Nella seconda partita dei Play-in Chicago e Miami si giocano l’ottava posizione, con una partita in cui il win or go home è un imperativo categorico kantiano.

Alla seconda partita di play-in, con buona pace di Boston in attesa, ci troviamo di fronte una partita con due squadre che dell’Old School Smash Mouth Basketball hanno sublimato i concetti. Da un lato i Bulls, usciti da una solidissima vittoria contro gli Hawks, che ancora assaporano l’aspro e amaro sapore della mancata qualificazione dell’anno scorso proprio per mano degli Heat, squadra avversaria stanotte, mutila del leader morale e statistico (almeno ai PO) Jimmy Butler.

Ma quali sono le incognite e le letture possibili di questo imminente scontro? Ne abbiamo individuate tre per compagine, interrogandoci anche su quali sarebbero i counter-punch che le difese potrebbero far esplodere sul volto degli sfidanti.


Chicago Bulls

  • Tyler Herro

In assenza di Butler, il prodotto di Kentucky rimane l’ultimo creator palla in mano che ad alti volumi mantiene un’ alta efficienza. In tal senso, la franchigia dell’Illinois potrebbe (o dovrebbe) concentrare su di lui gran parte degli 1on1 e dei Pick&Roll, al fine di stancarlo o caricarlo di falli. Herro infatti fatica in difesa, concedendo percentuali alte ai propri match-up (quand’essi sono di valore) e arrancando nella difesa sulla palla e nel gestire gli scivolamenti sui blocchi.

COUNTER-PUNCH: La zona. Miami è la prima per utilizzo della zona nella lega d’oltreoceano, e anche chi non è un addetto ai lavori riesce a comprendere quanto sia poco funzionale basare un attacco alla zona (seppur la difesa a zona americana sia condizionata negativamente dalle regole NBA) su 1on1 e Pick&Roll.

  • Zona 3-2

Attaccare una difesa a zona, sia essa giocata dalla prima divisione umbra o dalla élìte del basket mondiale, è un argomento complesso e necessita di nozioni tecnico-tattiche. Ci basta però guardare ad una statistica: gli Heat sono terzi nella lega per punti concessi agli avversari per partita (105.0 OPPG). Ciò ben spiega quanto sia complicato l’attacco alla zona e quanto impatti sulle prestazioni offensive. Chicago avrà dunque vita difficile, e una delle soluzioni che può attuare è quella di giocare tanto sugli ottimi giocatori in “random cut” di cui dispone. Un taglio a canestro costringerebbe la difesa di Coach Erik Spoelstra ad uno sforzo di concentrazione maggiore, ad una maggiore necessità di comunicazione e a degli aiuti più marcati che romperebbero gli equilibri in&out.

COUNTER-PUNCH: Bam Adebayo. La sua rim protection è sufficiente a scoraggiare tagli e percentuali alte al ferro. In questo suo periodo ottimo periodo di forma la sua presenza in area è sufficiente, anche senza citare la statistica spuria di stoppate per partita, ad abbassare le percentuali al ferro degli avversari costretti a soluzioni aeree diverse e più complicate per aggirare la sua elevazione e il suo tempismo.

  • Bam Adebayo

Proprio l’altro prodotto di Kentucky potrebbe essere un punto a favore per i giocatori di Coach Donovan. Avere a roster Nikola Vucevic potrebbe essere l’enpassant dello scacco matto in questa partita, il centro montenegrino sta viaggiando a 18 ppg e 12 rbpg in questa stagione, con un ottimo 48% al tiro. Ne consegue che non possa essere “battezzato” in alcun modo e potrebbe, con la sua gravity, spostare Bam al di fuori del pitturato, agevolando il punto di forza precedente e liberando i cutters di una incombente ombra difensiva.

COUNTER-PUNCH: La scelta di utilizzare Kevin Love insieme ad Adebayo. Sebbene non abbia la rim protection del suo compagno di squadra, il veterano rimane un ottimo difensore e potrebbe lavorare in equilibrio per chiudere i taglianti o contenere Vucevic, di fatto vanificando la mossa di scacco al re che i Bulls potrebbero giocare.

Miami Heat

  • Jaime Jaquez

Con il leader fermo all’angolo neutro, il rookie potrebbe risaltare e giovarne. Le sue molteplici soluzioni in post e il suo range di tiro sono NBA ready già da qualche anno, e in questa stagione ha dimostrato di non temere le responsabilità e di reggere confronti che sulla carta sembravano persi in partenza. Chiaro che un cambio di game-plan di questo genere potrebbe sembrare azzardato, ma Coach Spo non è nuovo all’utilizzo di montanti invisibili per ottenere il meglio dai giocatori che ha a disposizione.

COUNTER PUNCH: L’inesperienza del giocatore potrebbe in ogni caso fare gioco positivo per gli avversari. I suoi match-up sarebbero solidi giocatori con ormai molti anni di esperienza nella massima lega statunitense. Ciò potrebbe condizionarlo nelle scelte difensive, ed è possibile qualche problema di falli nel corso della partita.

  • Attacco al ferro

Sono ormai anni che parliamo della (mancante) rim protection dei Bulls; ed è chiaro come, in maniera sorprendentemente coerente, le cose non siano cambiate. Attaccare il ferro è, e rimane, un must try per ogni avversario della squadra di Chicago, e Miami dovrebbe sfruttarlo al massimo.

COUNTER-PUNCH: La rim protection secondaria. Chicago dispone di ottimi screen navigator che potrebbero aiutare e smorzare un colpo al fegato di questa portata; tutto sta a Coach Donovan che dovrebbe scegliere, a titolo d’esempio, di rimettere in rotazione Torey Craig, che risulta ottimo in questi frangenti.

  • Manipolazione della difesa

Così come abbiamo già detto, la difesa a zona è complicata da attaccare, ma non impossibile. Il postulato fondamentale per ogni attacco alla zona è quello di costringerla a movimenti esagerati e ad uno sbilanciamento su un lato del campo per permettere, con una velocissima circolazione di palla, di attaccare con tagli su lato debole e sfruttare le zone grigie che ogni difesa a zona fisiologicamente concede.

COUNTER-PUNCH: Rimane la scelta di giocare con doppio lungo. Love è un giocatore di grande QI cestistico, in particolare nella sua metà campo, e potrebbe aggredire intelligentemente le linee di passaggio per evitare autostrade sul lato debole.


Quest’ultimo turno di Play-in mette a confronto due squadre che hanno sublimato un gioco duro, quasi al limite della legalità (cestistica s’intende), e che hanno grandi potenzialità e criticità. C’è un punto però che non abbiamo affrontato che, a parità di talenti e con scelte tattiche che si equilibrano, potrebbe essere il liver-blow della partita.

La fame. Chicago non ha dimenticato l’eliminazione dello scorso anno, ed ha avuto un anno per far macerare quella sensazione di perdita che porta con sé una sconfitta di quel genere; d’altro canto Miami non è una squadra che permette agli avversari di prendere il ruolo di runner-up, tendendo invece a rimanere ancorata a quella Heat Culture che la contraddistingue, fatta
di picchi di calore e gioco famelico per tutti i 48 minuti di partita.

Ciò detto la partita è alle porte e non ci resta che godere di quella Old School Smash Mouth Basketball fatta di scacchi, colpi d’incontro e montanti nascosti.