L’Italia ha battuto ancora una volta la Serbia, in una partita folle decisa dalle giocate dei leader

Serviva una semi-impresa, e l’Italia l’ha fatta ancora una volta. Una partita folle è stata vinta da una squadra altrettanto folle, che tra le decine di facce di se stessa mostrate in sole quattro partite giocate, ha saputo mostrare la migliore proprio nel momento decisivo, con le spalle contro il muro.

Gli azzurri sembravano infatti spacciati, in svantaggio di 16 lunghezze verso la fine del terzo quarto, ma hanno saputo ritrovare l’entusiasmo e risalire la china, per poi spuntarla nel finale. Tutto questo sulle spalle dei tre leader indiscussi (per un motivo o per l’altro) del roster: Simone Fontecchio, Nicolò Melli e Gigi Datome.

Se Melli si è distinto come sempre nella metà campo difensiva, e Datome ha rianimato definitivamente squadra e tifosi a casa con i canestri segnati sullo scadere del terzo periodo, la partita di Fontecchio, almeno dal punto di vista realizzativo, ha davvero poche spiegazioni logiche. 30 punti con 11 su 15 dal campo, arrivati attraverso tiri dall’elevatissimo coefficiente di difficoltà, uno più importante dell’altro. Dopo aver corretto la prima sbandata degli Azzurri nel secondo quarto guadagnando viaggi in lunetta, Simone ha chiuso la partita con un vero e proprio clinic di scoring in isolamento.


Fermarsi ai singoli sarebbe comunque errato. L’Italia ha raggiunto un successo pesantissimo ritrovando prima di tutto la sua identità, fatta di difesa organizzata ed intensa (Bogdan Bogdanovic contenuto alla perfezione, sia in isolamento che sulle situazioni di Pick&Roll con drop coverage e “stunt” del difensore perimetrale sul lato forte) e ritmo alto in attacco, a costo di perdere qualche pallone di troppo. Le conclusioni dal perimetro, punto cardine del sistema offensivo, oggi sono finalmente entrate con ottime percentuali (11 su 19), e questo ha fatto tutta la differenza del mondo.

Il raggiungimento dei quarti di finale è nuovamente alla portata; l’Italia dovrà però accantonare la follia che l’ha contraddistinta finora in questa competizione e battere un avversario sulla carta inferiore come Portorico.