Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


Nei primi episodi della serie sulle Sliding Doors della storia dei Phoenix Suns si è parlato principalmente degli infortuni che hanno cambiato radicalmente la stagione. Oggi non si parla di un momento specifico vero e proprio, ma di una tendenza che ha plasmato negli anni il roster attuale dei Suns.

Draft 2017

Partiamo dal Draft del 2017, quando Phoenix non scelse una point guard per prendere un doppione a roster. Nel 2016-2017 i Suns attraversarono una stagione complicata sotto la guida di coach Earl Watson, dopo aver draftato nel 2016 Dragan Bender, Marquese Chriss e Tyler Ulis speravano di chiudere con un record migliore del 23-59 dell’anno 2015-2016. Per la precisione ci riuscirono, ma realizzarono quasi per ironia della sorte solamente una vittoria in più. Nonostante questo record, però, la stagione fu comunque emozionante, la squadra era giovane e aveva talento, ma non sapeva ancora come vincere. Ci furono dei bei momenti: i 70 punti di Devin Booker al TD Garden, lo starting five più giovane nella storia della lega oppure i 4 buzzer beater. La squadra non era ancora costruita per vincere, ma c’era speranza. Il draft del 2017 sembrava promettente e aveva nomi interessanti come Fultz, Lonzo Ball, Jayson Tatum, Josh Jackson o De’Aaron Fox, i Suns avevano buone speranze di poter scegliere un ottimo prospetto detenendo il secondo peggior record. Phoenix avrebbe scelto per quarta e iniziarono a nascere tante scuole di pensiero: c’era chi riteneva fosse necessario scegliere il miglior giocatore disponibile, chi il miglior atleta e infine chi sosteneva bisognasse draftare una point guard in quanto Bledsoe non era quella adatta. All’epoca aveva 27 anni e non era nella timeline dei Suns, nella stagione appena conclusa aveva viaggiato a medie di 21.1 punti e 6.3 assist, ma anche 3.4 turnovers per partita. Con la quarta pick, però, Phoenix selezionò Josh Jackson, forward da Kansas.

Jackson aveva un grandissimo potenziale da giocatore two-way con un atletismo incredibile, ma la realtà dei fatti è un altro capitolo deprimente della storia dei Suns. Lo starting five di Phoenix comprendeva Booker, Bledsoe e come ala piccola TJ Warren, stesso ruolo di Josh Jackson. Phoenix con una pick così alta voleva davvero draftare un backup? Al tempo non aveva alcun senso scegliere lui, serviva una point guard, Fultz e Lonzo erano inarrivabili, ma c’era disponibile De’Aaron Fox.

Phoenix si trovò a iniziare la stagione 2017-2018 senza una point guard dopo che Bledsoe spinse per andare via e venne scambiato a Milwaukee. I Suns cercarono disperatamente qualcuno che potesse prendere il suo posto, ci provarono Mike James, Tyler Ulis, Elfrid Payton o Isaiah Canaan, ma il record a fine stagione recitò 21-61. Josh Jackson, inoltre, non disponeva di grandi doti cestistiche nonostante il suo atletismo e si rivelò una pick molto deludente. Giocò 77 partite, partendo titolare solamente in 35 di queste per un infortunio di TJ Warren, registrando 13.1 punti, 4.6 rimbalzi e 1.5 assist. Da tre punti tirò con poco più del 26%.

Dopo sole due stagioni, Josh Jackson venne scambiato a Memphis ed Evan Sidery, giornalista di Forbes Sports, scrisse che il giocatore non era mai riuscito ad essere all’altezza delle aspettative che il front office aveva su di lui pre draft, non ha mai mostrato versatilità difensiva ed è parso essere subito un tiratore inefficiente che è stato scavalcato da subito nelle gerarchie da Kelly Oubre Jr. e Mikal Bridges. Quando poi i Suns selezionarono con l’11esima pick Cam Johnson, la trade di Josh Jackson era segnata e finì a Memphis in cambio di Kyle Korver e Jevon Carter.

La sliding door

Cosa sarebbe successo se i Suns avessero scelto De’Aaron Fox? Ci hanno pensato i Sacramento Kings con la quinta pick e ora lui è un All-Star con anche una selezione per un All-NBA Team. Ciò non significa che sarebbe stato tutto perfetto anche a Phoenix, ci sono troppe variabili a fare la differenza, ma i Suns avrebbero comunque potuto provare a costruire un successo duraturo. Abbiamo visto tutti cos’è successo quando a Devin Booker è stata affiancata una point guard di qualità come Rubio prima, Chris Paul poi, con Fox non sarebbe arrivato probabilmente un successo istantaneo, ma le due guardie scuola Kentucky avrebbero composto un backcourt di grandissima qualità. L’unica verità è che non sapremo mai ciò che sarebbe successo, in quanto i Suns hanno deciso di prendere un atleta anziché colmare un bisogno, ma anche perché sotto la guida di Ryan McDonough come general manager hanno sempre dato l’idea di non sapere cosa stessero facendo in sede di draft.