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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of The Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


In questa stagione i Phoenix Suns hanno dovuto far fronte a diversi infortuni. Devin Booker ha saltato 14 partite, Kevin Durant solamente 7, ma sono molte di più quelle di Bradley Beal, che è stato assente in ben 29 partite. L’enigma della salute, però, non è stato il solo che la franchigia dell’Arizona ha dovuto fronteggiare. Tra questi vi è anche quello della point guard, spot nel quale i Suns sono sprovvisti. Phoenix ha bisogno di un playmaker? Di un giocatore che sia dotato di grandi abilità di playmaking e che possa essere un facilitatore per i suoi compagni?


Nell’offseason James Jones non è rimasto certo a guardare. Non appena da Washington sono arrivate le voci che Bradley Beal intendesse lasciare la capitale dopo 11 stagioni, il GM dei Suns ha colto al volo l’occasione. Non è frequente che un giocatore come Beal sia disponibile sul trade market e inoltre possedeva anche una no-trade clause, la quale fu fondamentale in quanto la stella scelse come sua destinazione gradita proprio Phoenix. Chris Paul andava sempre più in là con l’età e nelle ultime due run Playoffs aveva dimostrato di non essere più brillante come un tempo. Jones utilizzò quindi il suo contratto oneroso, quello di Shamet e 4 pick swap per far arrivare in Arizona Beal nonostante la sua posizione fosse già occupata da Devin Booker.

I Suns quindi hanno davvero bisogno di un playmaker primario? Phoenix nelle tre stagioni precedenti ha avuto uno dei playmaker classici migliori di tutti i tempi e ha ottenuto una sconfitta alle Finals e due eliminazioni al secondo turno. Devin Booker ha avuto qualche esperienza come point-guard quando il roster in cui giocava nei primi anni era privo di talento e playmaking, lo stesso discorso vale per Beal nel post Wall-Westbrook e anche Kevin Durant nell’arco della sua carriera ha sviluppato buone doti da passatore. A fine settembre poi Jones ha scambiato l’ex prima scelta assoluta DeAndre Ayton ai Portland Trail Blazers in cambio di Jusuf Nurkic, il quale sicuramente non è atletico quanto il bahamense, ma ha ottime skills nel passing.

Murray, Curry e Holiday indubbiamente non sono dei playmaker tradizionali, ma hanno giocato nel ruolo di point-guard per tutta la loro carriera, quindi hanno sviluppato le abilità necessarie e sanno come comprendere il gioco. Specie nel caso di Nuggets e Warriors, inoltre, Murray e Curry possiedono un’alchimia con i compagni che può nascere e crescere solamente con il tempo e l’esperienza che si accumula nel giocare insieme. Hanno l’istinto per capire come eseguire l’attacco, dove saranno i loro compagni di squadra e come massimizzare coloro che li circondano.

Al contrario Phoenix è una squadra nuova, solamente tre giocatori del roster di quest’anno erano presenti anche all’inizio della stagione precedente: Josh Okogie, Damion Lee e ovviamente Devin Booker. Il risultato è che Phoenix è atroce nel gestire il pallone. I Suns sono 27esimi per media di palle perse a partita (15.0) e quinti per totale, mentre sono primi per turnover effettuati nell’ultimo periodo. Avere una point guard principale sicuramente potrebbe risolvere diversi di questi problemi, anche perché basta vedere la storia recente di Phoenix per capire che la perdita di un playmaker ha influito in modo negativo, dato che son passati dall’essere la settima migliore squadra nel trattare il pallone all’essere la quarta peggiore.

La speranza era quella che con il passare della stagione le palle perse potessero diminuire e che di pari passo la chimica tra i compagni potesse aumentare, ma ciò non è successo anche a causa delle tante assenze per infortuni. Devin Booker sta disputando una stagione eccellente e sta tenendo una media di 27.5 punti a partita, distribuendo una media di 6.8 assist. Ha anche un rapporto assist-turnover di 1.63, dimostrando di aver ricoperto bene il ruolo di point guard quando è stato necessario. Un playmaker però dev’essere completamente altruista e capire quando e come utilizzare le proprie abilità. Ci sono state partite, invece, dove Booker stava tirando male e, anziché cercare di far segnare i compagni, ha continuato a insistere. Devin sta avendo una stagione incredibile, ma sicuramente rende meglio come guardia che come facilitatore per i compagni.

Non diventerà più facile con il progredire della stagione e tantomeno con i Playoffs, dato che le difese avversarie non diventano più facili da affrontare, ma tutto il contrario. Ciò che i Phoenix Suns hanno costruito in questa stagione non è sostenibile e non è una ricetta valida per il successo, ma le speranze non sono del tutto perdute – basta guardare i tassi di turnover di alcuni dei recenti campioni NBA, nel prossimo tweet. Il viaggio per James Jones non sarà semplice, Beal possiede ancora una no-trade clause, ha un contratto onerosissimo fino al 2026/27 e i Suns hanno sacrificato tutto il loro futuro per arrivare a Durant e Beal, le prossime mosse saranno cruciali.