FOTO: X / Indiana Pacers

Con le prime due gare andate, i tifosi dei Milwaukee Bucks possono esser certi di una cosa: gli Indiana Pacers torneranno al Fiserv Forum. Il resto è completa oscurità, perché fra Gara 1 e Gara 2 abbiamo visto due partite completamente diverse, la seconda delle quali forse più vicina al reale andamento della serie, ma una sola costante: il dominio di Pascal Siakam. L’ex Raptors non a caso è momentaneamente il top scorer di questi Playoffs (sample ovviamente bassissimo) dopo aver segnato 37 e 36 punti, favoriti ovviamente dall’assenza principale per i Bucks, quella di Giannis Antetokoumpo. Come previsto, la sua assenza sta pesando soprattutto nella difesa in aiuto e nei matchup con i pariruolo rispetto alla metà campo offensiva, dove i Bucks non sembrano avere troppi problemi, almeno non con un Damian Lillard da 35 punti in Gara 1 e 32 in Gara 2, con il 70% di True Shooting. Ma per una Milwaukee che, via Woj, spera di riaverlo in buone condizioni per fine serie (sebbene ci sia qualche ambiguità da decifrare), c’è bisogno assolutamente di trovare alternative per evitare che le chanche di giocare il secondo turno si avviino verso lo zero nelle prossime due partite ad Indiana. Per questo, dovendo ragionare senza Giannis, andiamo a vedere come nelle due partite (specialmente in Gara 2), Spicy P sia stato capace di un dominio tale – prevedendo potenziali soluzioni per i Bucks a partire da Gara 3.

Il dominio del pitturato

Per quanto la Gara 1 preparata da Doc Rivers sia riuscita a generare alcune palle perse dei Pacers, limitandone le percentuali con tanti stunt&recover che hanno portato a un pessimo 8/39 a lunga distanza (vuoi per la componente emotiva che vedeva ben 7 giocatori dei Pacers alla prima partecipazione assoluta in post-season fuori casa, vuoi per varianza), riproporre lo stesso game plan in Gara 2 non si è rivelata un’idea brillantissima. Questo perché il tipo di difesa scelto e i closeout fatti sono molto rischiosi se il tiro per la squadra avversaria inizia ad entrare con costanza, come successo in Gara 2 ai Pacers, che solo nel primo tempo hanno chiuso con 10/21, segnando più triple di quante messe nell’intera Gara 1. Ciò ha inoltre favorito Rick Carlisle nello sfruttare l’opzione offensiva che più di tutte aveva messo in difficoltà i Bucks anche nel secondo tempo di Gara 1, ovvero la possibilità di creare dal post di Siakam. Infatti, nel primo matchup, Doc aveva programmato in marcatura Brook Lopez, probabilmente per una assenza di un grosso volume da tre attesa dall’ex Raptors, togliendone però praticamente tutta la rim protection, anche in aiuto. Inoltre, anche quando Siakam ha deciso di puntare dal post, Lopez ha sofferto molto la differenza di rapidità e mobilità, concedendo nel solo secondo tempo 19 punti nel pitturato al diretto avversario. In Gara 2 il copione si è solo ripetuto: i Bucks hanno accettato tutti i cambi, concedendo fin troppi mismatch e subendo addirittura 28 punti nel pitturato.

Come detto all’inizio, senza Giannis risulta quasi impossibile per i Bucks difendere questa soluzione senza rinunciare alla rim protection data da Lopez, anche perché il miglior matchup possibile per la difesa, ovvero quello dato da Bobby Portis, è stato mandato al macello dalla difesa di Milwaukee. Qui, per esempio, è stata concessa troppo facilmente la ricezione profonda a Siakam da Portis, con Aaron Nesmith e Ben Sheppard bravissimi a riempire il lato debole concedendo l’iso e negando la possibilità di aiuto ai vari Pat Connaughton e Khris Middleton.


In più, questa soluzione in cui Indiana ha riempito il lato debole ha distrutto tutte le alternative dei Bucks, vittima Jae Crowder:

L’obiettivo dei Pacers diventa molto più semplice quando, accelerando il pace, colgono impreparati nei matchup i Bucks in transizione, trovando il bersaglio preferito (Lillard), mismatch evidente di cui Siakam ha quasi abusato:

Guardate ad esempio di seguito come sia facile per Siakam trovare il mismatch giocando un semplice side pick&roll che porta fuori Lopez, stesso copione del matchup con Portis: lato debole riempito e perimetro carico, per Siakam è solo uno scherzo chiudere così su Lillard, con il rim protector principale dei Bucks tagliato completamente fuori.

Ovviamente uno dei grossi problemi dei Bucks è anche la dimensione da playmaker di Spicy P: la possibilità di quest’ultimo di creare dallo short roll o al gomito si è vista benissimo quando, dopo il mismatch creato, è arrivato un aiuto da Portis o da Lopez nel perimetro e l’ex Raptors è riuscito a sfruttare al massimo lo spacing che quasi tutte le lineup dei Pacers offrono, arrivando addirittura a 6 assist, a discapito dei soli 2 raccolti nella prima gara:

La possibile soluzione

Costretti a considerare Giannis fuori anche per le prossime partite, i Bucks dovranno trovare una soluzione anche senza di lui, che sembra chiara: negare la ricezione profonda nei primi secondi. Questo va fatto con un sistema di aiuti più intenso, dove il matchup iniziale deve essere aiutato subito in ricezione, mettendo in funzione una rotazione efficace e veloce da parte degli altri componenti del quintetto. Un esempio può essere quello che si è visto l’anno scorso nella serie fra Nets e 76ers, quando per i primi si presentò un problema ben superiore, a nome Joel Embiid, arginato in parte grazie alla difesa di Dorian Finney-Smith coadiuvata ai vari Dinwiddie e Bridges, subito a raddoppiare per poi iniziare il recovery sul perimetro. Tecnica che per i Nets ha portato a un calo di prestazioni da parte dell’MVP, ma che ha visto comunque la difesa sgretolarsi con la crescita di Maxey, giocatore che va a nozze con l’attaccare il vantaggio creato – ma che non ha eguali, guardando al roster a disposizione di coach Carlisle.