A detta di molti, gli Anni ’90 sono stati “gli anni d’oro” dei soprannomi in NBA. E siccome sono passate ormai più di due decadi da allora, in questa top-20 abbiamo dato una spolverata a qualche nickname entrato nella storia della lega, e rimasto indelebilmente nella memoria dei tifosi.

Ecco, dunque, una lista – attenzione: in ordine alfabetico – dei migliori soprannomi dei giocatori che hanno calcato i parquet NBA in quella decade.

Anfernee Hardaway – “Penny”

Si comincia con uno di quei casi in cui il soprannome, col passare del tempo, ha preso il posto del nome di battesimo: il famoso “Penny” Hardaway, infatti, all’anagrafe risulta chiamarsi Anfernee Hardaway. La motivazione del suo nickname? Semplice: la nonna, con il suo accento tipico del sud degli Stati Uniti, quando lo chiamava “Pretty” sembrava dicesse ogni volta “Penny”. Un gran bel nome, e Lil’ Penny – che non è un trapper, ma un personaggio di una pubblicità Nike (proprio con Hardaway) – è ancora meglio.


Anthony Webb – “Spud”

Per una perfetta doppietta, ecco un altro caso di soprannome che prende il posto, più o meno ufficialmente, del nome di battesimo. E anche in questo caso, come per Hardaway, c’è lo zampino di una nonna, che, quando Webb era bambino, usava chiamarlo “Spud”, abbreviazione casereccia di “Sputnik”. Per chi non conoscesse questo piccolo grande uomo, Webb è alto 170 centimetri e nel 1986 ha vinto la gara delle schiacciate all’All-Star Game. No, non ci sono errori di battitura: 170 centimetri, vittoria dello Slam Dunk Contest.

Bryant Reeves – “Big Country”

Con i suoi 2.13 metri di altezza e un peso superiore ai 124 chilogrammi, non è difficile capire come mai il soprannome di Reeves fosse “Big Country”. L’ex Grizzlies era un centro di grandi prospettive in NBA, ma gli evidenti problemi di sovrappeso e i continui infortuni obbligarono il big man al ritiro nel 2001, dopo sole sei stagioni a Vancouver.

Charles Barkley – The Round Mound of Rebound”

Si sa, Charles Barkley non è mai stato famoso per il suo fisico da étoile de La Scala, ma nonostante gli apparenti chili di troppo, l’ex Suns è sempre riuscito a dominare sotto canestro, e non solo. Tra i suoi record, nella stagione 1986/87 è stato il più basso giocatore nella storia a vincere la classifica dei rimbalzisti: serve altro per spiegare il soprannome The Round Mound of Rebound?

Clyde Drexler – “The Glide”

Per capire il soprannome di Drexler, basta guardare un video (come quello qui sotto) con le sue schiacciate. Quando spiccava il volo per andare al ferro, sembrava restasse in aria per svariati secondi, quasi “planando”. Come indica il nickname: Clyde The Glide!

David Robinson – “The Admiral”

L’ammiraglio. Un nome perfetto per Robinson che, oltre ad aver servito in Marina, con il suo portamento quasi regale, la professionalità e l’incredibile leadership che lo contraddistinguevano, aveva a tutti gli effetti le caratteristiche per essere chiamato The Admiral. Oltre a questo, siccome un buon Ammiraglio non tradisce mai la propria patria, il signor Robinson ha sempre e soltanto vestito la maglia dei San Antonio Spurs in NBA, vincendo due anelli (oltre a due ori olimpici con Team USA).

Dennis Rodman – “The Worm”

Famoso per le sue incredibili doti da rimbalzista e per la personalità a dir poco stravagante, un personaggio come Rodman non avrebbe mai potuto possedere un soprannome “normale”. Per tutti era famoso come “The Worm”, perché da piccolo, giocando ad un videogioco insieme ad alcuni amici, iniziò a contorcersi come un verme. No, le sue doti cestistiche non c’entrano in alcun modo, ma questo non stupisce nessuno – perché, si sa, tutto quello che riguarda Rodman, come la sua amicizia con Kim Jong-Un, è decisamente poco convenzionale.

Dominique Wilkins – “The Human Highlight Reel”

Il sopracitato Drexler è stato sì un grande schiacciatore, ma uno dei più incredibili distruttori di ferri – e posterizzatori di esseri umani – è stato sicuramente Dominique Wilkins, conosciuto appunto come “The Human Highlight Reel”. Nella sua carriera, che comprende anche un anno in Italia, ‘Nique ha giocato partite di altissimo livello, ma alla fine tutti lo ricorderanno per le sue schiacciate totalmente al di fuori di ogni legge fisica. Guardare per credere:

Gary Payton – “The Glove”

Tutto ebbe inizio nel 1993, durante le finali della Western Conference. Gary Payton, con la sua difesa impeccabile, praticamente annullò Kevin Johnson; e il cugino di Payton, durante una telefonata, disse che Gary stava contenendo Johnson come fa un “guanto” da baseball con la relativa palla. Il nickname venne utilizzato fin da subito per chiamare il cestista di Oakland, che è stato uno dei migliori difensori nella storia della NBA.

Hakeem Olajuwon – “The Dream”

Pensate al centro perfetto, quello che vorreste creare in NBA2K o che pensate possa dominare incontrastato sotto canestro: quali caratteristiche dovrebbe avere? Veloce con i piedi, ottima sensibilità al tiro, fisicamente dominante, atletico e intelligente in difesa. In molti direbbero che è impossibile trovare un essere umano con tutte queste caratteristiche, a meno che non sia stato creato in provetta da un gruppo di scienziati. E invece ci ha pensato Madre Natura a creare lui, Hakeem “The Dream” Olajuwon.

Karl Malone – “The Mailman”

Avete presente il classico postino dei film di Hollywood, che regolarmente ogni mattina consegna la posta? Ecco, Malone ha fatto la stessa cosa, ma sul parquet, segnando più di 20 punti a partita in 17 delle sue 19 stagioni in NBA. Veloce, preciso, affidabile. Una sicurezza, proprio come il postino.

Larry Johnson – “Grandmama”

No, il caro Larry non provava un amore incredibile per sua nonna, che non ha partecipato alla creazione del soprannome come per Hardaway e Webb. “Grandmama” è nato da una pubblicità della Converse, antesignana della “saga” di Uncle Drew, in cui un Johnson vestito da anziana signora era in grado di schiacciare a canestro grazie alle sue nuove scarpe.

Michael Jordan – “Air Jordan” / “His Airness”

Poteva mancare Michael Jeffrey Jordan, in questa lista? Certo che no. MJ ha avuto diversi soprannomi durante la sua carriera, tra cui His Airness ed Air Jordan sono quelli più famosi. Dal primo è nato addirittura il brand, con figura stilizzata di Jordan che schiaccia nel logo. Un brand che ha raggiunto, e superato, il valore di 3.5 miliardi di dollari. Mike saluta e soprattutto ringrazia per la sua maglietta, felpa, scarpa o altro della Jordan… che sicuramente avete nel guardaroba.

Robert Parish – “The Chief”

Oltre ai tre titoli vinti negli anni ’80 con i Celtics, Parish ha anche la fortuna di possedere un soprannome particolare, raffinato e per nulla scontato. È grazie a Cedric Maxwell, suo compagno di squadra, se tutti conosciamo il centro di Shreveport con il nome di The Chief, come il personaggio del film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Perché? Semplice, Parish è sempre stato sulle sue, in tutte le situazioni, risultando ai compagni simile al personaggio sordomuto della pellicola con Jack Nicholson.

Shaquille O’Neal – “Big Diesel” (…)

OK, è risaputo che Shaq ha un numero infinito di soprannomi e che ogni giorno, anche dopo il ritiro, ne viene coniato uno nuovo (da lui direttamente o da altre persone); ma per quanto The Big Shaqtus sia meritevole, alla fine il centro è spesso ricordato come Big Diesel, perché è il nickname che più si addice al suo strapotere fisico degno di un grande camion con rimorchio, rigorosamente alimentato a diesel. Per gli altri soprannomi, servirebbe un intero articolo…

Shawn Kemp – “The Reignman”

L’asse Payton-Kemp ha regalato grandi emozioni e schiacciate da cineteca, permettendo così al centro di meritarsi a piene mani il nickname “The Reignman”, che inoltre ha una piacevole assonanza con la pioggia che caratterizza la città di Seattle, sede dei suoi SuperSonics.

Tyrone Bogues – “Muggsy

Completiamo la tripletta di soprannomi che prendono il posto dei nomi di battesimo con Tyrone Bogues, da tutti conosciuto come “Muggsy”. Da cosa deriva questo soprannome? Dalla sua statura che, oltre ad averlo reso il giocatore più basso ad aver militato in NBA, gli ha permesso durante la sua indimenticabile carriera di rubare un quantitativo infinito di palloni. Poi degli esseri ancora più bassi gli hanno rubato il talento per qualche giorno, ma questa è un’altra storia…

Toni Kukoc – Pink Panther”

Prendete un giocatore dal corpo esile. Applicateci un’intelligenza fuori dal comune sul parquet, una clamorosa leggiadria nei movimenti, unita ad una classe sopraffina: avete così la Pantera Rosa della pallacanestro, capace anche di dire frasi che ormai sono storia, come «un canestro rende felice una persona, un assiste ne rende felici due».

Vitaly Potapenko – The Ukraine Train

206 centimetri per 129 chilogrammi, il tutto direttamente dalla città ucraina di Kiev, passando attraverso il college di Wright State University. A queste caratteristiche basta aggiungere un pizzico di strapotere fisico, una buona dose di esplosività nelle gambe, ed ecco a voi il treno ucraino.