FOTO: NBA.com

Nel periodo di avvicinamento alla trade deadline, non c’è cosa più essenziale di valutare i giusti contratti NBA. Il valore contrattuale dipende da determinati fattori, quali l’età del giocatore e la lunghezza dell’accordo, i bisogni e la timeline di squadra, e non ultimo il rendimento sul campo, ovviamente.

Per provare ad avere una visione d’insieme dell’ambiente NBA in avvicinamento all’imminente 9 febbraio, su AtG abbiamo selezionato i migliori 10 contratti NBA, con una lista di honorable mentions, che speriamo possa essere utile a comprendere quali siano le buone e cattive firme.

Partiamo dalle “buone” (le cattive arriveranno domani) ricordando che la classifica ha puramente valore euristico, anzi, senza usare paroloni, semplificativo, tanto che nulla vieterebbe di sostituire alcuni nomi con quelli fra le menzioni onorevoli, sulle quali spenderemo infatti due parole. Ovviamente non saranno inclusi i giocatori ancora nel loro Rookie Scale Deal, in quanto limitati a certe cifre dalle regole NBA e non da firme recenti.


Dei peggiori 10 contratti NBA abbiamo parlato QUI.


Alex Caruso (4 anni, $37 milioni)

Caruso è stato firmato al prezzo della non-taxpayer MLE, quindi quest’anno (il secondo del contratto) a poco più di $9 milioni l’anno. Secondo le proiezioni del sito FiveThirtyEight, in base al rendimento l’ex Lakers avrebbe un valore di $93.2 milioni nei prossimi 5 anni. Inutile spiegare quanto sia essenziale nella pallacanestro odierna un profilo simile, capace di difendere sul miglior attaccante avversario palla in mano e di tirare con il 40% da fuori.

Robert Williams III (4 anni, $48 milioni)

Se c’è un difetto su tutti esposto da Time Lord, quello riguarda la scarsa disponibilità. Il lungo dei Celtics è injury prone, ma soprattutto sin dai suoi primi passi nella Lega ha mostrato quanto possa essere difensivamente impattante, soprattutto nei pressi del ferro. Considerando la giovane età e la linea temporale di Boston, il fatto che nel suo prime fisico e atletico possa arrivare a toccare massimo i $13.5 milioni è oro.

Bobby Portis (4 anni, $48.6 milioni)

The Mayor of Milwaukee ha finalmente ottenuto la tanto meritata estensione, dopo aver rifiutato una player option da meno di $5 milioni, parte di un biennale utile soltanto a far maturare gli Early Bird Rights. Uno degli eroi del titolo 2021 si sta sempre più affermando come un preziosissimo role player in una squadra da titolo, e averlo a disposizione per cifre comprese tra i 10 e i 13 milioni di dollari l’anno è un affare.

Nic Claxton (2 anni, $17.3 milioni)

Gli avversari tirano con l’11.4% in meno nei pressi del ferro quando è Claxton a contestare la conclusione, tanto che il lungo dei Nets compare in top 3 nell’ultima classifica NBA per il Defensive Player of the Year. Inoltre, Claxton sta viaggiando ad un folle 73.9% dal campo su quasi 8 tentativi a gara, cifra impressionante.

Wendell Carter Jr. (4 anni, $50 milioni)

Questo contratto ci piace veramente tanto. Non per la cifra in sé, ma per la struttura a scendere:

  • 2022/23: $14.2M
  • 2023/24: $13M
  • 2024/25: $12M
  • 2025/26: $10.8M

Carter Jr. è un lungo estremamente versatile su ambo le metà campo, difensore eccellente e lob threat, capace anche di aprire il campo con il 34.2% su 3.5 tentativi da fuori.

Brandon Clarke (4 anni, $50 milioni)

A partire dal prossimo anno, e solamente poco più di $4 milioni nella stagione in corso dal rookie contract. Il lungo dei Grizzlies è efficientissimo in attacco e versatile in difesa, e si è rivelato utile soprattutto ai passati Playoffs. In una squadra che conta molto su Steven Adams in Regular Season, un po’ meno ai Playoffs, avere profili del genere da alternare con Jaren Jackson Jr. è fondamentale per costruire una contender.

Jarred Vanderbilt (3 anni, $13.1 milioni)

Il motivo per cui i Jazz siano potenzialmente il negozio di questa trade deadline dipende anche e soprattutto dai prossimi due nomi. Vanderbilt è un giocatore del calibro di uno starter, pagato come un comprimario, capace di offrire milioni di cose utili sul campo, soprattutto nella metà campo difensiva. Bravo in aiuto, difensore versatile su più ruoli, offensivamente limitato ma ottimo passatore sullo short roll, rimbalzista offensivo e minaccia aerea, oltre che una pila energetica ambulante. Insomma, si è capito che ci piace?

Malik Beasley ($15.6M+team option da $16.5M)

Fra quelli nominati, è forse quello più in linea con il valore del giocatore, ma quella team option al secondo anno è veramente appetitosa. Beasley è un tiratore di volume come pochi, dal 38% nelle ultime 3 stagioni su oltre 8 tentativi da fuori a partita, e ha attirato le attenzioni di moltissime squadre in giro per la Lega (i dettagli QUI). E questo contratto contribuisce ampiamente.

Caleb Martin (3 anni, $20.4 milioni)

Il giocatore è un pezzo essenziale nelle rotazioni dei Miami Heat, e questo sembra passare un po’ in sordina. Non si diventa titolare inamovibile di una delle squadre di punta della Eastern Conference, soprattutto con Erik Spoelstra seduto in panchina, se non si hanno determinate qualità. Martin è solidissimo sui due lati del campo, soprattutto nella metà difensiva, e nelle ultime due stagioni ha tirato con il 39.5% da tre su 3.5 tentativi di media. Una crescita premiata con un’estensione che accontenta lui e la squadra.

Thomas Bryant ($2.1 milioni)

Sì, è vero, per adesso abbiamo sempre premiato la lunghezza del contratto anche in relazione all’età, ma qui bisogna anche ammettere che la scommessa da parte del front office dei Lakers non è stata affatto male. Firmato alla modica cifra di 2 milioni di dollari per una singola stagione, Bryant è rientrato dall’infortunio affermandosi come uno starter: 12.6 punti di media in stagione, con il 45.8% da tre e il 65.5% dal campo, seppur difensivamente ci sia ancora qualcosa da rivedere. Ma, ripetiamo, per quelle cifre è davvero oro per la stagione in corso e per dei Lakers che stanno ragionando più giorno per giorno, che sul lungo periodo.


Honorable Mentions

Non ci dilungheremo troppo onde non annoiarvi oltre. Abbiamo diviso le menzioni d’onore in 3 categorie:

  • cash: quei contratti favorevoli nell’anno in corso, ma appartenenti a giocatori che andranno a chiedere (e otterranno) una buona estensione;
  • role player: contratti team friendly per giocatori di ruolo, che ben si addicono a molte squadre
  • role player d’élite: contratti leciti e legittimi, per giocatori che meritano ampiamente questi soldi. Andavano pagati, ed è stato fatto, con la differenza rispetto ai role player che si tratta di cifre più sostanziose.

Senza indugiare oltre, ecco la lista per ciascuna categoria.

Cash

  • Bruce Brown ($6.5M, player option da $6.8M): rifiuterà la player option per un contratto più oneroso
  • Donte DiVincenzo ($4.5M, player option da $4.7M): rifiuterà la player option per un contratto più oneroso
  • Max Strus ($1.8M): magia degli Heat, si spera per lui possa ambire a qualcosa di più
  • Jakob Poeltl ($9.4M): sul mercato, chiederà un contratto più oneroso

Role Player

  • Kyle Anderson (2 anni, $18M): fit perfetto per la non-taxpayer MLE di Minnesota
  • Terance Mann (2 anni, $22M): ancora un anno a $1.9 milioni e poi contratto onesto
  • Kenrich Williams (4 anni, $27.2M): ancora questa stagione a $2 milioni e team option nel 2026/27
  • Jae’Sean Tate (3 anni, $20.6M): e team option nel 2024/25
  • Larry Nance Jr. (2 anni, $21.6M): ancora un anno a $9.7 milioni e poi contratto onesto
  • Ivica Zubac (3 anni, $32.8M)

Role Player d’élite

  • Mikal Bridges (4 anni, $90.9M): questo è il prezzo, con i Suns reduci dalle Finals
  • OG Anunoby (4 anni, $72M): 3 anni rimasti, media di $18 milioni l’anno, un lusso. Non a caso, nome caldo sul mercato.
  • Dorian Finney-Smith (4 anni, $55.6M): per i bisogni di Dallas, semplicemente perfetto