FOTO: Instagram (@mancity)

“Questo è ciò che la pallacanestro è per me [un continuum, ndr.], e quello in cui consiste nel calcio il contropiede (“counterattacking”). Perciò studio molto il Manchester City e Pep. Penso che sia il miglior allenatore sotto ogni aspetto e in qualsiasi sport. Ha avuto una grossa influenza sul mio modo di pensare.”

Queste sono state le prime parole di Joe Mazzulla riportate in una interessantissima intervista a cura di Jared Weiss su The Athletic, durante la quale il coach dei Boston Celtics ha approfondito la propria filosofia cestistica, spiegando di trarre enorme ispirazione dal calcio – e in particolare da Pep Guardiola. L’elaborazione “mazzulliana” della pallacanestro critica la visione di attacco e difesa come blocchi unici, percependoli invece come un continuum l’uno dell’altro secondo un principio di consequenzialità: il vantaggio ottenuto in un possesso è il risultato di come è terminato il possesso precedente, così come una pessima transizione difensiva è figlia di un attacco poco organizzato dall’altro lato. Il concetto di transizione assume così un ruolo fondamentale, rappresenta una fase in cui il singolo individuo non ragiona secondo schemi e ruoli fissi, ma si muove “liberamente” in funzione della creazione (e successiva gestione) del vantaggio.

“Tutti provano a dividere la pallacanestro in attacco e difesa, ma è un gioco unico. Se la tua difesa in transizione è pessima, ti diranno tutti che la tua difesa in transizione è pessima. Ma si tratta in primis di spaziature, decision making e delle scelte di tiro, poi di difesa in transizione. Penso che la similitudine fra calcio e pallacanestro consista nel fatto che la transizione avviene così rapidamente: due secondi prima stai attaccando, due secondi dopo ti trovi a difendere. Perciò il gioco cambia continuamente.”


“Per me, di qualunque sport si parli, che sia lacrosse, calcio o pallacanestro, è così; queste situazioni di uno-contro-uno, questi fondamentali sono gli stessi.”

“Calcio e pallacanestro, quando li guardo, per me sono quasi lo stesso sport da un punto di vista tattico per quel che concerne la creazione del vantaggio. Come si genera? Come si creano i due-contro-uno? Come si riconoscono le debolezze di una difesa e come ne trai vantaggio?”

Joe Mazzulla ha addirittura speso l’All-Star Break a Menchester, incontrando Guardiola e studiando lui e il City molto da vicino. “Ti imbatti in un ambiente intriso di grandezza e direi che siano abbastanza vicini a questa grandezza, visto ciò che hanno fatto negli ultimi anni e visto il lavoro di Pep a Barcellona”, ha continuato su The Athletic, spiegando di aver tratto beneficio dal solo fatto di trovarsi lì.

Il successo dei Celtics in stagione passa molto per questi concetti, solo in parte rappresentati dai numeri: Boston è il 2° miglior attacco della Lega contro la difesa schierata e la 2° miglior difesa in transizione, mantenendo un’altissima efficienza al tiro (57.9 eFG%, 3° in NBA) e perdendo pochissimi palloni (12.5% dei possessi totali, 3° in NBA). Il 3° miglior defensive rating della Lega che parte dal miglior offensive rating, o viceversa, se preferite. Un sistema di questo tipo per avere tale rendimento richiede enorme preparazione, e questo Joe Mazzulla lo sa bene e lo spiega su The Athletic, spiegando ancora una volta di aver preso ispirazione dal calcio, sport meno “spezzettato” della pallacanestro, privo delle lunghe pause dei timeout:

“Ecco da dove ha avuto inizio la mia filosofia sui timeout. Penso che gli allenatori di calcio siano i migliori insegnanti perché, una volta che la partita inizia, non puoi fermarla con un timeout. L’abilità nel creare un sistema dove i tuoi giocatori possano operare ed essere funzionali basato sui flussi della partita e su come la partita sta andando è davvero importante. Devi mettere i tuoi giocatori nella condizione di capire esattamente come stia andando la gara e quanto rapidamente ci si possa aggiustare autonomamente sia per fermare un parziale sia per crearne uno.”

Una visione molto accurata e scientifica, fondata sulla capacità dei giocatori di comprendere i concetti alla base di un sistema e di applicarli a situazioni diverse all’interno della stessa gara. Per quanto complesso, questo concetto per adesso è stato applicato alla perfezione dai giocatori di Joe Mazzulla, anche da quelli più “anziani” come Al Horford, che ha vissuto approcci diversi alla pallacanestro in tempi altrettanto diversi, ma che non sembra aver fatto fatica ad adattarsi, anzi:

“Pep, il suo stile, è come quello di Barcellona, fare in modo di coinvolgere tutti nell’attacco, far toccare a tutti la palla. Ogni due o tre partite, Joe ci mostra clip di possessi dove tutti toccano il pallone e nella quali esso prende energia. Quando la palla si muove e tutti la toccano, succede qualcosa di buono: è qui che giochiamo la nostra miglior pallacanestro.”

– Al Horford