NBA. Nelle ultime 15 partite, l’attacco dei Warriors è stato il 24° della lega con una valutazione offensiva di 109.1. In questo periodo sono andati 6-9 e sono scesi al decimo posto a ovest.

Stephen Curry ha bisogno di aiuto

In questa stagione, Stephen Curry ha una media di 22.9 punti a partita, la più bassa dalla stagione 2012/13. Nonostante il calo nello scoring, Curry è ancora a +11.8 nel net rating e a +17.2 nei punti segnati per 100 possessi quando è in campo. A 36 anni, Curry sta ancora dimostrando di essere il motore dell’attacco, ma ha un disperato bisogno di aiuto.

Mancanza di identità

Stabilire una difesa d’élite e trasformarla in attacco immediato è stata la formula del successo dei Dubs nel corso degli anni. Soprattutto in mancanza di una vera seconda opzione, i Warriors avevano bisogno di migliorare l’attacco in transizione in questa stagione. I Dubs sono al 14° posto nella NBA per pace (99.6) e al 13° posto per attacco in transizione, con una media di 23.7 punti a partita. Sebbene questi numeri non siano orribili, non sono abbastanza buoni se si tiene conto del loro organico. Senza un vero realizzatore “numero due” a roster, i Dubs hanno avuto grossi problemi con il loro attacco a metà campo e dovrebbero cercare di giocare più velocemente per risolvere alcuni dei loro limiti offensivi.

Un esempio lampante delle loro difficoltà offensive si è verificato nei quarti di finale della Emirates NBA Cup. La posta in gioco era alta, poiché il vincitore avrebbe timbrato il biglietto per Las Vegas per la Coppa NBA. In questa partita i Warriors hanno commesso sei violazioni dello shot-clock, due delle quali negli ultimi tre minuti. Quando il gioco rallenta e più corpi si accaniscono su Curry, i Warriors non hanno abbastanza giocatori in grado di creare con continuità occasioni di qualità a canestro.

Il declino di Buddy Hield

I Warriors hanno iniziato la stagione 12-3 e sono stati in testa alla Western Conference, soprattutto grazie all’ascesa di Buddy Hield. Hield è stato ingaggiato nella offseason per rimpiazzare un po’ di abilità al tiro quando Klay Thompson ha deciso di lasciare la Baia per i Dallas Mavericks. Dal 2020/21, Hield ha realizzato il secondo maggior numero di tiri da tre punti dell’NBA dietro a Curry ed è stato considerato un elemento perfetto per l’attacco dei Warriors. Durante questo periodo di 12-3, Hield ha avuto una media di 16.2 punti con percentuali di 47.3/44.2/88.9. Da allora, Hield ha registrato una media di 10.2 punti a partita con percentuali di 37.9/33.3/93.3. I Warriors sono 16-8 quando Hield segna più di 10 punti in questa stagione.

La mancanza di una seconda opzione

La principale priorità di Golden State in questa offseason era l’acquisizione di una stella al fianco di Curry. Sebbene fossero in lizza Paul George e Lauri Markkanen, non erano disposti a separarsi dal loro nucleo giovane e dal futuro Draft capital. I Warriors si sono affidati allo sviluppo di Jonathan Kuminga e credevano che Andrew Wiggins potesse diventare la seconda opzione in fase di scoring. Wiggins ha una media di 16.8 punti a partita, con percentuali di 45.1/39.0/79.2. Si tratta di numeri solidi, ma che non corrispondono a quelli di una seconda opzione. Con una media di 16.8 punti a partita in 45.9/34.5/63.9, Jonathan Kuminga ha avuto una stagione altalenante. Entrando e uscendo dalla formazione titolare e non avendo un ruolo stabile nella rotazione, non ha fatto il salto di qualità che i Warriors si aspettavano. Anche in questo caso, non è un’opzione numero 2.

L’acquisto di Dennis Schröder avrebbe dovuto alleviare alcuni compiti di Curry nel ball-handling e fornire ai Dubs un altro capace realizzatore. L’esperimento Schröder a Golden State non ha ancora funzionato come i Warriors speravano. Nelle sue prime 15 partite con la squadra, il tedesco ha totalizzato una media di 10.2 punti a partita con percentuali di tiro di 34.6/27.4/77.8. Il gioco di Schröder – che per tutta la sua carriera è stato un giocatore primario di pick&roll, ma che si trova inserito in un attacco motion in cui la palla si muove costantemente – ha reso difficile l’adattamento al sistema.

I Golden State Warriors sono 20-20 e si avvicinano alla metà della stagione. È fondamentale che il supporting cast della squadra possa migliorare il proprio livello di gioco, in modo che il nucleo possa trovare la propria identità sul lato offensivo del campo, nella speranza di raggiungere i Playoffs.