Questo contenuto è tratto da un articolo di Patrick Kiernan per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Alessio Porcu per Around the Game.


Indipendentemente dai risultati ottenuti nel corso di questa stagione, i New York Knicks negli ultimi mesi hanno iniziato a sperimentare seriamente con le proprie rotazioni.


Dopo la partenza di Reggie Bullock, i Knicks avevano deciso di firmare Evan Fournier con un contratto da 78 milioni di dollari in quattro anni. Oltre la guardia francese, hanno firmato nuovamente Alec Burks e, per concludere, la loro scelta al Draft 2021 è stata Quentin Grimes, che da metà stagione è entrato nelle rotazioni di Thibodeau. Fournier non ha mai segnato così poco in carriera, mentre il ruolo di Burks dalla panchina è cambiato molto nel corso dell’anno.

I Knicks alla trade deadline avevano poi portato Cam Reddish a New York, ma prima di vederlo in campo è dovuto passare del tempo; e quando ha avuto le sue prime chances, nel giro di poche settimane si è dovuto fermare per via di un infortunio alla spalla.

Se non altro, RJ Barrett ha avuto una stagione importante, giusto? E il roster dell’anno prossimo potrebbe presentare diverse differenze. Con l’arrivo del Draft 2022 e della free agency, i Knicks potrebbero provare a mescolare il mazzo in diversi modi. Le possibilità che i sopra citati Burks, Reddish, Grimes o altri giocatori vengano inclusi in pacchetti per delle trade sono concrete.

E ci sono diversi profili in questa free agency che potrebbero tornare utili (a buon mercato).

Il primo nome: Victor Oladipo. Dopo aver combattuto con gli infortuni nelle ultime tre stagioni, Oladipo è finalmente tornato a giocare con una certa continuità da fine Regular Season alle Finali della Eastern Conference.

Nelle otto partite giocate prima dei Playoffs, l’ex Pacers ha mantenuto una media di 12.4 punti, 3.5 assist e il 48% dal campo. In quelle poche partite disputate ha mostrato una buona condizione fisica, pur essendo impiegato solo 20 minuti a sera. Nei Playoffs, poi, Oladipo si è rivelato una risorsa importante per la squadra e ha dimostrato di essere in buono stato dopo gli infortuni che l’hanno tormentato. Nelle 15 partite giocate dagli Heat fino all’eliminazione contro i Celtics, ha tenuto 10.6 punti di media, giocando più di 30 minuti quattro volte.

Il secondo nome: Gary Harris. Diversi anni fa, Harris, è stato uno dei perni dei Denver Nuggets e, non a caso, aveva firmato un contratto da 20 milioni di dollari a stagione. Poche stagioni dopo la firma del contratto, i Nuggets hanno deciso di cederlo a Orlando per liberarsi del suo contratto. Ha così giocato le ultime stagioni nei Magic, che sono una squadra in pieno rebuild, ma ha ancora 27 anni.

Harris potrebbe essere un solido giocatore nelle rotazioni di Thibodeau, che mancavano di pericolosità perimetrale in uscita dalla panchina, fatta eccezione per Quickley e Grimes. Quest’anno Harris ha tirato con più del 38% da tre su 5 tentativi a partita.

Il terzo nome: Malik Monk. L’ex Hornets è andato ai Lakers l’anno scorso con la speranza di giocare in una contender, ma i giallo-viola hanno decisamente sottoperformato, mentre Monk è stato protagonista di una buona stagione. Ora, è probabile che possa ricevere delle buone offerte e lasciare Los Angeles.

Monk ha avuto 13.8 punti di media con il 47% dal campo e il 39% da tre nell’ultima stagione, e le sue caratteristiche come scorer potrebbero essere una buona aggiunta per questi Knicks.

Il quarto nome: Bruce Brown. In poco tempo è diventato un componente intoccabile nella rotazione dei Nets, anche nei Playoffs. È un giocatore che può ricoprire più posizioni all’interno delle rotazioni, solido difensivamente (al di là della sua stazza), con la capacità in attacco di giocare bene lontano dalla palla (tagli, short-roll) nonostante una limitata pericolosità da fuori.

Se Mitchell Robinson dovesse andare via, il giocatore dei Nets sarebbe un bel difensore da aggiungere alla rotazione; anche se, comunque, in quel caso servirebbe prendere un centro con difensive.

Il quinto ed ultimo nome: TJ Warren. Con un percorso per certi versi simile a quello di Oladipo, Warren sarà ancora infortunato durante questa offseason. Ormai 28enne, TJ si è fatto notare nella lega quando ha messo a segno 19.8 punti a partita tenendo il 54% dal campo, il 40% da tre e l’82% ai liberi durante la sua prima stagione ai Pacers. Nella bubble aveva vissuto un momento di forma e fiducia incredibile. Sfortunatamente, però, una frattura al piede sinistro l’ha fermato e tenuto fermo a lungo.

Dopo una lunghissima riabilitazione e un’intera offseason per riprendersi, Warren – il cui futuro è incerto esattamente come il suo stato di forma – potrebbe essere uno dei nomi a buon prezzo da monitorare nell’imminente free agency.

Non c’è dubbio sul fatto che, ovunque vada, verrà utilizzato dalla panchina durante tutta la prossima stagione, per limitare i suoi minuti, il che lo renderebbe un profilo adatto alle esigenze dei Knicks.