A Brooklyn non c’è più tempo per incognite, crisi interne e quant’altro: si torna a giocare e, per i Nets, il momento è qui e ora.

FOTO: NBA.com

I Brooklyn Nets arrivano ai blocchi di partenza della nuova stagione NBA dopo un’estate che definire travagliata sarebbe eufemistico. Il ‘caso Durant ha tenuto banco per diverse settimane ma l’eco sembra essersi finalmente smorzata. Dopo tante chiacchiere è il momento di far parlare il campo e, in quanto a talento, Kyrie Irving e compagni hanno pochi rivali. Il roster, sulla carta, è migliore rispetto a quello che ha concluso con un tremendo 4-0 gli scorsi Playoffs. Anche perché Ben Simmons è tornato a pieno regime e, dopo tanto tempo, è pronto a calpestare nuovamente i parquet NBA. Steve Nash, messo in discussione dallo stesso Kevin Durant, dovrà trovare la chiave di volta per far girare al meglio una squadra che, senza nascondersi dietro un dito, deve vincere.

Per farlo va lasciato il passato alle spalle: bisogna dimenticarsi di quel centimetro in più che ha portato il titolo ai Bucks nel 2021 o del caos generato dalla trade che ha visto coinvolto James Harden. Hic et nunc. Ma cosa bisogna veramente aspettarsi dai Brooklyn Nets? Abbiamo provato a rispondere a questo interrogativo.

Durant e Irving, non una stagione ma una dichiarazione di intenti

Kevin Durant e Kyrie Irving sono chiamati a quella che potrebbe essere la stagione più difficile della loro carriera. Dopo il caos generato dalla richiesta di cessione, KD è chiamato a prendere per mano i Nets e portarli nell’Olimpo. La decisione di schierarsi contro l’obbligo vaccinale per i giocatori da parte di Kyrie lo ha messo nell’occhio del ciclone (oltre a costargli diversi milioni e parecchie partite saltate), adesso è il momento di mettere le voci da parte e ricordare a tutti quanto abbacinante sia il suo talento. Avere a disposizione giocatori della caratura di Durant e Uncle Drew è un lusso con ben pochi eguali, si tratta di due dei migliori giocatori in isolamento dell’intera lega e questo garantisce, soprattutto in ottica Playoffs, un vantaggio sugli avversari importante.


La capacità di creare un tiro, principalmente per sé stessi (ma anche per i compagni) di questo duo è una peculiarità difficilmente limitabile: le dimensioni di KD lo rendono un attaccante sostanzialmente immarcabile; la rapidità nel ball-handling di Irving fa sì che anche i migliori difensori della lega siano costretti a terminare la partita con un terribile mal di testa. In difesa quest’ultimo, se focalizzato, è un difensore per lo meno neutro, mentre Durant sa essere estremamente positivo.

Ben Simmons revenge season

Il leader difensivo però è, e deve, essere un altro: Ben Simmons. Se il pacchetto offerto dai 76ers per Harden (dopo la sua richiesta di trade) è stato visto così positivamente da Sean Marks, general manager dei Nets, è proprio per il possibile fit con il resto del roster di Brooklyn. Nei suoi anni a Philadelphia ha dimostrato di essere un difensore point-of-attack di livello assoluto, in aiuto e nelle letture. La sua comprensione del gioco è indiscutibile e questo lo porta ad avere un ruolo determinante nella costruzione delle azioni offensive. I suoi limiti sono noti a tutti: l’incapacità di tirare (tanto i liberi, quanto da dietro l’arco) limitano molto il suo range e lo costringono a giocare vicino al canestro dove, spesso, non riesce a sfruttare le sue straripanti doti fisiche per battere l’avversario e arrivare al ferro.

Nel roster dei Nets però le sue doti difensive sono vitali. Già in pre-season si sono viste alcune difese eccezionali da parte del nativo di Melbourne (come si può vedere dalla clip) ma ora è chiamato ad alzare ancora di più il suo livello in vista di una stagione che deve essere decisiva per il suo presente e per il suo futuro.

Tra volti nuovi e rinnovi contrattuali

Durante l’estate movimentata sono arrivati in quel di Brooklyn giocatori che potranno rivelarsi utili alla causa Nets: Royce O’Neale, Markieff Morris, Yuta Watanabe, Edmond Sumner e TJ Warren. Oltre a queste importanti aggiunte, Nicolas Claxton e Patty Mills hanno ricevuto un rinnovo contrattuale. L’ex pointguard dei San Antonio Spurs ha dimostrato già nella passata stagione di poter essere un giocatore importante, sia dentro che fuori dal campo. Il lungo invece sta continuando un meraviglioso percorso di crescita. La sua capacità di cambiare in difesa su praticamente chiunque lo rende un giocatore estremamente versatile e con un ruolo non secondario ai Playoffs. Deve migliorare alcune cose offensivamente ma in questi anni ha dimostrato di essere un ottimo lavoratore: è passato dal 56% dal campo con 3.2 tiri di media e il 57% di effective field goal percentage, al 67% con 5.6 tiri e il 67% di eFG%.

Tra i volti nuovi, quelli da cui ci si aspetta di più sono sicuramente O’Neale e Morris. Il primo ha dimostrato nei suoi cinque anni ai Jazz di essere un coltellino svizzero, dove lo metti sta e anche molto bene. I giocatori funzionali servono sempre, in particolare a questi Nets.

Morris invece arriva portando un’ulteriore bocca da fuoco in quel di Brooklyn. Nash ha detto di volerlo far giocare da 5, ma andranno costruite lineup ben studiate per evitare di mettere in mostra le sue difficoltà difensive contro quelli che saranno i suoi pari ruolo, tutti oversize rispetto a lui.

Joe Harris e Seth Curry, alla ricerca del role player perfetto

Un’altra aggiunta importante a roster è arrivata nella stagione passata ed è quella di Seth Curry. L’ex 76ers è un giocatore più che efficiente capace di girare abilmente sopra il 40% dai 3 punti e sfiorando il 50% dal campo su oltre 11 tentativi. Un role player del genere farebbe le fortune di chiunque. Bene, ora immaginate di raddoppiarlo. Infatti Curry si aggiunge ad un altro giocatore utilissimo come Joe Harris. Naturalmente ci sono delle differenze tra i due: Beef Jerky Joe è un difensore migliore e sa concludere meglio al ferro, mentre l’ex Mavs ha certamente un ball-handling superiore ed è tendenzialmente un passatore migliore.

Giocare al fianco di Durant e Irving genera talmente tanto spazio che giocatori di questo tipo ci sguazzano, arrivando ad essere determinanti per l’esito della squadra, come si vede nella clip.

Cam Thomas e Day’Ron Sharpe, il futuro è qui

Impossibile non chiudere il percorso all’interno del roster dei Nets senza citare i due rookie ormai divenuti sophomore. Nel draft del 2021 Brooklyn scelse alla 27 Cam Thomas e alla 29 Day’Ron Sharpe, il resto è storia recente. Il primo è riuscito fin da subito a ritagliarsi uno spazio importante soprattutto grazie alla sua abilità nell’attaccare il ferro, che lo ha reso un giocatore vitale per la second unit (quasi 18 minuti per partita). Il secondo è cresciuto sul finire di stagione arrivando a diventare un’alternativa abbastanza valida nei minuti in cui Claxton, o chi per lui, sedeva in panchina. Come confermato dallo stesso Sean Marks, i due sophomore avranno minuti importanti anche quest’anno e saranno un valore aggiunto da non sottovalutare, soprattutto in ottica regular season.

Naturalmente non è tutto oro ciò che luccica, sappiamo che lo spogliatoio dei Nets è stato (e forse lo è ancora) una vera e propria polveriera e certamente non tutti i problemi sono risolti. Questa è la squadra dove il worst case scenario e il best case scenario sono più distanti l’uno dall’altro ma, nel caso le cose dovessero funzionare, ci sono pochi dubbi sul fatto che Brooklyn possa puntare dritta all’anello.