Le squadre vanno a Brooklyn sul 2-0: cosa aspettarsi dal terzo capitolo della serie?

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La serie probabilmente più interessante del primo turno dei Playoffs 2022 è giunta al primo vero checkpoint: i Boston Celtics sono avanti 2-0, i Brooklyn Nets hanno le spalle contro il muro.

Nel frattempo, la situazione infortuni si sta muovendo da entrambi i lati, e nei prossimi giorni potrebbero essere disponibili nuovi giocatori pronti a cambiare il corso della serie. Robert Williams dovrebbe essere disponibile addirittura già in Gara 3, a minutaggio ridotto, mentre Ben Simmons potrebbe essere di ritorno nella partita successiva.

Entrambe le partite viste finora sono state equilibrate, ma, per motivi diversi, entrambi gli allenatori dovranno lavorare su qualche aggiustamento in previsione del prossimo incontro.

L’attacco del pitturato e dei mismatch è la chiave per i Celtics

I Celtics non hanno affatto deluso al TD Garden. La squadra del Massachusetts è stata impeccabile nello sfruttare la spinta dei propri tifosi e mantenere il fattore campo nelle prime due, complicatissime, gare della serie. Il 2-0 maturato finora ha senza dubbio incanalato la serie sui binari giusti, ma tutto rimane ancora aperto.

Proprio da Gara 2 è necessario ripartire per capire qualcosa in più di quel che potrebbe accadere al Barclays Center. I Celtics, infatti, nel primo tempo hanno sofferto gli aggiustamenti difensivi fatti da Steve Nash (ad esempio Bruce Brown in marcatura su Tatum), e pur mantenendo una buona intensità difensiva non sono riusciti a trovare le classiche soluzioni offensive che li hanno resi la seconda squadra per Offensive Rating nel post-ASG.

Il simbolo di questa difficoltà è stato Jayson Tatum. Lo #0 dei Celtics, eroe di Gara 1 con il buzzer beater all’ultimo respiro, non è quasi mai entrato in ritmo al tiro durante la partita, né dal perimetro né dalla media distanza. Soffocato dalla marcatura di Brown, e spesso raddoppiato, Tatum è stato costretto a vestire i panni del facilitatore, sfruttando al meglio la sua gravity offensiva, senza però attaccare il ferro con continuità.

Proprio su quest’ultimo punto vale la pena soffermarsi. In Gara 2 infatti l’unico a leggere correttamente la difesa dei Nets è stato Jaylen Brown. L’ex prodotto di California University ha presto capito che l’unico modo per far vacillare la linea difensiva avversaria era attaccare con maggiore frequenza il pitturato. Brown ha così evitato i classici jumper dal mid-range, in favore di un maggior numero di penetrazioni a canestro. Questa sua scelta ha generato due conseguenze:

  • I Nets sono stati spesso forzati a collassare in area, lasciando spazi sul perimetro per i tiratori bianco-verdi (magistrale a tal proposito la prova di Grant Williams), innescati anche da una serie di blocchi ciechi ben studiati per queste situazioni.
  • Andre Drummond e Nic Claxton portati fuori dal pitturato hanno lasciato spazi importanti per i taglianti e per conclusioni meno contestate al ferro, e a beneficiare di ciò sono stati soprattutto Daniel Theis (autore di un’intelligente prova offensiva) ed Al Horford, che hanno banchettato sotto canestro.

Solamente nel quarto periodo Tatum ha iniziato ad attaccare con maggiore frequenza il ferro tramite Pick&roll, ed i risultati hanno permesso ai Celtics di vincere la partita.

In vista di Gara 3 sarà imperativo continuare su questa strada. Fino al rientro di Simmons, che potrebbe sparigliare le carte difensive dei Nets, Drummond e Claxton saranno attaccabili con il pick&roll, e sfruttare le loro lacune sarà determinante. Con il rientro di Robert Williams la situazione sotto questo aspetto migliorerebbe ulteriormente per Boston. Timelord, infatti, con i suoi tagli a canestro ed i lob ricevuti, è stato spesso un’arma importante nell’attacco dei Celtics, e potrebbe diventare cruciale per far muovere la difesa di Brooklyn.

L’ultimo punto, a livello offensivo, su cui Ime Udoka dovrà necessariamente battere è l’attacco dei mismatch. La difesa aggressiva su Durant e Irving ha costretto Nash a dare tanti minuti a giocatori come Goran Dragic e Seth Curry, tanto utili per la produzione offensiva quanto pessimi in difesa.

In questo contesto diventa fondamentale per i Celtics attaccare tali mismatch in situazioni dinamiche, forzando i cambi e permettendo a Tatum e Brown di sovrastare fisicamente i difensori deboli in maglia Nets. Lo stesso discorso fatto per Dragic e Curry si può estendere anche ad Irving, valido sulle linee di passaggio ed in post, meno quando attaccato in penetrazione.

Nets, come risolvere le difficoltà di KD

Lato Nets, la grande notizia delle due partite d’apertura è stata la marea di difficoltà che ha affrontato Kevin Durant contro la difesa dei Celtics. Uno dei migliori realizzatori di ogni epoca ha mostrato evidente fatica nel guadagnare i suoi spot e costruirsi i suoi tiri preferiti, finendo per tirare male e perdere molti palloni in entrambe le gare.

Per snocciolare qualche dato:

Tatum ha svolto finora uno straordinario lavoro in single coverage, tenendo l’ex Warriors a 2/13 dal campo e forzando 7 palle perse, ma ciò che fa la differenza è il lavoro di tutta la squadra.

Ogni volta che Durant prova a mettere palla per terra e attaccare, subito la difesa dei Celtics si chiude, raddoppiandolo e intrappolandolo con grande fisicità. Ciò che Boston ha fatto vedere nelle prime due gare è probabilmente la difesa meglio attrezzata ed organizzata mai incontrata da KD in carriera.

Uscire dagli ostacoli messi dalla squadra di Udoka non è facile, ma con il materiale offensivo a disposizione dei Nets si può fare.

Innanzitutto, il tipo di difesa attuata da Boston finora nella serie è reso possibile soprattutto dalla scelta di lasciare completamente smarcato Bruce Brown, il cui uomo agisce spesso da “libero” nel pitturato, pronto a raddoppiare o ruotare su un tiratore smarcato.

Brown non è certo un tiratore naturale, ma in stagione tocca addirittura il 40% da 3 punti, e ha messo a segno quattro dei cinque tentativi dal perimetro nella serie. Anche se non è nella filosofia della squadra e del giocatore, potrebbe risultare utile alzare il suo volume di tiri dall’arco, tentando così di costringere i Celtics a rispettarlo e aprire gli spazi all’interno dell’area.

Parlando invece strettamente di Durant, abbiamo visto come le sue azioni in palleggio siano state totalmente controproducenti nei primi due capitoli della serie. Una possibile soluzione potrebbe essere limitare il suo utilizzo a ricezioni in post medio, magari dopo un cambio difensivo che gli permetta di essere marcato da un difensore più basso di lui, da cui può ricavare tiri senza troppo sforzo grazie alla sua lunghezza.

Ciò potrebbe portare i Celtics ad altri raddoppi, che però in una situazione di questo tipo sarebbero più facilmente leggibili rispetto a quelle in cui KD attacca a testa bassa dal palleggio.


Per il momento i Boston Celtics sembrano avere la serie sul palmo della mano, e Udoka si sta dimostrando più reattivo e pronto rispetto al diretto concorrente Nash.

Detto ciò, come ormai dovremmo sapere bene, il corso di una serie Playoffs può cambiare molto velocemente, specialmente a partire da una Gara 3.