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Paul George è uno dei potenziali free agenti più intriganti di questa offseason. La situazione con i Los Angeles Clippers è in fase di stallo da un po’ di tempo e questa settimana sarà piuttosto decisiva dal punto di vista contrattuale, dal momento che entro il 29 giugno PG dovrà decidere se accettare o meno la propria player option – punto dal quale si capirà cosa potrebbe succedere dopo il 30 giugno, data dalla quale potranno iniziare le negoziazioni con i free agent. Qualora nei prossimi giorni dovessero esserci novità, inoltre, l’NBA Draft del 26 giugno potrebbe rivelarsi il contesto perfetto per uno scambio. Considerando tutti gli ultimi rumors, le varie opzioni si presentano così:

  • permanenza ai Los Angeles Clippers: stando a Marc Stein, molte fonti ritengono ancora molto plausibile una permanenza, nonostante i rumors, il solo problema consiste nelle cifre. George ambirebbe a un contratto ancora più sostanzioso del triennale da $149.7 milioni firmato da Kawhi Leonard, ma il front office è ovviamente titubante, visti i tanti problemi dal punto di vista fisico patiti da entrambi, che non hanno mai permesso ai Clippers di essere davvero competitivi. Un problema, visto che questo roster è in top-5 per luxury tax bill ormai dal 2020/21, dopo aver toccato cifre oltre i $140 milioni in tasse nelle ultime due stagioni – ma accumulando, dopo le Conference Finals 2021, solo (in ordine cronologico) un’uscita dal Play-In e 2 al primo turno. Assicurarsi Leonard, che ha dimostrato di poter spostare ancora tanto quando è in campo, è una mossa che garantisce la continuità di questo progetto, ma confermare anche Paul George a certe cifre richiede forse più fiducia di quanta ne infondano le prestazioni (o la salute fisica) di questi anni. Chiudendo il discorso, c’è anche la possibilità che PG accetti momentaneamente la player option, aprendo un altro anno di negoziazioni, ma questo scenario aprirebbe ad altre possibilità: come fa notare Brian Windhorst, il giocatore potrebbe porre un aut-aut del tipo “o me ne vado a fine contratto e mi perdete a 0, o mi scambiate con chi dico io” e, a quel punto, si aprirebbero infinite possibilità riguardo a uno scambio.
  • occhio ai Knicks: a proposito, Marc Stein chiarisce esattamente che, in caso di opt-in e richiesta di scambio, i New York Knicks sarebbero in primissima fila. Nella Grande Mela ci sono svariati giocatori sotto buoni contratti, estremamente scambiabili, da Julius Randle ($28.9 milioni) a Mitchell Robinson ($14.3 milioni), escludendo per il momento quelli dei fedelissimi di Thibs quali Josh Hart ($18.1M) e Donte DiVincenzo ($11.4M) – oltre ai $19 milioni di Bojan Bogdanovic che diventeranno garantiti il 28 giugno. La franchigia è ormai da tempo in cerca di stelle per passare al livello successivo, si ricordi fra tutti Donovan Mitchell, e grazie all’ascesa di Jalen Brunson potrebbe davvero trovarsi a una mossa di distanza dall’attentare al titolo NBA.
  • i 76ers ancora in prima fila: possibilità nota da moltissimo tempo e l’abbiamo anche approfondita QUI. Mentre Shams Charania di recente ha parlato di un calo di interesse da parte della squadra dell’est, il solito Marc Stein rivela che le proprie fonti non stiano dando tanto peso alle indiscrezioni, spiegando che in pochi credono che Philadelphia abbia davvero perso interesse. I Sixers hanno un’infinità di spazio salariale, circa $55 milioni in proiezione, come avevamo anticipato: “Ponendo che Paul George vada a chiedere cifre attorno al massimo salariale o giù di lì, quindi $45/50 milioni come stipendio di partenza, Philadelphia potrebbe potenzialmente assorbirne il contratto a fine stagione, lasciando allo stesso tempo decine di milioni di spazio salariale per costruire il resto del roster. A parte quelli di Joel Embiid, Paul Reed e Tyrese Maxey, infatti, i contratti che compongono questi 76ers sono tutti in scadenza, ragion per cui il potenziale spazio salariale massimo per la prossima stagione potrebbe raggiungere i $72.8 milioni, stando a Spotrac.”. Ragionando ipoteticamente, una volta firmato George si potrà tranquillamente procedere all’estensione di Maxey (205×5). il cui cap hold è al momento di soli $13 milioni, e poi completare il roster – confermando i giocatori con i Bird Rights e sfruttando su altri le eccezioni salariali rimaste. Qualora Paul George dovesse entrare in free agency, questa pista sarà la più probabile.
  • Golden State Warriors e non solo: cambia fonte, dal momento che si tratta di un’opzione menzionata da Brett Siegel, insider per Clutch Points – e meno affidabile di Marc Stein. L’uscita imminente di Klay Thompson (ne abbiamo parlato QUI) potrebbe apparecchiare il terreno per un approdo di Paul George nella Baia, anche se non sarebbero chiare le modalità: un grosso asset a disposizione per Golden State è il contratto non-garantito (deadline 28 giugno) da $30 milioni di Chris Paul, che interessa molto proprio ai Clippers (stavolta, stando ancora a Marc Stein) ma sicuramente non come pedina in uno scambio del genere. Siegel aggiunge fra le squadre interessate anche i già citati Knicks e gli Orlando Magic – i quali probabilmente sarebbero in prima fila anche nella conversazione per un’eventuale firma come free agent in caso di uscita, avendo oltre $49 milioni di spazio salariale in proiezione – oltre a Oklahoma City Thunder e Miami Heat. Queste tutte le opzioni note e da osservare con attenzione qualora Paul George dovesse chiedere lo scambio, che sia tramite sign&trade o dopo l’opt-in, mentre i Sixers restano pronti in caso di addio tramite free agency.