FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Asmir Pekmic per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Scott Foster, che potreste aver sentito chiamare “The Extender”, qualche tempo fa ha arbitrato Gara 2 tra i Phoenix Suns e i Los Angeles Clippers. Ovvero, la prima partita di Playoffs dopo quasi dieci anni in cui una squadra di Chris Paul ha vinto nonostante la presenza di Foster tra gli ufficiali di gara. A fronte di 13 sconfitte consecutive. Complessivamente, ora Paul in carriera ha vinto 3 volte su 20 in post-season con Foster in grigio; questo il riepilogo dal 2013 (anno di inizio della striscia) ad oggi:


  • 2022/23 Suns: 1-0
  • 2021/22 Suns: 0-1
  • 2020/21 Suns: 0-3
  • 2019/20 Thunder: 0-1
  • 2018/19 Rockets: 0-1
  • 2017/18 Rockets: 0-2
  • 2016/17 Clippers: 0-1
  • 2015/16 Clippers: 0-1
  • 2014/15 Clippers: 0-2
  • 2013/14 Clippers: 0-1

Chris Paul non ha mai fatto mistero della sua avversione per Scott Foster, dopo le Western Conference Finals del 2018 (Rockets-Warriors) in primis. Anche quando sapeva che rendere nota la sua opinione gli sarebbe costato qualche migliaio di dollari di multa, come in questo caso:

L’attuale point guard dei Warriors, però, non è la sola stella ad essersi lamentata degli arbitraggi di Foster, nel tempo. Anche James Harden e Paul Pierce, ad esempio, si sono scagliati contro di lui in passato, e alcuni tifosi hanno persino firmato una petizione per chiederne l’allontanamento da parte dell’NBA.

Come probabilmente vi sarà capitato di leggere sui social network, poi, Scott Foster è stato soprannominato “The Extender” per la sua presunta propensione ad estendere le serie Playoffs a sei/sette gare. E secondo questa teoria del complotto, la stessa NBA designerebbe Foster ogni volta che ha bisogno (nella logica: più partite, più entrate) di allungare una serie, favorendo la squadra in svantaggio; oppure di agevolare la presenza dei “big market” nelle fasi finali dei Playoffs.

Nelle Semifinali della Eastern Conference del 2022, ad esempio, i Bucks erano avanti 3-2 sui Celtics: Scott Foster ha arbitrato Gara 6 e Boston ha portato la serie alla bella. E una situazione simile si è verificata poche settimane dopo, sempre con i Celtics, questa volta con gli Heat come avversari.

Infine, un ultimo aspetto che ha contribuito in passato a peggiore la reputazione di Scott Foster è stato il suo legame con Tim Donaghy, arbitro NBA coinvolto nel più grande scandalo-scommesse nella storia della lega.

Tra ottobre 2006 e aprile 2007, Foster ha ricevuto 134 telefonate da Donaghy e lo ha chiamato più di qualsiasi altro arbitro; tra i due c’era uno stretto rapporto personale, tanto che Foster è il padrino di uno dei figli di Donaghy. Nonostante otto pagine a lui dedicate nel rapporto dell’FBI, comunque, Scott alla fine è stato scagionato.