Mentre si attende una decisione di Kevin Durant, Kyrie sembra avere occhi solo per i giallo-viola.

FOTO: Lake Show Life

Nonostante lo scetticismo riposto nelle possibilità di imbastire una trade equilibrata, le ultimissime notizie non lasciano spazio a dubbi: Kyrie Irving non è mai stato così vicino ai Los Angeles Lakers. Anzi, stando a quanto dichiarato in una puntata su Spotify di “The Stein Line”, presieduta dal celebre giornalista Marc Stein e con ospite Brad Turner (Los Angeles Times), la trade di Kyrie sarebbe solo questione di tempo, con il focus della questione impostato sul quando ancora prima che sul se:

“Credo che, ad un certo punto, Kyrie sarà a giocare per i Lakers. I Lakers devono solo essere pazienti. Da quanto mi è stato riferito, i Nets non faranno niente fino a che non avranno mosso Durant.”

– Brad Turner, LA Times

I due giornalisti hanno riportato che Kyrie si trovi ancora a LA, dando spettacolo con altri giocatori nella San Fernando Valley, indice del fatto che – nonostante abbia accettato la player option da $36.5 milioni per la prossima stagione – Irving non sembri avere troppe intenzioni di restare a Brooklyn.

Ad LA, come fatto notare nel podcast, potrebbe ritrovare in primis gli stimoli necessari a giocare per la lauta estensione tanto agognata – e alla fine rimandata – in questa offseason, per la quale il giocatore sarà eleggibile nel corso di tutta la stagione; in secundis, una reunion con LeBron James sembrerebbe essere il primo desiderio di Irving, nonché l’unico modo probabilmente per frenarne il disappunto.

“Non credo ci sia una singola squadra nella Lega che possa arruolare Kyrie Irving a parte i Lakers. Credo che solo LeBron possa gestirlo. LeBron prospera nel chaos, è l’unico che possa far funzionare una situazione come quella di Kyrie.”

– Marc Stein

Accanto a James, Kyrie ha giocato il suo miglior basket in carriera in passato, e da ogni dove sembra cristallino che tra i due ci sia il desiderio reciproco di completare una reunion.

A questo punto, i grossi problemi sembrerebbero essere due. Il primo, già anticipato, consiste nel fatto che, prima di risolvere la questione Durant, i Nets non faranno alcuna mossa. Sean Marks è apparso tutto fuorché frettoloso o lascivo fino ad ora, facendo intendere che ci potrebbe volere anche tutta l’estate per muovere KD. E, stando a quanto emerso su ESPN nelle ultime ore, non è così scontato che il GM di Brooklyn sia intenzionato a rassegnarsi nel rinunciare alla propria superstar.

“Potrebbero riuscire a trattenerlo fino al training camp, ma mi aspetto che venga mosso prima o poi. Il problema è che, continuando a ripetere a sé stessi di poterlo trattenere, non si può valutare quale possa essere la migliore offerta.
I Nets e Sean Marks non vogliono muovere KD ma, in questo momento, potrebbe essere la migliore scelta possibile per ristabilire l’ordine e fare un reset.”

– Nick Friedell, su”Get Up” (ESPN)

Brian Windhorst ha inoltre chiarito come i Nets si aspettassero una marea di offerte per KD, che non solo stanno tardando ad arrivare, ma non avrebbero neppure entusiasmato troppo la dirigenza, tanto che si è iniziato a parlare di una terza squadra da includere per facilitare una trade (un’ipotesi QUI).

Essendo le cose così bloccate sul fronte KD, ecco che pensare di arrivare ad un accordo prima di occuparsi della situazione di Irving diventerà complicato. Adrian Wojnarowski ha anticipato su ESPN come sia possibile che, a questo punto, Kyrie possa muoversi prima di Durant, andando però anche a chiarire come non sia scontato che i due possano effettivamente partire in tempi brevi.

Nel frattempo, Rob Pelinka e Sean Marks avranno modo di discutere nel corso della Summer League di Las Vegas riguardo a un possibile accordo, con delle alternative già pronte per i Lakers.

Il secondo problema, dopo i tempi legati a Kevin Durant, consiste nella quantità di asset che i Lakers possano, e vogliano, effettivamente offrire ai Brooklyn Nets. Los Angeles può mettere sul piatto solo Russell Westbrook e le due prima scelte del 2027 e del 2029, pacchetto piuttosto misero e a cui i Newyorkesi difficilmente sarebbero interessati.

Anche ponendo che, però, questo possa funzionare, bisogna stabilire quanto voglia separarsi dalle due scelte rimaste a disposizione Rob Pelinka, in passato piuttosto restio ad includerle in qualche possibile scambio. Esplicativo, da questo punto di vista, l’intervento di Brian Windhorst su ESPN a riguardo, relativo all’interesse di LeBron James nei confronti della futuribilità della squadra:

“Non sono capace di articolare quanto poco LeBron si curi della prima scelta del 2029. Non gli è mai interessato delle scelte al primo round, e non gli interessa adesso di quelle che ha la sua squadra. Vuole vincere ora, e Kyrie Irving gli offre questa chance nell’immediato.”

Brian Windhorst

Tutto questo non è da sottovalutare, dal momento che la carenza di asset va a cozzare con il sentimento interno all’ambiente di LA. L’intervento di Windhorst si conclude infatti con un interrogativo su quanto i Lakers siano in grado di opporsi al volere di LeBron e, di conseguenza, quanto questo influenzerà il tentativo di arrivare a Irving. Secondo Stein e Turner, sia James che Anthony Davis si starebbero esponendo molto nel loro interesse per Kyrie, e questo non può che mettere pressioni sul front office e sul resto del team. Russell Westbrook, in particolare, sembrava sull’orlo di poter recuperare la fiducia per una stagione più “ordinaria”, soprattutto dopo l’arrivo di coach Darvin Ham, con il quale Russ si starebbe trovando molto bene.

Oltre al rischio di esacerbare una situazione che potrebbe vedere Westbrook, il giocatore con lo stipendio più alto dei giallo-viola, agitarsi in quanto utilizzato perlopiù come pedina sacrificabile e capro espiatorio (processo in atto già dalla passata stagione), quel che potrebbe far tremare il terreno sotto i piedi di Jeanie Buss e della Lakers Nation in generale sarebbe l’idea di perdere LeBron di punto in bianco.

Già da prima dei rumors su Irving, le condizioni di una possibile estensione di James si presentavano precarie. L’ex Cavs è eleggibile per la firma da un biennale da $97 milioni per il quale le trattative, stando a quanto emerso negli ultimi mesi, sarebbero in fase stagnante. L’impressione, riportata da Marc Stein, è che si andrà con un year-by-year contract, probabilmente un 1+1 (con player option al secondo anno) in modo da garantire a LeBron l’elasticità finanziaria richiesta – soprattutto in ottica Bronny, il cui arrivo è previsto per il 2024.

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Si capisce come, se i Lakers abbiano intenzione di valorizzare questo core, formando un eventuale trio Irving-Davis-James, non abbiano assolutamente modo di esercitare alcuna leverage sui giocatori. Anche considerando che, se si dovesse aspettare la fine del 2023 per liberare lo spazio occupato dal contratto di Westbrook ed eventualmente firmare un Kyrie dai Free Agent, la partenza di LeBron potrebbe annientare totalmente qualunque piano.

Tutta questa pressione intestina, che assumerà sempre più i tratti di una vera e propria lotta contro il tempo, andrà probabilmente a creare una discrasia nell’ambiente di Los Angeles, e le trattative con i Nets potrebbero non restarne immuni. Magari Kyrie Irving diventerà un giocatore dei Lakers entro la prossima stagione, ma non prima di un qualche dramma mediatico in pieno stile offseason NBA.