FOTO: Basketball Insiders

“Il Draft non è una scienza esatta”, frase che ogni general manager NBA avrà sicuramente impressa nella mente. Incluso Bob Myers. L’ex GM dei Golden State Warriors, adesso analyst per “NBA Countdown”, programma di ESPN, ha fatto mea culpa per la mancata selezione al Draft 2020 di Tyrese Haliburton, finito addirittura alla 12. Al suo posto, con la seconda scelta assoluta, nella Baia arrivò invece James Wiseman, adesso a Detroit con i giorni apparentemente contati nella Lega. Certo, era difficile prevedere un simile exploit della giovane stella degli Indiana Pacers, tanto che gli stessi Sacramento Kings hanno scelto in maniera nitida e mirata di non puntare su di lui, ma di scambiarlo per arrivare a un giocatore più complementare come Domantas Sabonis, costruendo un sistema molto positivo guidato da De’Aaron Fox. Ma la differenza sostanziale è che i Kings hanno preso una direzione ben precisa per valorizzare nell’immediato questo gruppo, pur sacrificando un giocatore delle cui doti erano ben consapevoli, mentre i Warriors – e Myers – sono rimasti con l’amaro in bocca a causa dell’occasione mancata:

“Parliamone [di Haliburton]. Il workout che abbiamo fatto era a poche miglia da qui, da Vegas. Eravamo io, Steve Kerr e Hoe Lacob mentre lui faceva quello che doveva fare. Ha segnato un sacco di tiri e ci siamo guardati dicendo: ‘Potrebbe essere molto buono’. Tiri diversi da quelli che si prende, più piazzati, ma li ha segnati tutti.”

“Quello che mi turba più di ogni altra cosa è che il workout è sì stato buono ma, quando ci siamo incontrati dopo, avrei dovuto capirlo già da allora, dal tipo di persona e leader che era. Perché ti incontri con le persone, parli con loro, ma quella conversazione aveva lasciato un segno a causa della sua grande intelligenza e fiducia. ll suo non è essere falsi o arroganti, fiducia.”


“E così, quando si parla di giocatori che vogliono giocare con lui, è tutto vero. Perché lui è un grande giocatore, ci sta mostrando adesso di essere un grande giocatore e questo è per lui un palcoscenico fantastico. Ma, più importante di ogni altra cosa, ci sono molti giocatori in NBA con cui nessuno vuole giocare. Se sei un grande giocatore e una grande persona, allora tutti vogliono giocare con te. E lui ci sta riuscendo. Sono molto intrigato dai Pacers, per quella comunità, è una città devota alla pallacanestro e sono fortunati ad avere una personalità del genere, come noi siamo fortunati a guardarlo perché se lo merita. Si è guadagnato questo palcoscenico.”

– Bob Myers

Una scelta, quella di James Wiseman, che probabilmente ha avuto più a che fare con il potenziale (un miraggio, basato solo sull’high-school) e sul fit, che non su altro, il che spiegherebbe anche la decisione di passare LaMelo Ball. Inoltre, non è scontato che i Warriors si sarebbero comunque buttati su altri prospetti prima ancora che su Tyrese Haliburton, tanto che i nomi ricorrenti accostati a Golden State erano anche altri e numerosi, fra cui quelli di Onyeka Okongwu o Deni Avdija.

Ironico il fatto che adesso i Pacers abbiano anche firmato e rilanciato due giovani scelti prima di Tyrese Haliburton nello stesso Draft (e, poco sotto, Aaron Nesmith) quali Jalen Smith e Obi Toppin, dopo un inizio non brillante di carriera per entrambi rispettivamente ai Phoenix Suns e ai New York Knicks. Il contesto e il ruolo richiesto fanno tutta la differenza del mondo, magari a Sacramento o altrove non avremmo mai visto questo Haliburton, e con il senno di poi sono capaci tutti. Ma certo è che, come si deduce dalle parole di Bob Myers, è comprensibile avere rimpianti, essendo già allora scattata una scintilla.