FOTO: The Big Lead

Questo contenuto è tratto da un articolo di Ira Winderman per South Florida Sun-Sentinel, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


L’esercizio da fare in avvicinamento alla trade deadline, che quest’anno cado il 9 di febbraio, riguarda tipicamente il tentativo di dare una lettura a quali siano i bisogni di una squadra. Questo è quello che rende i Miami Heat atipici. Intanto, il punto di partenza deve essere capire cosa Pat Riley e Andy Elisburg siano pronti a sacrificare.


Con gli Heat così in difficoltà con una luxury tax punitiva, al punto da non potersi permettere nemmeno di riempire il loro quindicesimo posto a roster, né di convertite il two-way di Orlando Robinson in un contratto standard e Playoffs eleggible, la deadline si presenta più come un’occasione per alleggerirsi.

Liberarsi dei $4.7 milioni di stipendio di Dewayne Dedmon aprirebbe le porte ad almeno un’altra firma senza superare la soglia della tassa. Spostare Kyle Lowry e i $29.7 milioni che guadagnerà la prossima stagione renderebbe più semplice una ristrutturazione in offseason attorno agli stipendi che Jimmy Butler ($45.2M), Bam Adebayo ($32.6M) e Tyler Herro ($29.7M) avranno nella prossima stagione. Scambiare Duncan Robinson e i suoi $58 milioni di contratto pluriennale rimanenti dopo questa stagione faciliterebbe le decisioni da prendere nella prossima free agency su Max Strus, Gabe Vincent e Omer Yurtseven

Perciò, no, gli Heat non sono i classici seller nel senso più tradizionale del termine, di sacrificare questa stagione per il futuro. Per certe ragioni, è forse l’opposto, creare flessibilità adesso e per il futuro. Ma quale approccio potrebbero tenere?

Proponiamo un paio di possibilità come esempi che funzionino per restare al di sotto di quanto richiesto dal cap e che possano produrre l’impatto desiderato. No, né speculazioni, né “le fonti dicono che…”, ma opzioni che rispettino il comune buonsenso in una situazione ben poco comune (sì, parleremo anche di Kyrie Irving).

  • Dewayne Dedmon in cambio di niente

No, in NBA non si possono fare scambi senza richiedere nulla in cambio, perciò ci si potrebbe accontentare di ricevere una sorta di second-round pick protetta nei modi più assurdi. Ma quello che si può fare è spedire altrove Dedmon con abbastanza denaro da coprire il suo stipendio per il resto della stagione, più un facilitatore finanziario per garantire un guadagno netto per una squadra che stia operando al di sotto del cap. Le squadre possono cedere fino a un massimo di $6.4 milioni nelle trade durante l’anno fiscale NBA, da luglio a giugno.

Anche qualora gli Heat ricevessero in cambio un minimo salariale in un simile accordo, avrebbero liberato abbastanza spazio per riempire due slot a roster, magari usandone uno per convertire il two-way di Orlando Robinson. OKC e Utah sarebbero le destinazioni favorite per scaricare Dedmon.

  • Kyle Lowry ai Los Angeles Clippers per Marcus Morris e John Wall

Questa verte sulla disperazione dei Clippers per qualcosa di decente nel ruolo di point guard, assieme ai mezzi finanziari dell’owner della squadra, Steve Ballmer, che gli permettono di investire nel tipo di stipendi preclusi ai più.

Un accordo del genere permetterebbe agli Heat di salvare oltre $6 milioni in questa stagione, più tutti quelli della 2023/24, quando Morris sarà all’ultimo anno di uno stipendio da $17.1 milioni. Morris potrebbe aiutare a sistemare i problemi di Miami nel ruolo di ala grande, mentre Wall potrebbe ricevere il buyout dopo un accordo del genere. Mentre Norman Powell potrebbe essere un appetibile sostituto di Morris nello scambio, i Clippers probabilmente non ci starebbero.

L’altra opzione con Lowry è quella di attendere fino all’offseason per sfruttare il suo contratto in scadenza in una sign&trade per un pesce più grosso (non certo, comunque, delle dimensioni di una balena).

  • Duncan Robinson agli Orlando Magic per Terrence Ross e Chuma Okeke

Questo risponde alla domanda su dove Robinson possa avere valore con il suo contratto. Per una squadra non proprio nota per attirare free agent, potrebbe rappresentare una buona opportunità di avere a roster un ottimo tiratore per gli anni a venire.

In Ross, al momento fuori dalle rotazioni, gli Heat troverebbero un contratto in scadenza che possa aiutare con i futuri problemi legati agli stipendi, oltre che un giocatore che possa dare una mano a un attacco fra i peggiori della Lega. Gli Heat hanno una storia nell’aggiungere giocatori che li hanno fatti a fettine in precedenza.

La struttura di questo scambio aiuterebbe inoltre Miami a salvare abbastanza spazio per una firma al minimo. I Magic potrebbero preferire cedere Mo Bamba, ma questo porterebbe gli Heat a pagare la luxury tax, perciò il contratto di Okeke sarebbe migliore.

  • Duncan Robinson, Max Strus e Nikola Jovic agli Atlanta Hawks per John Collins

Questo serve più a trovare un possibile punto di incontro fra Heat e Hawks per John Collins. Con Duncan Robinson, Atlanta troverebbe il rimpiazzo di Kevin Huerter, e otterrebbero da Miami anche i Bird Rights di Max Strus. Includere Jovic mitigherebbe l’impatto della luxury tax per gli Heat e rimpiazzerebbe i Draft asset assenti.

Al di là dell’eventuale risposta degli Hawks, la domanda da farsi è se il contratto oneroso di Collins per le prossime tre stagioni, con $26.6 milioni nel 2025/26, sia troppo ricco per Miami.

  • Max Strus e Nikola Jovic ai Utah Jazz per Jarred Vanderbilt

Niente di sconvolgente, ma avere un’ala grande con la taglia di un’ala grande, che possa riportare nella second unit l’energia di Caleb Martin, sarebbe oro. Un accordo del genere non cambierebbe nulla in questa stagione, ma aggiungerebbe i $4.7 milioni di Vanderbilt alla prossima. Danny Ainge preferirebbe forse una Draft pick rispetto a Jovic, ma quest’ultimo sarebbe l’equivalente di una scelta.

Una trade così sarebbe da fare se gli Heat reputassero necessario migliorare il reparto ali, al prezzo di due giocatori che dovranno essere pagati abbastanza e abbastanza a lungo nei prossimi anni. Nonostante questo, per ora le voci dicono che l’obiettivo sia quello di rifirmare Strus e Vincent, con la possibilità di prendere giocatori simili a Vanderbilt dal buyout market.

  • L’opzione Kyrie Irving

Gli Heat sono fra le squadre interessate, e potrebbero assemblare un pacchetto attorno a Lowry, altri nomi (forse Strus, Robinson) e scelte. Una volta che Lowry sarà incluso nell’accordo, sarà però impossibile per gli Heat offrire un contratto in più per Kevin Durant o Bradley Beal, che potrebbero tornare sul mercato. Perciò potrebbe trattarsi di Irving fino a fine stagione o di qualcosa di più stabile, forse, dopo.

Riley potrebbe amare arrivare a un pesce così grosso, ma che razza di amico regala a un allenatore Irving e Butler nello stesso spogliatoio?