L’attacco di Boston è uno dei più prolifici di sempre in questo inizio di stagione. Senza bisogno di chiamare molti giochi.

FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Bobby Manning per CelticsBlog, tradotto in italiano da Alberto Pucci per Around the Game.


Joe Mazzulla ha chiamato timeout sotto di 2, con ancora 7 secondi da giocare nella sfida contro i Cavs dello scorso 29 ottobre. E dopo aver fermato il gioco, ha detto a Grant Williams di rimettere e ad Al Horford di tagliare dentro; Grant poteva decidere tra passare a Smart, che avrebbe poi consegnato a Jayson Tatum, oppure cercare direttamente Tatum nel caso fosse riuscito a smarcarsi.


“Ecco qua, vinciamo la partita.”

Williams ha scelto Tatum alla fine, e Jayson ha bruciato sullo scatto Dean Wade chiudendo in seguito con una schiacciata poderosa in faccia a Jarrett Allen, in modo da garantire l’overtime ai suoi. Nei supplementari è arrivata la sconfitta, ma da quel momento in avanti i Boston Celtics ne hanno vinte 14 su 15 (perdendo nuovamente solo contro Cleveland), segnando 121.5 punti su 100 possessi, il dato più alto della storia NBA.

Mazzulla, già un candidato al titolo di Coach of the Year, ha semplicemente creato un sistema in grado di rendere i suoi giocatori dei playmaker (nel senso letterale) migliori. Tatum lo ha descritto “randomness”, “casualità”: ai tratta di un sistema basato sulla fiducia, le letture e la conoscenza reciproca.

Già Ime Udoka lo scorso anno ricercava un basket fluido e istintuale, in modo da evolvere le sue star, ma questa stagione si è visto un netto e definitivo miglioramento. Un anno dopo il difficile inizio con Ime, infatti, Boston oggi sembra già molto connessa, controllata e con una mole maggiore di creation e tiro da fuori. Una solidità apprezzata dallo stesso Tatum, che si è detto contento della forza della squadra nel mantenere la barra dritta anche durante le prime avversità e nonostante le sempre insistenti richieste esterne di una trade che coinvolgesse Jaylen Brown.

“Fidarsi e credere che ognuno possa fare la giocata giusta, la lettura giusta. Credere che se ti trovi nella giusta posizione, la palla ti torni in mano. Abbiamo avuto delle difficoltà nei primi mesi dell’anno scorso, e oggi stiamo semplicemente costruendo da quelle difficoltà e dall’ultima fase della scorsa stagione. E abbiamo ripreso da dove c’eravamo lasciati. Sta tutto nel fare la giusta lettura, qualcosa su cui lavoriamo in film session, su cui ci alleniamo tutti i giorni. Non devi per forza chiamare un gioco, devi leggere correttamente ed essere in sintonia con i compagni.”

– Jayson Tatum

Le differenze con l’anno scorso, anche se enormi, esistono. Innanzitutto, l’aggiunta di Malcolm Brogdon ha migliorato la second unit e aggiunto del prezioso playmaking. Mazzulla, poi, ha deciso di giocare un basket con un numero più elevato di blocchi lontano dalla palla.

La transizione si sta dimostrando efficace, mentre le maggiori responsabilità di ball-handling affidate alle guardie hanno alleggerito parzialmente il load offensivo dei Jays. Le palle perse sono diminuite, rendendo una forza una delle maggiori debolezze della scorsa Playoff Run; i C’s sono infatti 24esimi per numero di palle perse, contro un 2021/22 chiuso al 13esimo posto in Regular Season e all’11esimo (su 16) nei Playoffs. Marcus Smart, che ha preso una parte dei possessi un tempo nelle mani di Tatum, è 11esimo nella classifica degli assist a gara (7.5).

Lontano dalla palla, i Jays stanno bloccando e tagliando come mai prima d’ora.

“I tagli di Tatum e Brown sono tutto per il nostro attacco. Sono infermabili, attirano tantissima attenzione, aprendo il campo per Al, Derrick, me, Malcolm o Sam (Hauser). Tiriamo liberi perché tutti collassano sul loro taglio nel pitturato. Il nostro compito è fare la scelta giusta, trovare il compagno giusto. Loro due stanno facendo un lavoro straordinario ed è il motivo per cui il nostro attacco sta andando così bene.”

– Marcus Smart

I Celtics sono attualmente quinti per triple “open” tentate a gara (15.9), sesti per triple “wide-open” (19,2) ed uno dei tre attacchi a tentare più del 47% delle proprie conclusioni dalla lunga distanza, una percentuale mai raggiunta da nessuno lo scorso anno. C’è poi da considerare il primo posto in triple segnate a gara (17) e percentuale (40.8%). L’81.5% dei canestri è assistito, e solo i Lakers tentano meno tiri in pull-up in tutta l’NBA.

Nelle due gare contro Washington e Charlotte, pur senza Tatum, Boston ha segnato 130 e 140 punti. Poi, ieri notte, 134 a Miami (con 49 punti di JT). Mazzulla, però, continua a pensare ad eventuali miglioramenti: vede per esempio un maggior numero di tiri dal mid-range nel futuro prossimo dei suoi (la squadra è 26esima nella lega con 7.4 tentativi dalla media a gara).

C’è poi il tema della taglia: Robert Williams tornerà e i C’s immaginano già di giocare con quintetti più alti. Questo potrebbe però abbassare il ritmo e limitare, almeno in parte, una transizione che in questo momento sembra funzionare così bene: difficile immaginare cambiamenti drastici, almeno per ora. Come stravolgere, del resto, un attacco che statisticamente non ha eguali nella storia della lega?