FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Dr Rajpal Brar per 3CB Performance, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Quella in corso, come sempre, è un’estate molto calda e movimentata per i Los Angeles Lakers. Dopo il Draft, Rob Pelinka e soci sono stati in grado di mettere a segno diversi innesti dalla free agency, e nonostante ciò stanno ancora tenendo d’occhio il mercato, con varie opzioni da valutare (il possibile colpo-Wood e il neo-free agent Rudy Gay, ad esempio).


Tra i giocatori aggiunti al roster c’è Cam Reddish, che dopo tanti rumors nelle passate finestre di mercato si è finalmente unito ai giallo-viola. Il 23enne ha firmato un contratto al minimo salariale per due stagioni, la seconda legata ad una player option da circa due milioni e mezzo di dollari.

Visti i numerosi e rapidi cambi di maglia nel suo recente passato, la sua crescita e il suo potenziale sono diventati abbastanza complicati da definire. Dopo quattro traslochi uno in fila all’altro, sembra che Reddish non abbia ancora trovato la sua vera e propria dimensione in NBA, ma a Los Angeles sono sicuri che questo possa essere il contesto giusto. Analizzando nel dettaglio il suo stile di gioco su entrambi i lati del campo, infatti, è chiaro perché le caratteristiche del nativo di Norristown, Pennsylvania, possano rivelarsi interessanti per i giallo-viola.

Partendo dalla fase difensiva, ci sono tutti i presupposti affinché Cam possa diventare una risorsa importante per coach Darvin Ham: ha stazza e struttura fisica imponenti (2.01 metri per quasi 100 chili), braccia lunghe (216 centimetri) e capaci di intercettare passaggi o palloni vaganti, in aggiunta ad una buona mobilità laterale. Nelle sue esperienze ad Atlanta, New York e Portland, ha dimostrato ottime letture ed un elevato IQ difensivo sia on-ball che off-ball, potendo marcare giocatori con struttura e stile di gioco diversi, garantendo così una preziosa versatilità.

Per ciò che concerne la fase offensiva, invece, innanzitutto bisogna tener conto del fatto che, almeno finora, l’ex Duke non si sia mai rivelato una minaccia affidabile dal perimetro, come confermano le sue percentuali ondivaghe e un volume di tiro al ribasso nelle ultime stagioni. La sua meccanica di tiro, però, è molto fluida e incoragginate in ottica futura, ricordando che parliamo pur sempre di un ragazzo di 23 anni.

Al di là di questo, Reddish ha mostrato flash interessanti con la palla in mano, riuscendo a costruirsi dei tiri o creando dei vantaggi muovendo la difesa. La sua dinamicità e il suo atletismo sono due punti a favore, soprattutto in situazione di transizione, ma ora sta a lui trasformare quei flash in un contributo più costante a metà campo.

Nel corso della sua carriera è stato usato come ala 3&D, ma analizzando le sue caratteristiche, sia tecniche che fisiche, al momento sembra più una guardia “oversize”. In varie occasioni ha dimostrato di saper alzare il ritmo di gioco quando può trattare la palla, e isolarlo in angolo in attesa di ricevere uno scarico non sembra la strada per valorizzarlo.

Coach Ham ha dichiarato di essere stato attratto dalla qualità di gioco espressa dal suo nuovo giocatore durante l’esperienza ai Playoffs dei Bucks proprio contro gli Hawks, in cui ha visto in Reddish tutte le qualità e il potenziale da sviluppare. A proposito: un motivo di ottimismo? Lo sviluppo dei giovani in casa Lakers – soprattutto per merito di coach Chris Jent (che ha già lavorato con Reddish agli Hawks) e Phil Handy – è in un momento decisamente positivo, come confermano i recenti exploit di Austin Reaves e Rui Hachimura.

A Los Angeles, Reddish sarà affiancato da giocatori d’esperienza come LeBron James ed Anthony Davis, due possibili mentori che potrebbero aiutarlo a uscire dal “limbo” in cui Cam sembra trovarsi, nonostante le importanti aspettative con cui si è affacciato in NBA. La loro leadership potrebbe aiutare l’ex Blazers, Knicks ed Hawks a rompere il ghiaccio?

Tra l’altro, Reddish ha dimostrato in passato di saper aumentare il livello del proprio gioco in caso di big prize, come abbiamo visto nel suo ultimo anno a Duke, oltre che nella serie Playoffs tra Bucks e Hawks cui faceva riferimento coach Ham.

La firma di Cam Reddish, insomma, rappresenta per i Los Angeles Lakers la classica scommessa low-risk, high-reward. Oltre che, considerando il trascorso in NBA del giocatore, un segnale della fiducia del front office nello staff tecnico e in particolare nel player development.