Shaquille O’Neal e la risposta molto particolare ricevuta da David Stern quando si lamentò dei tanti contatti fisici subiti durante le partite

Questo contenuto è tratto da un articolo di Divij Kulkarni per Fadeaway World, tradotto in italiano da Redazione Around the Game per Around the Game.


Durante il suo prime in maglia Los Angeles Lakers, Shaquille O’Neal era una forza davvero inarrestabile. Nelle tre stagioni consecutive tra il 2000 e il 2002, i Lakers vinsero tre titoli NBA, e Shaq è stato Finals MVP e principale protagonista di ognuno di essi.


Gli avversari non avevano alcuna risposta alla sua potenza, quindi non potevano fare a meno di fare ricorso ai falli, per mandarlo in lunetta il più possibile. La strategia, talvolta sfacciata, si chiamava “Hack-a-Shaq”, e aveva il potere di innervosire il numero 34 gialloviola.

Ma quando se ne lamentò con l’allora Commissioner della lega David Stern, la risposta di quest’ultimo cambiò la prospettiva di Shaq:

La cosa che amavo di David Stern era la sincerità. Un giorno andai nel suo ufficio perché non ne potevo più, e gli dissi “Ascolti Mr Stern, la prossima volta che mi fanno Hack-a-Shaq, non mi importa di prendere 15 o 20 partite di squalifica”

Lui disse “Figliolo, se fischiassimo ogni fallo che viene commesso su di te, le partite durerebbero quattro ore. Shaq, sei qui a lamentarti dei falli subiti, io ho 28 squadre che si lamentano di te”. Io ero concentrato sul gioco, non avrei comunque voluto tirare 100 tiri liberi, quindi dissi a me stesso “Ok, non otterrò le chiamate arbitrali, se lo capisco e ci convivo, sarò inarrestabile

Ed effettivamente, Shaq rimase inarrestabile per anni.