Tutta l’incertezza nei giorni della famosa “The Decision” di LeBron James, raccontata da Dwyane Wade.

“The Decision” è stato, che ci piaccia o meno, un crocevia fondamentale nella storia dell’NBA. Non solo per il cambio di casacca che ha permesso a uno dei giocatori più forti di ogni epoca di vincere i suoi primi due anelli, ma anche per lo sviluppo del concetto di player empowerment.
Dopo anni di delusioni, LeBron James lasciò i Cleveland Cavaliers in free agency, e formò di fatto un superteam “a tavolino” con Dwyane Wade e Chris Bosh. Come ogni decisione importante, tuttavia, non fu presa a cuor leggero, e fino all’ufficialità regnò l’incertezza totale, anche tra i protagonisti. Questo il racconto di quei giorni del suo futuro partner in crime, D-Wade:
Non penso che LeBron fosse sicuro al 1000% di quella scelta. L’avete visto? Era nervoso. Molto nervoso. Io stavo guardando quella trasmissione come chiunque altro, perché LeBron non mi aveva più fatto sapere nulla. Erano tipo tre giorni che non ci sentivamo.
Al di là della decisione definitiva di LBJ, quando aveva avuto origine tra i due la comunione di intenti? Pochi giorni prima, in una telefonata raccontata dallo stesso Wade:
Non avrei mai pensato che io e LeBron saremmo finiti a giocare insieme, ma era un momento delle nostre carriere in cui sentivamo entrambi di volere di più. Ricordo di essere stato chiamato nell’ufficio del mio agente, che mi ha detto: “LeBron e Leon Rose hanno chiesto una chiamata con noi”. E allora, ho detto a Bron al telefono: “Ehi, cos’hai in mente? Io voglio vincere, e tu?”; lui ha risposto subito: “Stessa cosa, lo facciamo insieme?’ – e da quel giorno è iniziato tutto.