Foto: Sports Illustrated

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nicolas Martinez per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


L’8 volte All-Star Dwight Howard era una volta considerato il miglior lungo della lega, ma non è mai riuscito a mantenere fede al suo potenziale da superstar. Mentre come giocatore era indubbiamente una bestia sul campo, Dwight è stato costantemente criticato per la sua “goffa” personalità, che l’ex ala NBA Trevor Ariza considera la ragione per cui sia stato sottovalutato storicamente.


“Dwight Howard era troppo buffo, scherzava troppo, tutti gli altri non capiscono quella personalità…essere un killer con il sorriso sulla faccia, l’unica persona a riuscirci è stato Magic Johnson”.

É facile dimenticare quanto forte fosse Howard nella sua epoca, ma lo era abbastanza da portare i Magic alle Finals 2009, mantenendo delle medie di 20.6 punti, 13.8 rimbalzi e 2.9 stoppate durante la stagione. Sfortunatamente, il suo approccio positivo alla vita e la sua personalità relativamente spensierata ha preso molti fan nel verso sbagliato, e ancora ancora oggi molti credono che la più grande debolezza di Howard fosse la sua incapacità di performare con un’importante posta in palio.

Howard Vs. Kobe

Dopo aver trovato grande successo con gli Orlando Magic, Dwight è stato scambiato ai Lakers nel 2012, con le speranze di costruire una dinastia insieme a Kobe Bryant. Invece, le loro contrastanti personalità hanno segnato in negativo il destino della coppia fin dall’inizio. Dopo solo un’esperienza di sole 76 partite a Los Angeles, finita con uno sweep al primo turno contro gli Spurs, Dwight ha lasciato i Lakers per tentare la fortuna a Houston.

Guardando indietro, ci sono molte ragioni per cui la Dwight-Era ai Lakers sia andata male, ma non è un segreto che la personalità giocosa del lungo abbai disturbati Kobe non poco. In una chiamata, ora famosa, tra i due, Bryant ha dichiarato che le cose “non sarebbero andate bene”, dopo che Dwight lo ha chiamato per chiedergli della vita notturna di LA solo pochi minuti dopo essere arrivato in giallo-viola. In breve, DH non è mai riuscito a raggiungere lo spirito competitivo di Kobe e questo è rimasto il tema per il resto della sua carriera.

Dwight un Top-75 di sempre?

In una decisione che ancora accende il dibattito, l’NBA ha deciso di lasciare fuori Dwight fuori dal suo Top-75 team quasi 2 anni fa, mostrando dove la sua reputazione si trovi nell’era moderna. Anche essendo un campione NBA, 8 volte All-Star, 8 volte All-NBA, e 3 volte DPOY, Howard non è molto spesso considerato nello stesso tier di altri lunghi leggendari come Shaq, Wilt, Kareem o anche solo David Robinson e c’è un’ottima ragione per questo. Ha fallito nel vincere un titolo come primo violino ed è sempre sembrato troppo troppo impegnato a scherzare per migliorare il suo gioco.

Nel 2020, Dwight si è in qualche modo riabilitato agli occhi del mondo NBA quando è tornato ai Lakers e ha vinto un titolo come centro di riserva, ma ci sarà sempre quel senso di opportunità mancata con lui, quando pensi a cosa avrebbe potuto essere con un maggiore focus sull’obbiettivo.

Oggi, Dwight non si è ufficialmente ritirato ma i suoi giorni nella lega sembrano finiti con la sua ultima partita nella stagione 2021-2022. La sua legacy è senza dubbio molto complicata da valutare, ma nessuno può togliergli quanto raggiunto con i Magic, quando era la stessa più scintillante ed il giocatore franchigia per quasi una decade.