FOTO: New York Magazine

Abbiamo riportato QUI come Ja Morant potrebbe perdere il resto della stagione, ma non delle implicazioni di questa eventualità. In primis, ovviamente, c’è da valutare l’impatto che questo potrebbe avere sui Memphis Grizzlies, al momento però fra le prime 3 nella Western Conference e sempre molto solidi per quel che concerne il rendimento in regular season, anche senza la propria stella.

In secondo luogo, però, Shams Charania ha ricordato giustamente quanto la questione potrebbe impattare sullo stesso Morant, essendo l’estensione da lui firmata dipendente da certi criteri che potrebbero costargli oltre $30 milioni. Per avere accesso ai pieni benefici della Rookie Scale extension firmata nel 2022, la stella di Memphis dovrà essere selezionato per uno dei primi tre All-NBA Team – o essere eletto MVP o DPOY, molto meno probabile.

Innanzitutto, che rientri o meno per i Playoffs, non è importante per il discorso che stiamo affrontando, ma vale la pena ricordare che il giocatore sarà fuori a tempo indeterminato, essendosi spostato in Florida per prendere parte a un programma di counseling.


Questo significa che, dal punto di vista logico – sempre ricordando che la speranza di tutti è che, qualora ci siano problemi di ogni sorta, essi vengano risolti – avrebbe poco senso aspettarsi un rientro di Morant nel breve periodo, soprattutto se i Grizzlies dovessero viaggiare senza troppi problemi. E quindi che difficilmente lo rivedremo in campo per una porzione abbondante di stagione regolare. E quindi che, nell’eventualità di un’assenza fino ai Playoffs, si presenterebbe alle premiazioni di fine stagione con solo 53 gare giocate. Non un punto a favore.

Se a questo aggiungiamo che la sua stagione non sia stata proprio fra le più sorprendenti che si potessero immaginare (come abbiamo analizzato QUI) e che ci sono molti competitor nel ruolo, allora le cose si fanno ancora più complicate. Ricordiamo che le selezioni All-NBA vanno infatti per ruolo, e che gli slot in cui Morant dovrebbe andare a rientrare sono solo 6.

In suo soccorso potrebbe esserci il record, ma la concorrenza è serratissima: ad esempio, la stagione di De’Aaron Fox è superiore alla sua, tanto quanto quella di Devin Booker e Luka Doncic; Shai Gilgeous-Alexander o Damian Lillard sono penalizzati dal record, ma sono autori di prestazioni eccellenti, mentre anche per Stephen Curry potrebbe valere il criterio delle partite giocate; e ancora potremmo andare avanti con Jalen Brunson, Anthony Edwards e Donovan Mitchell. Insomma, non proprio gli ultimi arrivati.

Per chiudere, ecco come apparirebbe la sua Designated Rookie Extension in caso di selezione All-NBA, ricordando che questo tipo di contratto prevede la possibilità di estensioni della durata di 5 anni, anziché 4. Le cifre da Spotrac:

  • 2023-24: $40,200,000
  • 2024-25: $43,416,000
  • 2025-26: $46,632,000
  • 2026-27: $49,848,000
  • 2027-28: $53,064,000
  • Totale: 5 anni, $233,160,000

Questo sarebbe il massimo che un giocatore in uscita dal Rookie Deal possa richiedere, pari al 30% del cap e a una crescita annua dell’8%, possibile grazie ai “max criteria” elencati sopra (All-NBA, MVP, DPOY) e stante alla dicitura colloquiale di “Derrick Rose rule”.

Ecco, invece, il caso contrario, con cifre pari al 25% del cap:

  • 2023-24: $33,500,000
  • 2024-25: $36,180,000
  • 2025-26: $38,860,000
  • 2026-27: $41,540,000
  • 2027-28: $44,220,000
  • Totale: 5 anni, $194,300,000

Insomma, quasi $40 milioni, non proprio spiccioli, sebbene possano sembrare noccioline al pensiero di vedergliene incassare comunque oltre $190 nei prossimi 5 anni. Al di là di come andranno le premiazioni, Ja Morant ha solo da perdere da questa situazione, indipendentemente da quale ne sia l’origine.