FOTO: The Sacramento Bee

Sarebbe il colmo se, dopo tutto quello che è successo nelle 7 Gare dei passati Playoffs fra Sacramento Kings e Golden State Warriors, fra Draymond Green e Domantas Sabonis, fra Draymond Green e l’intero Golden 1 Center, “The Dancing Bear” finisse a Sac-Town.

Eppure nelle ultime ore svariati esperi stanno connettendo i puntini, soprattutto a seguito del Draft 2023, durante il quale i Kings hanno ceduto Richaun Holmes ai Dallas Mavericks in un’operazione a enorme beneficio dei texani (un approfondimento QUI), ma non solo.

La partenza del lungo permette a Sacramento di arrivare a ben $35 milioni di spazio salariale, che potranno essere reimpiegati nei modi più svariati, sia per negoziare l’estensione di Domantas Sabonis, sia per firme che possano rendere il roster ancora più competitivo. E se, fra queste, rientrasse proprio quella di Draymond Green?


A parlarne è più di un esperto. In primis, John Hollinger, che su The Athletic scrive:

Unite i punti:

  • i Kings hanno un bisogno evidente di lungo fra le ali
  • i Kings devono migliorare difensivamente
  • i Kings hanno un proprietario ossessionato dai Warriors, ex proprietario di minoranza di Golden State
  • Mike Brown, head coach dei Warriors, ha allenato Green fino allo scorso anno
  • Draymond Green sarà free agent

I Warriors dovrebbero tremare al momento, come minimo, perché c’è un rivale adesso sul mercato che è molto plausibile faccia un’offerta a Green.

Questione schematica e superficiale, certo, ma su cui si è gettato anche un pezzo da 90 come Brian Windhorst (ESPN):

“Mike Brown è molto vicino a Draymond Green. Molto vicino, era il suo consigliere. Draymond Green sarà free agent e adesso Golden State potrà dargli i soldi che vorrà, qualora volesse tenerlo. Credo che Draymond voglia essere un Warrior, e credo che la trade per Chris Paul metta Golden State in una buona posizione per trattenere sia Green, sia Klay Thompson, che sia con un taglio di stipendio o a cifre consone. Ma i Kings possono andare aggressivamente su Draymond Green adesso se lo desiderano. E questo sarebbe estremamente interessante.”

“Mike Brown sa come lavorare con lui, non si tratta di una piazza lontana, pensando alla sua famiglia, e le due franchigie sono come ‘sorellastre’, dato che Vivek Ranadivé era un minority owner di Golden State. Con questo spazio salariale, potrebbero spazzare via i Warriors.”

Ormai ci siamo abituati ai monologhi di Windhorst, che hanno dato origine a una marea di meme, ma non è questo il punto. La connessione fra Warriors e Kings è viva, anche durante i Playoffs è stato ribadito da giocatori e addetti ai lavori e dal punto di vista geografico è quasi inevitabile.

La free agency di Draymond Green non può che suscitare interesse, sotto questo aspetto, e il punto più saldo è rappresentato certamente dal legame con Mike Brown. Non solo l’amicizia fra i due faciliterebbe le trattative, ma anche un eventuale inserimento nel sistema di Sacramento.

I discorsi sul fit sono un po’ troppo arditi, dal momento che una potenziale lineup con Green e Sabonis ne risentirebbe molto in termini di spacing, anche al netto della presenza di un giocatore come De’Aaron Fox, sì migliorato al tiro, ma che necessita di spazi di un certo tipo per raggiungere la sua massima efficacia e molto diverso dai profili con cui Dray ha a che fare a Golden State. Difensivamente, invece, sarebbe un grosso upgrade.

Solo indiscrezioni, dunque, ma da tenere d’occhio, anche perché sul fronte Draymond Green non trapela molto, mentre i Sacramento Kings se ne sono usciti dal Draft con la possibilità di inseguire addirittura top free agent come saranno Kyle Kuzma, Jerami Grant, Khris Middleton, Brook Lopez, Grant Williams e via dicendo. I presupposti per un esito sorprendente ci sono tutti.