La scelta del difensore da affidare a Brunson potrebbe aver causato la sconfitta di Cleveland.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Chris Fedor per Cleveland.com, tradotto in italiano da Alberto Pucci per Around the Game.
I New York Knicks hanno controllato la Palla a Due nella gara della scorsa domenica contro i Cleveland Cavaliers. Jalen Brunson ha recuperato il pallone superando la linea di metà campo, trovandosi davanti… Darius Garland?
Il rapidissimo playmaker, molto più noto per le sue doti offensive che difensive, si è messo in posizione di difesa attiva appena dentro la linea da tre punti. In seguito, è rimasto su Brunson nonostante il cambio cercato dai Knicks con il pick&roll tra Jalen ed RJ Barrett.
Proprio Barrett, con un taglio rapidissimo, ha bruciato Caris LeVert per segnare i primi due punti della partita.
In questa serie al meglio delle sette partite, che vede ora New York nettamente avanti e in grado di chiudere la pratica nella Gara 6 di mercoledì in Ohio, LeVert si era stagliato su tutti come Brunson-stopper. Proprio Caris, infatti, era stato protagonista di Gara 2, l’unica vittoria di Cleveland, scavalcando Isaac Okoro nelle gerarchie.
Coach JB Bickerstaff si era affidato a LeVert non solo per la nullità offensiva di Okoro e i problemi di spacing derivati dalla totale indifferenza dei compagni nei confronti di Isaac, ma anche perché convinto che l’ex-Pacers potesse dargli centimetri, taglia e atletismo in grado di infastidire il play newyorchese.
Non aveva torto.
Secondo i dati di NBA.com, Brunson ha segnato solo 15 punti con 6/20 dal campo e 1/9 da tre punti quando difeso da LeVert. Per quale motivo, quindi, JB – un allenatore di grande capacità difensiva – ha cambiato la sua strategia, lasciando a Garland la marcatura sull’ex-Mavericks?
“L’idea era di mandare comunque diversi giocatori su Brunson, e Darius fa un ottimo lavoro nell’eseguire il nostro gameplan e forzando le marcature che preferiamo. Abbiamo inoltre messo più giocatori e più centimetri per opporci ai suoi isolamenti.”
– JB Bickerstaff in conferenza stampa
Bickerstaff ha poi parlato dei cambi preventivi per superare gli aggiustamenti Thibodeau. Il diretto interessato della nuova marcatura, poi, non si è tirato indietro.
“Lo sto marcando in difesa, sì. Si tratta di un matchup che voglio, che tutti vogliono. Due delle migliori guardie dell’Est che si affrontano.”
Una dichiarazione egotica che non si sposa per niente con un periodo dell’anno che si basa sul fare quanto è meglio per la squadra.
“Cerco di essere fisico con lui. Parliamo di un grande giocatore, segna tiri difficili e io cerco di rendergli tutto complicato. Cerco di mandarlo dai lunghi quanto posso.”
– Darius Garland
Ad inizio serie, d’altronde, New York portava molti blocchi dei propri lunghi per Brunson. I Cavs, che hanno due fenomeni difensivi al centro dell’area, riuscivano però a forzare lo scarico portando un terzo giocatore sul playmaker.
Dopo la vittoriosa Gara 2, con un Brunson da 20 punti ma sottotono, Cleveland si è ritrovata a fronteggiare il più ovvio degli aggiustamenti.
A bloccare ora sono le guardie, che mandano in confusione il sistema di cambi dei Cavs e portano ad una mancanza totale di fiducia. La scelta di tenere LeVert su Barrett, quindi, è dettata dalla volontà di cambiare nelle situazioni in cui il #9 fa da bloccante. Perchè – d’altronde – sprecare il proprio miglior difensore su Brunson quando l’idea è quella di forzare sempre un cambio contro di lui?
Se i Knicks avessero scelto di bloccare molto, LeVert avrebbe avuto diversi possessi su Brunson. Se invece, come è successo, Jalen avesse giocato molto isolamento, i lunghi di Cleveland sarebbero stati pronti sugli aiuti a Garland.
La strategia tuttavia non ha funzionato.
Garland non può tenere Brunson. Nella serie, ma sono cifre quasi solo di Gara 4, Jalen ha segnato 20 punti con 8/14 dal campo e 2/4 da tre contro DG, numeri assolutamente negativi e pareggiati soltanto da quelli di Cedi Osman, che, ovviamente, ha avuto altrettanti possessi contro la stella di New York.
Brunson ha distrutto da solo i Cavs, facendo segnare 11 punti nel primo quarto e chiudendo con 29 totali (11/22, 5/9) in 43 minuti giocati.
I raddoppi di Cleveland, scelta logica se si lascia Garland come marcatore principale, non si sono quindi rivelati efficaci come nelle gare precedenti. Hart, Quickley e Barrett, i giocatori lasciati liberi dopo il blocco, possiedono infatti un decision-making decisamente superiore rispetto a quei lunghi che portavano i blocchi in Gara 2, ed hanno attaccato con convinzione le situazioni di quattro contro tre, causando anche diversi rimbalzi offensivi.
Il 70% dei secondi possessi di NY, infatti, è arrivato in seguito ad una trap defense, con i giocatori decisamente fuori posizione a rimbalzo. Come ha riconosciuto anche Jarrett Allen in conferenza stampa:
“Succede perché siamo tutti fuori posizione. Ha funzionato per noi in gare precedenti, ma Thibs è un grande coach e ha capito come superare questo ostacolo. Dobbiamo ruotare meglio.”
Ci sono ovviamente altre ragioni per la sconfitta: Donovan Mitchell ha avuto diverse difficoltà, la squadra ha tirato 6/23 da fuori, subendo 21 punti su secondo tentativo. In generale, si è vista una mancanza di concentrazione nonostante la precedente sconfitta.
Infine, non si possono non menzionare i problemi di rotazione, con scelte quantomeno discutibili: abbiamo visto Rubio giocare con Okoro, inutile, in una partita in cui i Cavs sono stati nettamente inferiori in ogni aspetto del gioco. Per non parlare dei tiri aperti sbagliati, ancora.
Tuttavia, molto passa da quell’aggiustamento difensivo poco efficace.