FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Sean Barnard per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marta Policastro per Around the Game.


Qualche mese fa, LaMarcus Aldridge ha annunciato il suo ritiro dalla NBA, dopo 17 stagioni passate tra Portland, San Antonio e Brooklyn. Aldridge ha annunciato con un tweet la fine della sua carriera professionistica: “Come ha detto Tom Brady, si ha diritto a un solo grande ritiro, perciò… alla mia famiglia e agli amici che ho conosciuto durante questo percorso, grazie. Grazie per i ricordi che porterò con me. È stato un viaggio pazzesco, mi sono goduto ogni istante”. 


Ci si chiede ora se LaMarcus riuscirà a entrare nella Hall of Fame, dopo una carriera piena di successi.

La seconda scelta al Draft 2006 chiude la sua carriera con una media di 19.1 punti e 8.1 rimbalzi, è stato Rookie dell’Anno nel 2007, vanta 7 convocazioni all’All-Star Game ed è stato per 5 volte membro di un quintetto All-NBA. Nella sua unica stagione all’Università del Texas, è stato eletto Difensore dell’anno della Big 12 e ha fatto parte del terzo quintetto All-American.

Secondo Basketball Reference, Aldridge ha il 50.9% di possibilità di entrare nella Hall of Fame, una percentuale che non sembra particolarmente beneaugurante, anche se la carriera di LMA gode di ampio rispetto negli ambienti della NBA. Bball Ref paragona LaMarcus a Chris Bosh, Elvin Hayes, Rasheed Wallace e Horace Grant: i primi due sono nella HOF, Wallace e Grant invece no.

La carriera di Aldridge si è conclusa in modo infelice, diversamente da come avrebbe (e avremmo) sperato, a causa di problemi di salute. Nel suo anno da rookie, a LMA era stata infatti diagnosticata la sindrome di Wolff-Parkinson-White, una malattia congenita che provoca battiti cardiaci irregolari o accelerati; per anni Aldridge era riuscito a tenere sotto controllo questa malattia, che si è però riacutizzata negli ultimi tempi. Il 10 aprile 2021, durante una partita con la maglia dei Nets, aveva giocato facendo i conti con un battito cardiaco irregolare che non sarebbe riuscito a riportare alla normalità, nonostante gli esercizi di respirazione; LMA si era quindi recato all’ospedale, dove la situazione era tornata alla normalità, ma si sarebbe ritirato poco dopo.

Al successivo rientro del giocatore in NBA, con la maglia dei Nets per 47 partite nella stagione 2021/22, era chiaro a tutti che non sarebbe tornato ai livelli visti in precedenza. I suoi problemi fisici a fine carriera, però, non dovrebbero far passare in secondo piano i suoi precedenti successi. LMA è infatti il terzo miglior realizzatore e il primo rimbalzista nella storia dei Blazers, squadra nella quale ha ricoperto un ruolo fondamentale per molti anni. Vera e propria macchina da doppia-doppia, Aldridge nel suo prime ha guidato Portland ad alcune delle migliori stagioni nella storia della franchigia.

La candidatura all’Hall of Fame di Aldridge, la cui carriera ha lasciato sicuramente ricordi positivi nei cuori degli appassionati, sarà riesaminata tra quattro anni, quando il giocatore sarà eleggibile.