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Questo contenuto è tratto da un articolo di Tristan Rawcliffe per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Due leggende NBA come Michael Jordan e Steve Kerr hanno raccolto molti successi durante il loro periodo insieme a Chicago, condividendo il parquet per 231 partite nel raggio di quattro stagioni, tra il 1994 e il 1998. I Chicago Bulls hanno vinto 3 dei 6 titoli sotto Jordan in questa span (1996, 1997, 1998), ma la relazione fra Jordan e Kerr non è sempre stata limpida, tanto che i due si sono affrontati in svariate discussioni, inclusa una sfociata in un pugno scagliato da Michael Jordan.


L’incidente accadde poco prima della stagione 1995/96, durante un allenamento. Jordan colpì Kerr in faccia dopo che quest’ultimo lo aveva affrontato faccia a faccia. MJ fu cacciato dall’allenamento da coach Phil Jackson, e più tardi espresse il proprio rimorso per quel gesto.

In un estratto dal libro di Phil Jackson, “Eleven Rings: The Soul of Success”, Jordan ha parlato di quanto sia stato stupido a colpire Kerr, dichiarando che sapesse di dover dimostrare più rispetto nei confronti dei propri compagni. Ecco le sue parole:

“Mi ha fatto guardare allo specchio e dire: ‘Sai cosa? Sei davvero stato un idiota nell’arco di tutta questa storia’. Sapevo di dover rispettare di più i miei compagni.”

Jordan ha poi parlato di come abbia chiamato Kerr dopo l’accaduto, scusandosi, risolvendo la situazione e aiutando i Bulls a raggiungere il loro secondo Three-peat.

Anche Steve Kerr ha una sua versione di questa storia, affrontata durante la serie-documentario di ESPN “The Last Dance”. L’allenatore di Golden State ha detto che tenere testa in allenamento a Michael Jordan sia stata una delle sue migliori decisioni, dal momento che gli permise di guadagnarsi il rispetto di MJ:

“Ne abbiamo parlato, e probabilmente affrontarlo è stata, in un giorno strano, la miglior cosa che abbia mai fatto, perché metteva alla prova tutti quelli con cui giocava. E io sono rimasto davanti a lui, faccia a faccia.”

Non a caso, Kerr ha raccontato come la sua relazione con Jordan sia migliorata drasticamente da lì in poi:

“Da quel gesto, il nostro rapporto è cambiato molto, in meglio, così come la nostra fiducia l’uno nell’altro, tutto quanto. E’ stato come dirci: ‘Bene, ne siamo usciti, adesso andremo in guerra insieme.'”

Kerr ha anche aggiunto più di recente su TNT:

“Mi sento come se avessi passato un test e, da lì in poi, abbia creduto di più in me”.

Steve Kerr, più tardi, metterà a segno uno dei tiri più importanti nella storia dei Chicago Bulls: il game-winner contro Utah in Gara 6 delle NBA Finals 1997. E, indovinate un po’? Proprio su un passaggio uscito dalle mani di MJ. Tra la sua personalità esuberante e le sue qualità da tiratore, Steve Kerr potrebbe essere stato il miglior compagno per Michael Jordan.