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Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


L’immagine di Monty Williams in piedi, sconsolato accanto alla sua panchina dopo la 23esima sconfitta consecutiva dei suoi Detroit Pistons – per un record complessivo di 2 vittorie e 24 sconfitte – parrebbe un’istantanea in grado di riassumere il momento negativo della franchigia del Michigan. Il coach, al suo primo anno sulla panchina dei Pistons, si è ritrovato in situazioni analoghe nel corso della sua carriera: basta menzionare la cocente sconfitta dei suoi Phoenix Suns in Gara 6 contro i Milwaukee Bucks alle NBA Finals 2021. Il Fato, spesso amante di tranelli e bizze, ha voluto che proprio i Bucks abbiano inferto sui Pistons il colpo della 23esima sconfitta, con il rotondo 146-114 dello scorso sabato 16 dicembre.


L’NBA Coach of the Year 2022 è consapevole di aver affrontato sfide molto dure nel corso della sua vita e carriera sportiva, perciò riesce a mantenere un approccio positivo e ottimistico per il futuro suo e dei suoi ragazzi. 

“La vita può esser stravagante. Appena tre anni fa ho disputato le NBA Finals da allenatore: la vita e carriera cestistica cambia soprattutto per mano nostra. In entrambe le occasioni in cui siamo venuti qui a sfidarli [i Bucks, ndr] quest’anno, ho pensato molto alle Finals del 2021. Adesso mi siedo qui, sulla mia panchina e non ho rimorsi o rimpianti. Prendo tutto per come viene. Ho sempre pensato che la gente abbia quest’approccio nell’affrontare la vita quotidiana.”

“Sono stato in viaggio in SudAfrica un pò di tempo fa, durante il quale ho anche visitato una chiesa in cui ho pregato e meditato parecchio. Al ritorno, mentre stavo per tornare nella mia candida casa a San Antonio, ho notato una donna che faceva ritorno a casa sua: senza pavimento e con un tetto fatto di cartone e latta. Ho ripensato moltissimo a questa scena e non riesco ad esprimere cosa si possa provare a viverla. So solo che quella donna è stata lì in chiesa, accanto a me a pregare Dio. La sua presenza, il suo incontro, mi hanno fatto realizzare che ognuno di noi affronta tantissime difficoltà quotidiane. E penso che quella donna abbia molta più fede di quanta ne ho io: io stavo per tornare alla mia vita negli Stati Uniti, col mio conto in banca ed il mio lavoro in NBA. Lei in un campo per rifugiati.”

Monty Williams

Coach Williams ha un record di 194-115 in Regular Season e 27-19 ai Playoffs sulla panchina dei Phoenix Suns, sulla quale si è seduto dal 2019 al 2023. Con lui come Head Coach la squadra ha raggiunto il franchise record di 64 vittorie stagionali – nella Stagione 2021/22 – e le NBA Finals nel 2021. I Suns hanno licenziato coach Williams lo scorso 13 Maggio, con ancora 3 anni e più di $20 milioni di contratto residui, dopo la seconda uscita di scena ai Playoffs. Monty Williams conosce dunque il sapore della sconfitta, personale e sportiva. Il 10 Febbraio 2016 Ingrid, la sua prima moglie, è morta a seguito delle gravi ferite riportate in un incidente automobilistico a Oklahoma City. Insieme hanno avuto ben 5 figli. La sua attuale moglie, Lisa, e un altro membro della sua famiglia sono andati recentemente in remissione dal cancro, quindi, dopo un periodo di riflessione coach Williams ha deciso di rimettersi in gioco (abbiamo affrontato QUI la tematica del difficile momento dei Pistons).

L’1 Giugno i Detroit Pistons hanno ufficializzato il suo ritorno in panchina, con un contratto da record da $78.5 milioni in 6 anni, rendendolo l’allenatore più pagato nella storia della lega. Ma nonostante il suo arrivo, la giovane e falcidiata squadra del Michigan ha messo a referto il record negativo di 23 sconfitte consecutive, il peggiore di sempre nella storia dei Pistons. La peggior losing streak nella storia dell’NBA appartiene ai Cleveland Cavaliers, che nella Stagione 2010/11 sono rimasti per ben 26 gare lontano dalla vittoria, terminando l’annata con un record di 19-63. Cade Cunningham, giovane guardia dei Pistons, ha espresso parole al miele nei confronti del suo allenatore ai microfoni di Andscape, parlando della sua personalità e del modo di allenare la squadra.

“Adoro imparare da coach Williams, partendo dal suo stile di vita e modo di comunicare. È sempre concentrato e riesce ad avere un ottimo tempismo tra ciò che dice e ciò che accade. Abbiamo un sistema di gioco e spetta a noi giocatori il compito di realizzare le giocate. È una nostra responsabilità. Dobbiamo trovare il modo di migliorarne la messa in pratica attraverso il nostro talento. Stiamo cercando di adattare il nostro processo di crescita a questo sistema di gioco.”

“È una persona molto positiva e ottimista. Dice sempre la verità, più di ogni altra cosa. Per adesso abbiamo giocato male, bisogna ammetterlo. Lui ci fa focalizzare su ciò che vede in campo e noi lo apprezziamo molto.”

Cade Cunningham
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Ecco una Q&A di coach Monty Williams, rilasciata a Marc J. Spears di Andscape, in cui l’allenatore dei Detroit Pistons ha parlato del presente e futuro della sua giovane squadra, della sua vita ed il suo approccio agli eventi quotidiani anche grazie alla fede cattolica, di suo figlio Elijah e tanto altro.

  • Come affronti le attuali sconfitte?

“M’infastidiscono, poiché è compito mio trovare una soluzione. Ho perso la mia prima moglie e due miei parenti stretti stanno conducendo la battaglia contro il cancro. Tengo sempre a mente queste cose, anche sul lavoro. E questo è il mio lavoro, perciò dover subire tutte queste sconfitte mi spinge a dover fare meglio di quanto fatto fin qui.”

  • Quando e come sei riuscito ad avere quest’approccio alla vita?

“Da sempre. Da quando ho perso Ingrid ho pensato che nulla può andare peggio. Quando si perde qualcuno a cui si è molto affezionati il resto perde di significato. Adesso per me è tutto completamente diverso. Lo sport può spingere a superare certi limiti, a volte, ma non posso accettarlo. Per questi ragazzi, che vengono ad allenarsi vogliosi d’imparare e crescere. Non pensavamo che sarebbe stata così dura, ma questo è ciò per cui ho accettato l’incarico firmando il mio contratto.”

  • La tua seconda moglie è in remissione dal cancro, come un altro membro della tua famiglia: che impatto ha avuto su di te?

“È il motivo per cui ho dovuto prendere una pausa di riflessione prima di rimettermi a lavoro. Lisa sta bene, attualmente è guarita. Il cancro è sparito e lei ha affrontato tutto il percorso di cura: doppia mastectomia. Ma adesso sta bene, per fortuna. Abbiamo ricevuto la miglior notizia a fine Luglio e tutta la famiglia ne è stata lieta ringraziando il Signore. È stato e sarebbe stato un grosso peso da portarmi dietro nello svolgere il mio ruolo di allenatore e guida di una squadra. Quando qualcuno della propria famiglia sta male, soffrendo per qualcosa di tanto grave come il cancro, non ci sono molte parole o molto che si possa fare. Si può solo pregare Dio, avere fiducia in Lui poiché sa il motivo per cui tutto accade, e chiedergli la forza per poterlo affrontare.”

  • Hai raccontato l’aneddoto di quella donna in SudAfrica: ti è sembrata felice?

“Era in pace. Che è meglio della felicità. L’ho vista pregare Dio per ciò che Lui è davvero, non per ciò che lei potesse ottenere da Lui. Un punto di vista molto diverso da quello del comune fedele moderno.”

  • Come pensi di poter far cambiare il corso della stagione dei Pistons?

“A volte avere una sola scelta è un bene. La nostra scelta è lottare. Non sono arrivato qui pensando che sarebbe stato un incarico facile. Non ci aspettavamo tutti quest’infortuni subiti dai giocatori più importanti. Ad esempio, Isaiah Stewart è stato fuori causa alla scorsa. Ed è solo uno degli imprevisti incorsi fin qui. Jalen Duren è stato fuori per gran parte della stagione ed è molto importante per noi. Cade Cunningham è stato il ragazzo più costante, mentre Bojan Bogdanovic è tornato a disposizione solo di recente. Inoltre, giochiamo in un’Eastern Conference altamente competitiva, con un calendario abbastanza arduo finora: abbiamo affrontato tutti i top team. C’è poco da fare a riguardo. L’unica scelta che abbiamo è proseguire il nostro percorso.”

  • Come riesci ad infondere ottimismo nei giocatori?

“Ciò che ognuno di noi vuole si trova al di là di un ostacolo. Non ci sono molti segreti o formule al riguardo.. E per questo non mi lascio coinvolgere dai fattori esterni. Il rumore di fondo. I ragazzi mi conoscono: ogni giorno prego Dio e Gli chiedo di indicarmi la giusta via, che seguo costantemente. Si, dobbiamo migliorare, lo sappiamo e non bisogna farne un cruccio o un dramma. È dura, ma che altra scelta abbiamo?”

  • Da buon Cristiano, ci sono dei passi della Bibbia che ami ricordare o seguire in particolare?

“Proverbi 3:5-6: “Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri.” Il nostro cammino difficilmente sarà sempre pianeggiante e favorevole: possiamo solo aver fede in Dio e trarre sicurezza da ciò. Conta solo avere fede: Lui ci aiuterà a render favorevole il nostro percorso.”

  • Tu e la tua famiglia come trascorrete il Natale, dal punto di vista di regali e tradizioni?

“Ci facciamo diversi regali. E celebriamo il Regalo fattoci da Gesù Cristo. Pensiamo sempre a questo quando facciamo un dono a qualcuno. Quindi possiamo dire di celebrare il Natale come moltissime famiglie di questo paese e pianeta.”

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  • Molti ti attribuiscono grandezza per via del payroll: cosa ne pensi?

“Potrà sembrare un cliché, ma il denaro fa comunque piacere. Sarei stupido a venire qui e dire che non sia stato un buon affare, specie quando qualcuno è stato tanto generoso nei miei confronti. Ma la mia volontà e desiderio è vedere questa squadra sbocciare e fiorire in qualcosa di davvero fantastico, che è stata tra le mie priorità venendo qui. Sono certo che avrei ricevuto altre offerte, che però non avrei potuto accettare per la situazione di mia moglie. Ed è accaduto per via del disegno divino: sia la mia impossibilità ad accettare altri incarichi, che l’offerta ricevuta. Perciò non ho avuto altro da fare che varcare questa porta aperta. Non do per scontato il fatto che Dio mi abbia aperto questa porta in questo momento della mia vita. Avrei potuto firmare contratti altrettanto remunerativi anche altrove. Ma questa è stata l’unica opportunità che avrei potuto intraprendere.”

  • I Pistons non scenderanno in campo il giorno di Natale: quanto è importante per te trascorrerlo in famiglia?

“Per me è come un bonus: pensate al fatto che due componenti della mia famiglia hanno avuto il cancro e che adesso siamo ancora tutti insieme. Un altro pensiero che ricorre costantemente nella mia testa. Però penso anche che la mia prima moglie non c’è più, mi viene spontaneo ogni volta che trascorro del tempo con tutta la mia famiglia. Con tutti i nostri figli, la mia seconda moglie e il nuovo arrivato. A volte penso a com’era prima e sono grato per mia moglie Lisa. Non è gelosa, non lascia che certe frivolezze si frappongano tra noi. Sa cos’abbiamo affrontato in passato in quanto famiglia. Perciò, per me il Natale è un momento di riflessione su ciò ch’è stato in passato, e di gratitudine per ciò che ho adesso.”

  • Cosa pensi dei Phoenix Suns?

“Sono stato licenziato. Beh, ogni volta che cambio un giocatore nelle rotazioni e lo siedo in panchina è praticamente ciò che faccio nei suoi confronti: lo licenzio. Come posso arrabbiarmi quando capita a me? Questo è il mio punto di vista. Gli altri possono avere il loro, basato su ciò che è stato ottenuto o quando. Ma io non m’invischio in questo genere di cose. Ho raggiunto fin troppo nella mia vita per cui dover essere grato per permettere a queste cose di rovinare la mia pace. E lavoro da più di 30 anni in questa lega, ormai.”

  • Come procede la crescita sportiva di tuo figlio Elijah?

“Sto cercando di farlo crescere da bravo ragazzo. Farlo concentrare sul lavoro ed essere un bravo ragazzo. Sa che se non mantiene le sue gambe pronte attraverso le sue routine non potrà giocare a basket. E sa che prima di tutto io sono suo padre. Esisto per essere suo padre, non un suo amico. Questo viene prima di tutto. Se parliamo di basket? Sempre! Viene sempre in palestra con noi, si allena sempre con i ragazzi e con tutto lo staff dei miei collaboratori. È davvero un bravo ragazzo. Il suo cammino prevede diverse cose in arrivo, molte delle quali dovrà affrontarle da solo. Per alcune, ovviamente, sarò lì ad aiutarlo. Per altre ci penseranno lo staff e i giocatori, poiché vedono e apprezzano tutto ciò che fa in palestra ogni giorno. Mi concentro sull’importanza dello sport nella sua vita, perché so quanto possa essere importante. Ma la mia priorità è che sia un bravo ragazzo ed una brava persona.”

  • Cos’hai da dire ai tifosi dei Pistons che si sentono frustrati dalle sconfitte?

“È difficile da esprimere a parole. Anche con questa losing streak, quando sono in giro in città con i miei figli sono sempre accolto da immenso affetto e supporto. Che significa davvero molto per me. Ma non è finita qui. So che possa sembrare dura adesso, e lo è. Ma sono sicuro che supereremo questi ostacoli, bisogna solo aver fede. Penso sia la sfida più ardua di tutta la mia carriera da allenatore, ma mi sentivo alla stessa maniera prima di iniziare il mio lavoro a Phoenix, dove sento di aver fatto bene. Qui il percorso è solo un po’ più ampio, ma abbiamo già affrontato un numero maggiore di ostacoli. Penso di non conoscere abbastanza parole per poterli ringraziare per tutto l’affetto e supporto che mi hanno dimostrato, specialmente quando sono in giro tra di loro. Non mi va di scappare da loro, specie dopo le sconfitte. È una lezione che voglio dare ai miei figli. Per me, stare in mezzo a loro è alla base di tutto questo. Tutti hanno visto quanto enorme sia l’affetto dei tifosi verso questa squadra, ed ancora una volta, non sarò mai grato abbastanza per quanto mi e ci dimostrano ogni giorno.”