In aggiunta a un roster talentuoso e profondo, i Knicks hanno un’impressionante flessibilità finanziaria in vista dei nuovi limiti NBA.

FOTO: Empire Sports Media

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nick Scolaro per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


A seconda delle organizzazioni NBA, sfortunatamente, le priorità tendono a variare. Per alcuni l’importante è fare soldi, per altri vincere partite, per altri ancora aumentare il blasone e via dicendo, ognuna con la propria motivazione. Per i fan, senza alcun dubbio, la priorità assoluta riguarda vincere. Gli investimenti che ciascun tifoso fa per la propria squadra preferita, considerando i prezzi dei biglietti, della canotte, dei contenuti premium, creano certe aspettative, e in cambio ci si aspetta che tutti coloro che abbiano potere decisionale e i giocatori abbiano altrettanto interesse nei successi.


Sentiamo spesso parlare del cliché secondo cui gli sport professionistici siano un business e grossa parte della gestione di un business di successo, di qualunque settore, passi dal compiere decisioni finanziarie valide. Spesso, è facile dimenticare che queste squadre siano di fatto grosse compagnie del valore di qualche miliardo in alcuni casi, come i Knicks. Gestire il cap e i contratti in maniera intelligente è qualcosa che spesso va a braccetto con le squadre vincenti della Lega. New York, grazie a un mix di lungimiranza, senza impulsività, è stata capace di cambiare lentamente, ma in maniera solida, la percezione dell’organizzazione, andando nella direzione giusta, regalando alla squadra un futuro finanziario impostato sul miglioramento del roster in maniera intelligente.

Evitare le trappole

Restare finanziariamente intrappolati da cattivi contratti o pessimi investimenti a lungo termine è una brutta, brutta posizione in NBA. Dare tanti soldi a giocatori che non sono totalmente devoti alla squadra, injury prone o sopravvalutati, rischia di condannarti. Per fare un esempio, John Wall si è rivelato uno spreco di soldi per i Wizards, senza portare la squadra alla vittoria quando era sano e gravando sul cap dopo i tanti infortuni. Nonostante il talento, Wall si è trovato spesso infortunato e non aveva un tiro affidabile, vera croce per i Playoffs, ma Washington si è trovata nella posizione di dovergli offrire quei soldi, rendendolo uno dei contratti peggiori della NBA.

Certo, è molto importante pagare giocatori che vuoi tenerti stretti o acquisire, è comprensibile e va incoraggiato. Ma dal punto di vista dei tifosi, vedere la propria organizzazione dispensare contratti insensati, che non invecchieranno bene, è frustrante. Per dare credito a Leon Rose & co., c’è da dire che negli ultimi anni non si sia fatto così male sotto questo aspetto, fatta eccezione per il contratto di Evan Fournier, un vero grattacapo, che però non si è fortunatamente rivelato troppo punitivo.

Contratti di valore

Uno degli aspetti più promettenti di questo punti concerne l’accumulo di buoni contratti per i giocatori di punta. Il quadriennale da $117 milioni di Julius Randle, quello da $104 milioni di Jalen Brunson e infine quello di RJ Barrett da $107 milioni rendono ciascuno dei tre, rispettivamente, il 48esimo, 53esimo e 61esimo giocatore più pagato entrando nel 2023/24, stando a Spotrac. Considerando la loro produzione, senza impantanare le finanze con dei supermax, la situazione ha aperto le porte ai Knicks per mosse capaci di aiutare il roster, come l’estensione di Josh Hart, la firma di Donte DiVincenzo e, si spera, l’arrivo di una superstar nel prossimo futuro – che possa essere Joel Embiid?

Jalen Brunson, che si è affermato come la pietra angolare della squadra e una stella, rappresenta senza dubbio l’affare migliore dei tre e rende ancora più dolce la vendetta nei confronti di chi considerasse le cifre offerte troppo corpose alla firma del contratto. Randle e Barrett a volte sono un po’ più frustranti da guardare ma, tutto sommato, il primo ha avuto una buona stagione di ripresa dopo quella precedente non troppo entusiasmante, mentre il secondo si è comportato bene ai Playoffs. Tutto ciò rende i loro contratti ancora più valevoli, soprattutto quando si notano giocatori sullo stesso livello di produzione e talento, se non inferiore, essere pagati allo stesso modo.

Uno sguardo al futuro

Non è un segreto che gli stipendi NBA continuino a crescere, basti pensare alle cifre da capogiro offerte a Jaylen Brown nonostante il finale di Playoffs non entusiasmante. Tutti noi comprendiamo che sia la natura dello sport, ma sotto questo aspetto le firme dei Knicks assomigliano sempre più a dei “furti” negli anni a venire. Avendo firmato questi giocatori a sconto in relazione al mercato corrente, i Knicks non si trovano ostacolati da contratti esorbitanti e hanno ampio Draft capital, il che li mette nella posizione di poter fare spazio per una trade indirizzata verso una superstar che possa inserirli nelle conversazioni per il titolo.

Il nuovo CBA è stato pensato per mettere in difficoltà le squadre con un payroll enorme, e – come fatto notare da Eric Samulski di AMNY – i Knicks hanno fatto un eccellente lavoro nell’evitare di trovarsi in quel gruppo, posizionandosi bene nella corsa alle stelle. Senza entrare troppo nel dettaglio, se dovessero decidere di costruire un percorso indirizzato ad assorbire contratti più pesanti, molte squadre dovrebbero ridimensionarsi, a causa delle nuove regole. Questo aprirebbe le porte ai Knicks, che non sono in zona luxury-tax e che potrebbero approfittare della situazione delle altre squadre.

Questa non è fortuna: i Knicks hanno avuto la lungimiranza di porsi in questa posizione di vantaggio, nella speranza che possano trarne vantaggio alla ricerca della terra promessa.