FOTO: AP News

Difficile poter prevedere con precisione se Austin Reaves sarà un giocatore dei Los Angeles Lakers anche nella prossima stagione. Come spesso accade in vetrine come LA, per questioni di ampiezza del mercato, i giocatori di ruolo che si mettono in mostra tendono ad essere percepiti in maniera differente a livello mediatico, e non è assolutamente una critica, ma un dato di fatto.

Il ragionamento non vale assolutamente in senso assoluto: Alex Caruso, ad esempio, ha ricevuto fin da subito un’investitura pari alle aspettative, affermandosi come uno dei migliori difensori Point-of-Attack di tutta la NBA. Ma si pensi, per prenderne uno in casa giallo-viola, allo sfortunato esempio di Talen Horton-Tucker, partito con le migliori premesse e “gonfiato” come una futura star, per poi finire nudo come il più proverbiale dei re. Un role player, come ce ne sono ovunque in giro per la Lega e con difetti strutturali di base difficilmente correggibili, ma le cui buone prestazioni, anche solo sporadiche, hanno una visibilità diversa. E questo impatta sul valore di mercato.

Austin Reaves, comunque, per non fraintenderci, è un ottimo role player, capace sia di mettere pressione al ferro, lucrando anche falli (un esempio lampante i 18 liberi tentati contro i Magic, ma è al 99esimo percentile per percentuale di tentativi su cui riceve fallo), sia di tirare nei pressi di – se non oltre – il 40% da fuori, sia di crearsi spesso spazio per conclusioni dallo short mid-range. Spot, questo, che ama particolarmente e dal quale è molto efficiente (89esimo percentile in stagione), grazie anche a un buon footwork e continue esitazioni, oltre a un equilibrio in corsa da non sottovalutare.


Senza dimenticare che, di recente, si è messo in mostra esibendo le proprie doti sul più insigne palcoscenico possibile, quello dei Playoffs NBA. A partire da una stellare Gara 1 al primo turno contro i Memphis Grizzlies da 23 punti, 8 su 13 dal campo e 3 su 5 da fuori, Reaves è apparso davvero bene nella sua prima post-season, rivelandosi un fit perfetto anche ai massimi livelli per AD e LeBron.

Alcune settimane fa hanno fatto rumore le dichiarazioni di Chandler Parsons in un dialogo con Shams Charania, per cui Reaves potrebbe ambire a una maggior retribuzione di quella che i giallo-viola sarebbero capaci di offrire:

“Mi piacerebbe vedere per lui uno di quei contratti che i Lakers siano costretti a pareggiare oppure no, e non credo che potrebbero permettersi la prima opzione. Dategli un contratto alla Chandler Parsons, rendete difficile la vita ai Lakers e credo che se ne andrà.”

– Chandler Parsons, FanDuel TV

I fasti di Gara 1 contro Memphis hanno invece spinto Andy Larsen, autorevole giornalista di Salt Lake Tribune, a twittare:

“Penso che Austin Reaves si meriti il ‘Gilbert Arenas max’, sui $99 milioni in 4 anni.”

Di cosa si tratta? Facendo un po’ di ordine, il contratto di Austin Reaves nel settembre 2021 è passato da two-way a rookie contract, al minimo, per due anni, e perciò scadrà al termine del 2022/23. Il giocatore sarà restricted free agent, il che significa che i Lakers potranno pareggiare qualunque offerta, ed è proprio a questo che fa riferimento Parsons.

Quello di cui non parla, però, è quanto possa essere offerto al giocatore, come fa invece parzialmente Larsen. Prendiamo le opzioni analizzate da Yossi Gozlan di HoopsHype:

  • i Lakers, per rinnovarlo, possono mettere sul piatto fino a $51 milioni in 4 anni, sfruttando gli Early Bird Rights, con questa struttura (via Spotrac):
    • 2023-24: $11,331,600
    • 2024-25: $12,238,000
    • 2025-26: $13,144,656
    • 2026-27: $14,051,184
  • guardando alle squadre con cap space, abbiamo Houston, OKC, Orlando, Charlotte, San Antonio e Utah: queste possono offrire più di quanto non possano fare i Lakers, ma sono limitate dalla Gilbert Arenas provision a quello che sarebbe uno strano quadriennale da $98.7 milioni

Per chiarire, la Gilbert Arenas provision serve a limitare la cifra da offrire a un restricted free agent che è nella Lega da uno o due anni, restringendo l’offerta del primo anno al valore della non-taxpayer Mid-level exception. In parole povere, quel quadriennale da $98.7 milioni sarebbe costituito dai primi due anni alle cifre della MLE e al massimo salariale dai due successivi. Per fare un esempio della discrepanza fra primo e secondo biennio, il caso più noto è quello di Tyler Johnson:

FOTO: Tyler Johnson career earnings / Spotrac

Ci sono dunque un paio di problematiche per quel che riguarda offerte esterne per Austin Reaves in free agency: trovare qualcuno che sia disposto ad offrire certe cifre e, qualora emerga, che abbia un progetto capace di prevedere una simile botta salariale tra un paio di anni.

Senza dimenticare il fatto che i Lakers potrebbero comunque decidere di pareggiare, almeno fino a che si tratterà di cifre umane. Keith Smith di Spotrac spiega che i giallo-viola potrebbero trovarsi offerte rivali nel raggio dei $15 milioni anni ($60Mx4), con questa struttura derivante dalla Gilbert Arenas provision:

  • 2023-24: $11,368,000
  • 2024-25: $11,936,400
  • 2025-26: $17,944,059
  • 2026-27: $18,751,542

Cifre di tutto rispetto per Reaves, nei pressi della non-taxpayer MLE, e che andrebbero a salire solo in quello che si presume sarà il post-James. Sempre Smith di Spotrac spiega che, lato Lakers, il tipo di offerta che intende Parsons partirebbe in caso di cifre sugli $80 milioni in 4 anni, su cui i giallo-viola potrebbero effettivamente tentennare, sebbene l’insider Marc Stein abbia riportato in queste ore che la volontà da parte della franchigia sia quella di trattenerlo a tutti i costi.

E il motivo ha provato a spiegarlo anche Brian Windhorst di ESPN sul proprio podcast:

“Non c’è assolutamente possibilità che lo lascino andare via, perché sono rimasti fregati dopo aver fatto partire Alex Caruso. E Reaves, siamo onesti, al momento è il loro terzo miglior giocatore.”

Appare dunque abbastanza complesso immaginare un’eventualità in cui “Hillbilly Kobe” possa allontanarsi da LA da restricted free agent l’estate prossima, anche al netto del fatto che, dalle ultime dichiarazioni, lui stesso sembri intenzionato a restare un Laker. Ma l’offseason dei giallo-viola è appena iniziata e, visto come è andata la pirotecnica deadline, meglio restare cauti con le previsioni.