Sotto 1-3 nella seria contro i Miami Heat, New York si interroga su cosa sia andato storto.

FOTO: The Knicks Wall

Questo contenuto è tratto da un articolo di Candace Pedraza per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Alberto Pucci per Around the Game.


Se si pensa agli allenatori più capaci di compiere aggiustamenti durante una serie di Playoffs, il nome di Tom Thibodeau, attuale allenatore dei New York Knicks, non è tra i primi a balenare nella mente degli appassionati. Al contrario, l’uomo che sta allenando contro di lui nell’attuale serie di semifinale di conference, Erik Spoelstra, è uno dei migliori coach in questo fondamentale – data la sua capacità di schierare formazioni diversissime e comprendere al volo cosa si debba tenere di qualunque bozza di rotazione.


In questa post-season, nonostante la netta vittoria contro i Cleveland Cavaliers, i Knicks sono sembrati carenti nel reparto novità, soprattutto contro i multiformi Miami Heat. Unico cambiamento riscontrabile nella squadra della Big Apple è stato l’inserimento di Josh Hart in quintetto al posto di Quentin Grimes. Una scelta che ha dato più grattacapi che risposte, soprattutto per quanto concerne le “stelle” – o presunte tali – del gruppo di Thibs: Julius Randle, Jalen Brunson ed RJ Barrett.

Grimes ha accompagnato i “Mid-Three” in quintetto per gran parte della regular season, portando la maggior parte dei successi alla squadra. Oggi, invece, la carenza di spacing – dovuta alla scarsa minaccia da fuori di Randle e Barrett – si è unita ad una sterilità offensiva preoccupante di Josh Hart, rendendo facile per Miami la scelta del raddoppio sistematico su Brunson.

L’assenza di tiro nel gioco di Hart – che pure sta tenendo percentuali importanti – si è rivelata un importante mal di testa per il coaching staff di New York. Tuttavia, non è questo il problema principale. I tre leader non sembrano mai sincronizzati nell’avere una buona prestazione complessiva, alternandosi spesso nel ruolo di go-to-guy in base alle partite e alle fasi della stagione.

Questa incapacità di creare una chimica di squadra ha portato l’ormai isolato Brunson – orfano pure della minaccia-Grimes – a trovarsi di fronte un muro ogni qualvolta provi ad attaccare la difesa-Heat in penetrazione, con la conseguente scelta obbligata di un tiro da tre che non sta particolarmente aiutando i Knicks in questa fase. Risultato: 28% dalla lunga distanza, con due triple a gara in più rispetto alla scorsa stagione, passata ai Dallas Mavericks.

In aggiunta ai problemi al tiro, Brunson si è ritrovato palla in mano più spesso del dovuto, con un conseguente aumento della palle perse. Nonostante ciò, la media di 5.1 APG nei Playoffs è da considerarsi quantomeno sufficiente.

La situazione-Barrett, invece, appare meno chiara. RJ è stato probabilmente il miglior titolare nella serie, segnando con continuità e attaccando la difesa di Miami nonostante l’assenza di spacing. 44% dal campo e 15.2 conclusioni a partita mostrano tutta la sua efficienza.

Tuttavia, il prodotto di Duke avrebbe bisogno di Grimes ad allargare il campo e causare problemi difensivi a Jimmy Butler. Nonostante ci possano essere dei miglioramenti dalla lunga distanza, infatti, i Knicks hanno bisogno di sfruttare il lavoro in post di RJ, che frutta 0.80 punti a tocco.

Passando a Randle, bisogna riconoscergli l’ingrato compito di aver giocato su un infortunio. La distorsione alla caviglia rimediata poco prima della serie contro i Cavs e poi nuovamente all’interno della sfida non si può, né deve dimenticare.

Il giocatore è quindi risultato pronto a corrente alternata, con alcune partite offensive che lo hanno stimolato anche nell’altra metà campo ed altre sfide più anonime. Contro Miami, tuttavia, sono fioccati anche per lui i raddoppi, circostanza che lo ha costretto a passare la palla senza visione del campo o a prendersi tiri scomodi, con risultati obiettivamente scarsi. La sua abilità da passatore deve diventare una chiave per questa serie.

Randle è infatti un passatore sottovalutato, capace di sfruttare i raddoppi e vedere in anticipo gli aiuti. Viste le difficoltà, un ruolo da facilitatore sarebbe cruciale per far cambiare idee alla difesa di coach Spo e aprirgli degli spazi.

I tre giocatori che abbiamo citato non possono vincere una serie da soli. Tutti, a partire da Grimes e Robinson, devono alzare il livello. Si spera che, con il ritorno di Quentin in quintetto, la forma della regular season possa tornare.