FOTO: USA Today

Dobbiamo ammetterlo, inizialmente abbiamo pensato che il video di James Harden fosse generato da un’intelligenza artificiale, e ci è voluta la conferma di Shams Charania per essere certi al 100% che fosse tutto vero. Nel corso di un evento Adidas in Cina, sono uscite in mattinata alcune immagini sulla piattaforma cinese Weibo, in cui si può distinguere nitidamente il giocatore dei 76ers parlare di fronte a un gruppo di persone (e di videocamere), pronunciando una serie di parole pesantissime contro Daryl Morey, presidente del club di Philadelphia e compagno di lunga data del Barba, sin dai tempi di Houston, con tanto di boato e applausi dalla folla:

“Daryl Morey è un bugiardo e non farò mai più parte di un’organizzazione di cui lui faccia parte. Fatemelo ripetere: Daryl Morey è un bugiardo e non farò mai più parte di un’organizzazione di cui lui faccia parte.”

Un gesto di una forza mediatica straripante e, lato NBA, gravissimo, che costerà al giocatore svariate sanzioni. Un’esposizione pubblica di questo tipo è, a tutti gli effetti, un qualcosa di mai visto prima, ed è anche abbastanza ironico che sia avvenuta in Cina – molti ricorderanno l’incidente diplomatico a causa di un tweet di Daryl Morey a favore degli attivisti di Hong Kong, che aveva portato alla sospensione dei rapporti fra NBA e mercato cinese, rientrati nella norma solo da poco.

Ed è ironico che tutto questo esca dopo che i Philadelphia 76ers hanno provato a imporsi, parlando tramite la bocca di Wojnarowski e asserendo che qualunque porta per una trattativa fosse ormai sbarrata. Non per James Harden, ovviamente, come si poteva già evincere da QUI e come il video di queste ore conferma. L’agente del giocatore ha spiegato che il proprio cliente si stia allenando come mai prima d’ora, nel tentativo di iniziare la prossima stagione nella miglior forma fisica della propria carriera… evidentemente, però, non con la canotta di Philadelphia. Le parole riportate da Sam Amick (The Athletic) suonano adesso ancora più potenti:

“Non importa quali segnali mandino i Sixers sulle trattative per lo scambio, una fonte vicina a Harden ha reiterato che il giocatore non vuole più giocare per Philadelphia e non ha intenzione di presentarsi al training camp. Questo significa che non si presenterà se non ci sarà una trade arrivati a quel punto, o che farà una scenata al suo arrivo come quando era a Houston a dicembre 2020? Questo resta da capire, ma le parti di Harden credono ancora che ci saranno sviluppi significativi per quel che riguarda le trattative prima che arrivi il momento del camp.”

Il Barba potrebbe essere obbligato a presentarsi, ad ogni modo, perché, come avevamo riportato QUI“una clausola del CBA sostiene che, se un giocatore non rispetta i propri impegni verso una squadra per più di 30 giorni dopo l’inizio dell’ultima stagione coperta dal suo contratto, questo comportamento può essere considerato una violazione dello stesso contratto; in tal caso, può essere vietato al giocatore di entrare in free agency e di firmare con qualsiasi altra squadra di basket professionistica, anche al di fuori dell’NBA, a meno che la franchigia con cui ha giocato l’ultima volta non sia espressamente d’accordo”. E l’ultima lancetta suonerà ai primi di novembre, quando i Sixers potranno trattenere il giocatore. Uno scenario simile a quello di Ben Simmons, dunque, sembra lontano dal ripetersi, ma mai dire mai.

Se è vero che questo garantirebbe a Philadelphia l’high ground, è anche vero che senza James Harden i Sixers non avranno alcun modo di essere davvero competitivi, e perderlo a zero potrebbe rivelarsi molto più che dannoso, dal momento che Joel Embiid si è già dimostrato più volte frustrato. Keith Pompey (The Philadelphia Inquirer) ha riportato che Daryl Morey non sia rimasto “affatto sorpreso” dai commenti e dal tentativo del giocatore e del suo agente di renderla una cosa personale – trattandosi di un’ovvia strategia per “minacciare” e pressare i 76ers. Il prezzo però, nel frattempo, resta quello iniziale: scelte al Draft e un giocatore d’élite, o uno giovane che possa diventare tale. Harden ha fatto espressamente capire che destinazione preferita sia Los Angeles, sponda Clippers, ma Wojnarowski ha chiarito in questi giorni che non si sia raggiunto un accordo a causa delle richieste elevate di Philadelphia, deterrente contro qualunque tipo di offerta.

Insomma, trattandosi di due prese di posizione difficilmente conciliabili, il rischio è che, dopo il secondo caso mediatico estivo nel giro di tre anni, tutto questo progetto possa crollare, costringendo i Sixers – e Daryl Morey – a ripartire da zero. Non il massimo, con l’aggravante che, come spiega ancora Keith Pompey:

“Fonti riportano che Harden ce l’abbia con Morey a causa della mancata negoziazione di un contratto prima della free agency. Senza opzioni a disposizione, il giocatore ha dovuto accettare la player option a giugno nella speranza di essere girato ai Clippers. Tutta questa situazione ha portato a un annientamento dei rapporti fra Harden e Morey.

Ma, stando alle fonti, l’acquisto del giocatore dai Nets è stata una delle ragioni per cui Morey sia stato eletto presidente il 2 novembre 2020.”

Insomma, si tratterebbe di un fallimento su tutta la linea da parte di Morey, che ha ottenuto la carica e la fiducia attuale proprio portando Harden a Philadelphia, e che ora potrebbe vedere il suo stesso pupillo scivolargli via dalle mani. Comprensibile, vista la posta in palio, che il prezzo sia esorbitante e che non si palesi alcuna intenzione di scendere a compromessi. Per i 76ers, e Daryl Morey, si tratta di una situazione da “do-or-die”, anche perché, dopo la seconda estate del genere in tre anni, difficilmente lo strappo formato si potrebbe ricucire.