
Questo articolo è una traduzione autorizzata. La versione originale è stata scritta da Ryan Lewis e pubblicata su Akron Beacon Journal, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
I Cavs hanno iniziato a lavorare su una difesa a zona 3-2, concepita come una sorta di “rompi il vetro in caso di emergenza”: una strategia difensiva da utilizzare solo nei momenti davvero critici. E quel momento è arrivato in Gara 3 della semifinale della Eastern Conference contro gli Indiana Pacers. Quella scelta si è rivelata fondamentale per cambiare l’inerzia almeno di Gara 3 — e forse dell’intera serie — se i Cavaliers riusciranno a mantenere il momentum dopo la vittoria per 124-106, che ha ridotto il vantaggio dei Pacers nella serie a 2-1.
Nel primo quarto di Gara 3, i Cavs avevano costruito — e poi perso — un vantaggio di 15 punti, mentre i Pacers chiudevano il parziale con un parziale di 22-7. Sembrava che la partita stesse andando verso un 3-0 per Indiana nella serie.
È stato allora che l’allenatore dei Cavs, Kenny Atkinson, ha deciso di passare alla zona 3-2 nel secondo quarto, una configurazione difensiva che Cleveland non aveva praticamente mai utilizzato. Da lì in poi, i Cavaliers hanno dominato il quarto per 34-13 e da quel momento in poi hanno controllato la partita.
“Abbiamo giocato a uomo per tutta la serie, e credo che loro non se lo aspettassero,” ha dichiarato Evan Mobley. “E oltretutto, quella è una difesa che non abbiamo quasi mai usato. Penso che li abbia colti di sorpresa. Hanno dovuto adattarsi e capire da dove potessero segnare, ma quando ci sono riusciti era ormai troppo tardi.”
I Cavs avevano passato due partite a inseguire i Pacers e il loro attacco “five-out”, che si basa su ritmo, spaziature e movimento di palla. La decisione di Atkinson di cambiare difesa potrebbe essere il suo contributo più determinante finora nella serie.
“I nostri ragazzi erano a loro agio con la difesa che stavamo utilizzando, ma dopo aver guardato molti filmati, abbiamo capito che non potevamo continuare a giocare la nostra zona tradizionale contro di loro,” ha spiegato Atkinson. “Dovevamo in qualche modo adattarci al loro sistema five-out.”

Evan Mobley è il perno della zona 3-2 dei Cavs
La zona 3-2 — che per Cleveland è quasi un’inversione rispetto alla più familiare 2-3 — mette maggiore pressione sul perimetro, un aspetto chiave per cercare di negare continuamente la palla a Tyrese Haliburton. Ci sono diversi elementi fondamentali per far funzionare questo schema, tra cui Sam Merrill, che nello spogliatoio dei Cavs viene ritenuto estremamente sottovalutato per le sue capacità difensive.
Ma forse l’elemento chiave è stato il ritorno in campo di Mobley, il Difensore dell’Anno. Con lui, De’Andre Hunter e Darius Garland nuovamente a disposizione per Gara 3, è stato più facile introdurre — e sorprendentemente applicare — la zona 3-2.
Mobley, grazie alla sua combinazione di stazza, atletismo e istinto difensivo, è ciò che rende possibile l’efficacia di questa difesa. E in Gara 3, i Pacers non hanno trovato contromisure.
“È alto due metri e tredici, ha braccia lunghissime e si muove benissimo,” ha detto Dean Wade. “Se inizi il tuo attacco dalla punta, sarà dura per te. E quando ti sposti sulla linea laterale, lui ti chiude mezza metà campo. Avere quella lunghezza e uno come lui che può fare tutto in difesa, è fantastico. Lo piazzi lì sopra e dopo non riesci più a vedere nulla in campo.”
E con questa decisione, i Cavaliers sono ancora vivi e più che mai presenti in questa serie.
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