Antetokounmpo è tornato a eccedere con frequenza il tempo limite regolamentare di dieci secondi prima di tirare un tiro libero: ricominciano le polemiche

FOTO: BEHINDTHEBUCKPASS.com

 

Questo contenuto è tratto da un articolo di Divij Kulkarni per Fadeaway World, tradotto in italiano da Emil Cambiganu per Around the Game.


Giannis Antetokounmpo è probabilmente il miglior giocatore del mondo in questo momento. E’ dominante nello scoring, a rimbalzo e in difesa. Tuttavia, ha un difetto che è ormai diventato una costante nella sua carriera: i tiri liberi.


Oltre la percentuale (62%, minimo in carriera), la lunghezza della routine è tornata ad essere un argomento di tendenza in NBA, un problema di cui gli avversari si lamentano spesso.

Tutti si ricordano dell’origine della discussione, risalente ai Playoffs 2021. Nel corso di ben tre serie, i tifosi avversari cominciarono a contare ad alta voce in coro i secondi che Antetokounmpo si prendeva prima di rilasciare il tiro, per denunciare agli arbitri una violazione. Dopo una stagione in cui Giannis ha parzialmente velocizzato la routine, la vicenda è recentemente tornata in auge.

A lamentarsene è stato Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks, dopo la sconfitta dei suoi di qualche giorno fa proprio per mano dei Bucks.

Non ho idea del perché non l’abbiano chiamata in una partita da un punto di differenza

Nella partita di ieri notte tra Bucks e Warriors, gli arbitri hanno fischiato ben due violazioni di questo tipo ad Antetokounmpo: potrebbe essere segnale di una leggera stretta arbitrale sul tema.