Il valore dei Golden State Warriors sta toccando vette senza precedenti, e la crescita è destinata a continuare

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Sono passati appena sei mesi dal giorno in cui i Golden State Warriors hanno alzato al cielo il quarto titolo del loro ciclo. Il trionfo è arrivato sì grazie a Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green, ma anche sfruttando il pagamento di un payroll da record, da oltre 360 milioni. “Dobbiamo investire soldi per fare soldi”, ha dichiarato recentemente Joe Lacob, e dopo le estensioni di Wiggins e Poole, la proiezione delle spese tra stipendi e luxury tax per la stagione 2023-24 sfiora i 500 milioni di dollari.

Come possono permettersi una simile spesa?


I guadagni annuali degli Warriors sono su un altro livello rispetto a ogni altra franchigia presente nella lega. Secondo quanto rilevato da Sportico, il valore dei campioni in carica ha raggiunto i 7.5 miliardi di dollari, sopravanzando le squadre di New York e Los Angeles.

Joe Lacob riesce a sostenere le folli spese della luxury tax grazie a un ricavo lordo da 800 milioni annui, che potrebbe salire a 900 in questa stagione in caso di avanzamento prolungato ai Playoffs, circa il 50% in più rispetto alle altre squadre. La nuova arena, il Chase Center, è stata un fattore di enorme importanza nell’ottenimento di questo netto primato: gli Warriors ottengono il doppio rispetto a chiunque altro attraverso sponsor e posti premium, e il 35% in più attraverso la vendita dei biglietti standard.

Ad oggi, le uniche aziende sportive americane che tengono il passo con Golden State sono i New York Yankees e i Dallas Cowboys.

Il modello Disney e le ambizioni future

Con l’ulteriore crescita delle spese, la proprietà continua a cercare un incremento in valore e guadagni.

Il rettangolo di gioco rimarrà il giudice del lavoro svolto, ma Lacob pretende ormai un’espansione in tutti i campi. In una recente intervista, ha individuato il brand Disney come modello da seguire. Come la Disney è arrivata a toccare ogni ambito del business partendo dai cartoni animati, lo stesso vuole fare il proprietario degli Warriors con la sua franchigia, partendo dai successi in NBA.

Progetto troppo ambizioso? Solo il futuro ce lo dirà. Stephen Curry ha ormai oltre 34 anni, e la gestione (a tutto tondo) del suo addio sarà certamente qualcosa da tenere d’occhio.