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La polemica della notte ha infiammato la sfida notturna tra Oklahoma City Thunder e Golden State Warriors, vinta da questi ultimi a pochi decimi dal termine. Il game winner di Stephen Curry di ieri notte alla fine è stato convalidato, ma solo dopo un iter molto lungo. In un primo momento, infatti, è stato chiamato “goaltending” a Draymond Green per il seguente tocco al ferro mentre la palla stava entrando. Secondo il regolamento NBA: “Un giocatore non può toccare la palla o il ferro mentre la palla è ferma sopra (“sitting”) o sta rotolando sul ferro, né attaccarsi al ferro mentre la palla sta passando attraverso esso. […] Un giocatore non può far vibrare il ferro, la retina o il tabellone provocando un rimbalzo innaturale della palla, né piegare o porre il ferro fuori asse mentre la palla sta toccando il ferro o passando attraverso esso.”.

Dopo un lungo controllo, gli arbitri hanno optato per convalidare il canestro, perché – secondo la loro spiegazione in diretta – il tocco di Green non avrebbe provocato alcun rimbalzo innaturale della palla. Decisione controversa, che pone svariati interrogativi filosofici sulla definizione ambigua di “sitting” da parte del regolamento, ma, in un certo qual modo, accettabile. Però non finisce qui.


Il game winner dei Warriors è stato convalidato assegnandolo a Curry, il che ha aperto a speculazioni sul fatto che sia stato incolpato Josh Giddey per il tocco della retina, provocando l’interferenza e quindi la validità del canestro. Questa interpretazione è però altamente improbabile, dal momento che l’oggetto della review arbitrale riguardava la chiamata iniziale su Green e non altre potenziali violazioni. Ancora meno attendibile è l’ipotesi di doppia violazione di Green e Giddey: in tal caso si sarebbe dovuta chiamare una palla a due e, ancora una volta, il tocco della retina del giocatore di OKC non è stato sottoposto all’osservazione arbitrale.

Per fare chiarezza, si attende il report degli ultimi 2 minuti, che potrebbe creare aspre polemiche qualora la spiegazione dovesse essere diversa da quella del tocco ininfluente di Green – e, di conseguenza, incoerente rispetto alla spiegazione fornita in diretta dagli arbitri.