FOTO: NBC Sports

Allacciate le cinture, sarà un’estate movimentata per la NBA, soprattutto parlando del Draft 2024. Come (quasi) tutti sapranno, Bronny James, figlio di LeBron James, si è dichiarato eleggibile per essere scelto, partecipando alla Combine e drizzando così centinaia, se non migliaia di antenne di dirigenti e addetti ai lavori. Ricordiamo che, in base a quanto visto all’high-school, Bronny sembrava avere le qualità degne di un prospetto NBA, magari non di primissima fascia e non in linea con il cognome che si porta dietro, ma comunque valide. L’arresto cardiaco patito a luglio 2023 a causa di una malformazione cardiaca congenita, però, rendono già miracoloso di per sé il fatto che sia potuto tornare a giocare già da questa stagione in NCAA, pur faticando. L’impatto di James Jr. su USC non è stato proprio memorabile: 20.2 minuti di media in 19 gare, con 5.5 punti, 2.8 rimbalzi, 2.5 assist, 0.7 palle rubate e 1.1 palle perse a partita, tirando con il 37.1% dal campo, il 27.5% da tre punti e il 62.1% dalla lunetta – tanto che Draft analyst celebri come Jonathan Givony (ESPN) lo hanno proiettato addirittura al Draft 2025, ritenendo la scelta migliore per il prospetto quella di restare un altro anno in ambito collegiale, magari cambiando aria (QUI l’approfondimento e la risposta al veleno di LeBron). Adesso, però, la realtà è questa e, stando a Shams Charania di The Athletic, Bronny James avrebbe ricevuto decine di inviti per allenarsi con squadre NBA, ma la sua scelta si sarebbe ridotta drasticamente a una manciata di possibilità, fra cui svettano Los Angeles Lakers (ovviamente) e Phoenix Suns. Questi ultimi hanno a disposizione la pick numero 22 al Draft 2024 e pochissimo margine di manovra, perciò, quantomeno idealmente, dovrebbero andare alla ricerca di un giocatore pronto e capace di impattare fin da subito soprattutto nella metà campo difensiva, possibilmente un’ala o un lungo. Ma quando si parla della famiglia James, consci del fatto che, assieme al figlio, potrebbe arrivare anche il padre – in una piazza e un mercato comunque da non disdegnare come quello dell’Arizona – magari al minimo salariale, una scommessa potrebbe rivelarsi piuttosto allettante.

Detto questo, le condizioni sono molto chiare, dettate da Rich Paul (CEO di Klutch Sports, agenzia che rappresenta padre e figlio) in una recente intervista su Bleacher Report: Bronny non firmerà nessun contratto two-way, non metterà piede in G League, il suo deve essere un contratto standard, facendo parte del roster. Inoltre, come spiega l’agente, l’obiettivo primario sarà quello di trovare una squadra e un progetto adatti a al figlio di LeBron, e viceversa, pur tenendo in considerazione anche i desideri del padre. Bronny James, insomma, godrà di attenzioni e di un trattamento da top assoluto, pur essendo materiale grezzo – lo ripetiamo, magari pure di livello NBA – su cui ci sarà molto da lavorare, che piaccia oppure no. I Phoenix Suns saranno disposti a fare questa scommessa? LeBron sarebbe disposto ad andarsene dal mercato losangelino, rifiutando una player option da $51.4 milioni, per chiudere la carriera in Arizona al minimo salariale? Rich Paul permetterebbe una mossa di questo tipo? Tutti interrogativi ai quali probabilmente non avremo una risposta prima del 26 giugno.