I Celtics si preparano a Gara 6 cercando di superare un passaggio a vuoto che ha radici più profonde di quanto si pensi.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Adam Taylor per CelticsBlog, tradotto in italiano da Alberto Pucci per Around the Game.
È la solita storia: i Boston Celtics si ritrovano a dover effettuare una rimessa nel clutch time, cattiva comunicazione ed errori dei singoli generano un possesso buttato via. Siamo onesti, le giocate di fine partita sono il cruccio di questa squadra, che continuerà a far fatica fin quando non spezzerà questa maledizione.
Il principale colpevole in questa situazione è certamente identificato in Marcus Smart. Il suo tragico minuto finale in Gara 5 contro i Milwaukee Bucks ha causato almeno in parte la sconfitta dei C’s in una partita cruciale.
Nonostante ciò, prima di assegnare responsabilità è quantomeno doveroso osservare con cura la situazione, le opzioni di Smart e lo sviluppo del possesso.
Qui sopra il possesso completo, in cui Smart prende palla e va al ferro con 9.2 secondi da giocare. Ci sarebbe in primis da chiedersi perché la palla sia finita nelle sue mani in un momento decisivo; a detta di Ime Udoka, Smart stava cercando di trarre il meglio da un gioco rotto.
“Cercavamo un movimento di Al Horford o Jaylen Brown sul lato debole per creare il matchup che volevamo a Jayson Tatum. Siamo rimasti incastrati sul lato debole, il passaggio non è arrivato lì e il cronometro scorreva. Marcus ha tentato di risolvere con una giocata.”
– Ime Udoka
Da qui in poi, le clip (courtesy di Instat e CelticsBlog) sono volte a mostrare le possibili opzioni di Marcus.
La prima idea di Udoka, o almeno una possibile idea dello schema che si voleva eseguire. Facendo portare ad Horford un blocco sul lato debole per Tatum, si possono avere due possibili risultati. O il difensore di Tatum rimane sotto il blocco e Jayson taglia verso la punta dell’arco; in alternativa, nel caso il cui difensore decidesse di passare sopra, il numero 0 avrebbe la possibilità di fare un contromovimento e arrivare in angolo. Sfortunatamente per i Celtics, però, non si è potuta realizzare nessuna delle due.
Horford commette uno dei suoi rari errori, arrivando in ritardo e mettendo pressione sul rimettente, Derrick White. Qui entra in gioco Smart, giocatore più vicino al pallone e seconda opzione della giocata.
In questa clip invece ci si concentra su Smart e su cosa avrebbe potuto fare dopo aver ricevuto. Il passaggio a Brown va escluso, vista la posizione di Pat Connaughton sulla linea di passaggio. Vista la vicinanza anche di Jrue Holiday, l’unico passaggio possibile per il numero 7 è un bounce pass con ricezione al gomito. Difficile.
La scelta più semplice, quindi, è l’attacco al ferro, visto lo spazio concesso da Milwaukee.
La prossima clip mostra le opzioni di Smart dopo l’entrata nel pitturato e il collasso della difesa.
Ci si deve sempre e comunque ricordare come le inquadrature televisive favoriscano la visibilità delle linee di passaggio. Il campo rende tutto più difficile, con i corpi che coprono la visuale e le linee di passaggio che si restringono. A questo si deve aggiungere che Smart entra in area con un movimento di tiro, mentre Holiday ha il tempo di posizionarsi al meglio, chiudendo la linea per Brown e poi andando a contestare (e stoppare) il tiro.
Cosa sarebbe successo, però, se fosse continuato il movimento sul lato debole? Certo, rimanendo fermi in angolo Tatum e Horford occupano un difensore come Bobby Portis, impossibilitato ad aiutare. Tuttavia, altre opportunità potevano crearsi.
Nella clip vediamo come si potesse creare una “valvola di sfogo” sul lato debole. Quando Smart comincia a penetrare, Portis è spalle al pallone, con nessun altro dei suoi ad aiutarlo su Tatum e Horford. Si aprono due opzioni: Tatum potrebbe tagliare sulla linea di fondo, portando via Bobby e aprendo Al in angolo; oppure a tagliare potrebbe essere Horford, occupando il lungo e aprendo Jay sul perimetro.
Entrambe le opzioni, comunque, vengono da uno studio a posteriori, guardando e riguardando, e con la visibilità televisiva. Impossibile dire se Smart li avrebbe visti muoversi e se sarebbe riuscito a completare il passagio. Tuttavia, fare una giocata secondaria e aprire delle opzioni è sempre la scelta giusta.
Insomma, nonostante sia Smart ad essere stoppato, le ragioni dell’errore sono molte, con i Celtics che, all’aumentare della pressione, sono tornati alle vecchie abitudini.
Ora tutto si deciderà in Gara 6. La squadra deve mettersi alle spalle questo fallimento e assicurarsi di eseguire in modo lucido nei finali di partita. Tutto parte, come sempre, dalla comunicazione.